Sostenere i Paesi emergenti con le professionalità di agronomi e forestali

Il Piano Mattei, complesso nella sua applicazione, è al contempo una fucina di opportunità per l’Africa, per l’Italia e per le imprese operanti nei progetti strategici che sviluppano le 6 direttrici: istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua, energia e infrastrutture.
A Siracusa, durante l’evento del CONAF realizzato all’interno del G7, si è parlato del ruolo dei professionisti, e dell’ordine professionale, nel quadro del Piano Mattei, confrontando le diverse facce del prisma. Un dibattito proficuo che ha indicato le linee guida principali che porteranno alla redazione di un documento di proposta da mettere a disposizione del Governo italiano.

La discussione si è sviluppata, in particolare, a partire dalle esperienze dei diversi progetti pilota attuati in nove nazioni africane (Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Tunisia), evidenziando il ruolo e le competenze professionali dei dottori agronomi e forestali.

Il dibattito ha consentito una riflessione sul ruolo dell’ordine come contenitore per valorizzare le opportunità professionali degli iscritti.
Guardando all’Africa per il ruolo che ricoprirà nel prossimo futuro nell’economia globale, è emersa la necessità di costruire un sistema di formazione rivolto a professionisti e operatori del settore che opereranno al di fuori dell’Italia. La nostra categoria deve cogliere questa opportunità e garantire una formazione capace di seguire l’evoluzione dei processi, oggi ancora in fase embrionale, così da unire i due continenti utilizzando il capitale umano, nel rispetto della persona e delle competenze tecniche a servizio delle comunità
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Carmine Cocca, Consigliere CONAF

La collaborazione coi paesi africani e quelli che delle coste del Mediterraneo porta a una crescita reciproca. Pensiamo alla questione della gestione dell’acqua, che in quei luoghi è molto scarsa: per fare agricoltura bisogno applicare tutte le conoscenze agronomiche in nostro possesso, dalla gestione del suolo alla scelta delle varietà coltivate e del loro impianto, al riutilizzo dell’acqua.
Sono conoscenze che, come dottori agronomi e dottori forestali, portiamo e insegniamo ad applicare, ma che evolvono con lo sviluppo dei progetti, restituendoci conoscenze e innovazioni migliorate. Le stesse che possiamo applicare anche in Italia e nel sud Europa, aree purtroppo a rischio desertificazione, a rischio inondazione e con una imprevedibilità delle precipitazioni sempre più estremizzata
.”

Luigi Ledda, professore all’Università Politecnica delle Marche e consigliere CONAF, Coordinatore del Dipartimento ricerca e trasferimento dell’innovazione –

La nostra esperienza parte da progetti svolti in Africa, Asia, America latina da circa 5000 tecnici. Fra questi, purtroppo, gli italiani sono molto pochi.
È un gap che dovremmo colmare, innanzitutto perché ci sono molte opportunità professionali, ma soprattutto perché rappresentano esperienze decisamente formative, poiché ti mettono in contatto con agricolture diverse e ambienti di lavoro assai distanti da quelli a cui siamo abituati.
Come istituzioni, come università, come ordine professionale dovremmo, invece, stimolare le nuove generazioni a uscire dai confini nazionali. Abbiamo constatato, infatti, che l’approccio dei nostri professionisti all’estero è molto efficace poiché capace di adattarsi bene alle diverse culture e alle diverse situazioni
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Arturo Semerari, amministratore delegato di Agriconsulting

Il CIHEAM Bari ha un’esperienza di oltre 60 anni nella formazione che, con la ricerca e la cooperazione, porta ad uno sviluppo in paesi terzi nei settori dell’agricoltura e della pesca sostenibili, dei sistemi alimentari e dello sviluppo costiero e rurale. In questo mezzo secolo c’è stato uno scambio continuo tra le professionalità, mettendo a confronto diverse esperienze e approcci differenti.
Ovviamente, nel tempo, il ruolo dell’Italia è cambiato perché lo sguardo si è ampliato e, oggi, deve spingersi oltre, verso l’Africa, che acquisisce di giorno in giorno peso sempre più rilevante nello scenario globale
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Biagio Di Terlizzi, Direttore Aggiunto dell’Istituto Agronomico Mediterraneo

LA FIRMA DEL PROTOCOLLO
Al termine dei lavori, c’è stata l’occasione per la firma del Protocollo d’intesa con l’Università Cattolica di Graben, in Congo.
Il presidente del CONAF Mauro Uniformi e il Professore Salvo Latino hanno così firmato i documenti necessari a creare collaborazioni in ambito formativo, tecnico-scientifico e professionale al fine di migliorare la qualità professionale e culturale degli studenti universitari e degli iscritti all’albo professionale.

Le nostre due istituzioni, da oggi, potranno oganizzare attività didattiche, formative e di aggiornamento professionale a favore dei dottori agronomi e dei dottori forestali, come anche a favore di studenti, ex studenti, docenti e personale dell’UCG, inclusi corsi di perfezionamento e master, convegni, seminari, corsi e iniziative culturali

Mauro Uniformi, Presidente CONAF