Il lungo processo di riforma della Politica Agricola Comune, avviato nel 2010, ha confermato l’impianto generale di tale politica, attuata attraverso due pilastri e finalizzata a fronteggiare le sfide dell’agricoltura ponendo obiettivi di carattere:
economico (sicurezza alimentare, miglioramento della competitività minacciata da crescente volatilità dei prezzi e da compressione dei margini, rafforzamento della filiera produttiva, con un maggiore ruolo per la profittabilità della fase produttiva);
ambientale (uso sostenibile delle risorse, qualità del suolo e dell’acqua, minacce agli habitat e alla biodiversità, cambiamenti climatici);
territoriale (riequilibrio dei territori rurali caratterizzati da ridotti livelli di sviluppo economico e sociale).
Pur mantenendo obiettivi in linea con la passata impostazione, la riforma ha introdotto alcune innovazioni in termini di strumenti di sostegno nel primo e nel secondo pilastro.
Scarica il documento approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri
Il lungo processo di riforma della Politica Agricola Comune, avviato nel 2010, ha confermato l’impianto generale di tale politica, attuata attraverso due pilastri e finalizzata a fronteggiare le sfide dell’agricoltura ponendo obiettivi di carattere:
economico (sicurezza alimentare, miglioramento della competitività minacciata da crescente volatilità dei prezzi e da compressione dei margini, rafforzamento della filiera produttiva, con un maggiore ruolo per la profittabilità della fase produttiva);
ambientale (uso sostenibile delle risorse, qualità del suolo e dell’acqua, minacce agli habitat e alla biodiversità, cambiamenti climatici);
territoriale (riequilibrio dei territori rurali caratterizzati da ridotti livelli di sviluppo economico e sociale).
Pur mantenendo obiettivi in linea con la passata impostazione, la riforma ha introdotto alcune innovazioni in termini di strumenti di sostegno nel primo e nel secondo pilastro.
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