Il suolo è un elemento vivo, che contiene 1/4 della biodiversità del Pianeta ed è indispensabile per la produzione di cibo. Inoltre, rappresenta un enorme contenitore di servizi ecosistemici di valore inestimabile: si pensi al ciclo dell’acqua o allo stoccaggio di carbonio. È, però, una risorsa limitata, di cui dobbiamo aver cura, basti pensare che per formare un solo centimetro di suolo occorrono oltre 100 anni, e talvolta anche più secoli.
Il peggioramento della salute del suolo, in atto da decenni, impoverisce anzitutto il tenore in nutrienti e sostanza organica, diminuisce la sua capacità produttiva e di ritenzione idrica, incrementa la propensione all’erosione e al dissesto idrogeologico, riduce la funzione di “serbatoio di carbonio”, con conseguente rilascio di CO2 e aumento di emissioni nette di gas serra.
Preservare e aumentare il tenore di sostanza organica dei suoli è essenziale per mitigare la perdita di fertilità e di biodiversità, contrastando acidificazione, desertificazione e altri gravi effetti attesi della crisi climatica in atto.
MENO 1/3
In Italia, in 25 anni abbiamo perso il 28% di terreni coltivabili e fertili, mentre nel mondo un terzo dei suoli è già soggetto a degradazione.
Le minacce sono molteplici: urbanizzazione, erosione, acidificazione, inquinamento chimico e impoverimento dei nutrienti sono considerati tra i problemi più importanti a livello globale per la produzione agricola e, quindi, per la sicurezza e la sostenibilità alimentare.
Tutelare la salute del suolo è vitale. La perdita di terreno coltivabile non influisce solo sulla sicurezza alimentare, ma ha anche un costo economico stimato di circa 400 miliardi di dollari all’anno di produzione agricola persa. Nella sola Europa, la degradazione dei suoli arriva a costare decine di miliardi di euro all’anno. Oltre al danno economico, si devono considerare anche le dinamiche relative alla migrazione delle popolazioni costrette ad abbandonare terre ormai improduttive
STATO E CAUSE
In base ai dati disponibili presso l’osservatorio europeo per il suolo:
- più del 60% dei suoli europei è in cattivo stato di salute e va rigenerato
- l’80% dei terreni agricoli europei è sottoposto a fenomeni erosivi
- il 25% dei terreni europei ha un tasso di sostanza organica, indice di fertilità naturale, sotto la soglia
In Italia:
- Il 47% dei suoli è in uno stato di cattiva salute
- il 68% ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente
Le principali cause del cattivo stato di salute del suolo italiano:
- l’erosione (23%)
- la mancanza di carbonio organico (19%)
- il 14% del territorio risulta essere contaminato da alte concentrazioni di rame (livelli di rame nel suolo > 50 mg kg-1)
- il 23% della superficie agricola è soggetta a un eccessivo accumulo di azoto nei suoli
- il 7% delle aree agricole è a rischio salinizzazione
- il 3% delle aree agricole ha livelli di fosforo in eccesso (superiori a 50 mg kg-1)
IN BUONA SALUTE PER IL 2050
Da qui l’ambizione europea di avere tutti i suoli in buono stato di salute per il 2050. Si tratta di un traguardo per le generazioni future che richiede di agire ora, con un’azione capillare su scala locale. Ciò perché i suoli europei sono profondamente diversi e, dunque, le buone pratiche agricole, le strategie di rigenerazione e recupero, vanno adattate alle realtà.
“Chi vuole produrre un vino di eccellenza sa che deve partire dall’impiantare le viti nel terreno giusto, seguirlo e curarlo con tecniche agronomiche appropriate per avere grappoli che possano esprime al meglio l’ambiente pedoclimatico che li ha generati e vinificati correttamente, ambire a diventare vino di eccellenza.
Antonio Capone, consigliere CONAF
Noi agronomi lavoriamo con il suolo, lo conosciamo e grazie al suolo otteniamo i prodotti che quotidianamente arrivano sulle nostre tavole e che mangiamo. La salute del suolo è la nostra salute, noi siamo quello che mangiamo e mangiamo quello che il suolo ci dà. Dobbiamo prenderci cura di questo ‘bene comune’ e il Made in Italy dell’agroalimentare è frutto di questa missione.
Lavorazioni appropriate e puntuali, buone pratiche di gestione agricole, sistemi rigenerativi e conservativi (sovesci, inerbimento, trinciature, utilizzo di sostanze organica), economia circolare in agricoltura, sono al centro della salute del suolo, e quindi della nostra salute. C’è necessità di una visione d’insieme, olistica, scelte tecniche frutto di valutazioni organiche di questioni ecosistemiche.
È perciò necessario che siano i professionisti del suolo, in primis i dottori agronomi e i dottori forestali, a supportare e guidare nelle nuove scelte politiche necessarie a gestire e salvaguardare il suolo, contribuendo alla redazione delle normative sulla pianificazione e per la riduzione del consumo di suolo, collaborando alla redazione di piani di regimentazione idrica e idrogeologica, fino agli schemi per la valutazione e la salvaguardia dello stato di salute del suolo.”
In tour per raccontare la risorsa suolo
📅26 novembre
FIRENZE, con l’Accademia dei Georgofili “Protezione pianta senza chimica? innovazione sostenibilità e realtà“
📅2 dicembre
MILANO, con l’Università statale di Milano “Suolo Vivo, One Health – Dal Suolo al Benessere”
📅4 dicembre
ROMA, con il CREA “Coltivare il Futuro: Scienza, Politica e Innovazione per la Salute e la Fertilità dei Suoli Italiani”
📅5 dicembre
ROMA, con il CREA “Dall’evidenza scientifica ad una diversa consapevolezza”
MILANO, con CIC “Dalla terra alla Terra“
CAMPOBASSO, con l’Università del Molise “Prendersi cura del suolo: misurare, monitorare, gestire”
SALERNO, con il Museo del Suolo “Nutrire il futuro: Salute del Suolo e Benessere Umano”