Giornata mondiale dell’ambiente – 5 giugno 2023

News

La Giornata mondiale dell’Ambiente di quest’anno è un appello a sconfiggere l’inquinamento da plastica. Ogni anno, si producono al mondo oltre 400 milioni di tonnellate di plastica, un terzo delle quali utilizzate soltanto una volta, diventando poi microplastiche che entrano nel cibo, nell’acqua che beviamo, e nell’aria che respiriamo.

AGIRE SUBITO
Un rapporto dell’UNEP (agenzia ONU per l’ambiente) mostra che è possibile ridurre l’inquinamento da plastica dell’80% entro il 2040. A condizione di agire adesso, riutilizzando, riciclando e diversificando rispetto alla plastica.
A livello politico globale, lo scorso anno, è stato avviato il negoziato per un accordo legalmente vincolante che metta fine all’inquinamento da plastica. In Italia, invece, dal 14 gennaio 2022 sono entrate ufficialmente in vigore le norme contro la plastica monouso.

PELLICOLE DA NON SOTTOVALUTARE
Ogni anno ben 37,3 milioni di tonnellate di plastiche sono utilizzati negli imballaggi alimentari e 10,5 milioni di tonnellate sono impiegate nelle filiere agricole e zootecniche.
Nelle filiere agricole, molte di queste tonnellate sono il residuo delle pellicole per la pacciamatura, utilizzate per coprire il terreno e aiutare a regolare la temperatura, conservare l’umidità e ridurre la crescita delle erbe infestanti.
Spesso sono difficili da recuperare dopo il raccolto e lasciano residui di plastica nel terreno che causano erosione, riducono l’infiltrazione dell’acqua e diminuiscono l’attività microbica.

LA PLASTICA AGRICOLA IN CIFRE

  • 3,5 milioni di tonnellate utilizzati nelle serre
  • 2,5 milioni di tonnellate per i film per la pacciamatura.
  • 2,5 milioni di tonnellate per tubazioni degli impianti di irrigazione, drenaggio o similari, per le reti e gli spaghi
  • 1,4 milioni di tonnellate per i film di protezione delle balle di foraggio.
  • 300mila tonnellate sono gli imballaggi degli agrofarmaci
  • 200mila tonnellate di plastica per le strutture a sostegno e protezione degli alberi
  • 100mila tonnellate sono gli imballaggi dei fertilizzanti

LA RICERCA DI ALTERNATIVE
Come agronomi e forestali siamo coscienti del problema e sappiamo di poter fare la nostra parte. Ci sono moltissimi ambiti in cui la nostra consulenza può essere parte della soluzione.

Esistono alcune soluzioni promettenti di bioeconomia sostenibile e circolare, basate su risorse biologiche rinnovabili come piante, alghe, funghi e batteri. In altri casi, l’agricoltura conservativa e l’uso di colture di copertura e residui vegetali come la paglia al posto dei pacciami di plastica, potrebbero essere un’alternativa naturale.
L’utilizzo di plastiche a base biologica possono essere meno tossiche e avere un’impronta ambientale e di carbonio inferiore, ma permangono alcuni problemi legati ai costi, alla separazione dei rifiuti, alla biodegradabilità e alla compostabilità.
Infine, esistono altre opzioni, con plastiche biodegradabili e compostabili che possono essere scomposte da microrganismi presenti in natura come batteri e funghi.

A fine ciclo, poi la ricerca ci offre soluzioni di biorisanamento, con organismi viventi come piante e batteri utilizzati per ridurre la contaminazione da microplastiche e altri inquinanti. Diversi studi, infatti, hanno confermato che alcuni microrganismi e piante possono rimuovere micro e nano-plastiche dal suolo o dall’acqua.