L’Unione Europea e la politica agricola comunitaria, con la pubblicazione del Libro Bianco nel Gennaio 2000, sono entrate in una nuova fase, in cui la sicurezza alimentare non comprende solo gli aspetti tecnici ed organizzativi ma è parte integrante della politica economica e del governo delle strategie.
La principale implicazione di questo approccio è data dal fatto che il problema della sicurezza viene affrontato a livello di sistema e non solo di settore; in questa logica, quindi, e per la prima volta, anche i produttori agricoli sono direttamente responsabili nei confronti dei consumatori.
Il Libro Bianco, ha posto l’accento sulla necessità di avvicinare il mondo della produzione alimentare a quello dei consumatori, attraverso l’applicazione di sistemi di garanzia, di comunicazione, di osservazione, di vigilanza connessi alle tecniche produttive ed alla conoscenza del prodotto alimentare; infatti al Cap. 2, punto 8 si legge: “ il principio ispiratore del Libro Bianco è che la politica della sicurezza alimentare debba basarsi su un approccio completo e integrato”.
Parallelamente è cresciuto l’interesse dei consumatori verso prodotti alimentari ottenuti con metodi che rispettano l’ambiente e garantiscono la sicurezza alimentare (esigenza in linea con il principio di sviluppo sostenibile – ECOSUMMIT di Rio 1992 – e con il Libro Verde della CE – Bruxelles 15/10/2008 – sulla qualità dei prodotti agricoli).
Tuttavia, per dare piena attuazione a politiche così innovative e diffondere capillarmente la cultura della sicurezza alimentare associata alla sostenibilità ambientale all’interno del comparto agro-alimentare, le imprese agricole devono poter ricevere una corretta informazione e specifica formazione (compito questo dei consulenti), devono essere sensibilizzate sulle problematiche della sicurezza alimentare e della tutela ambientale connessi con lo sviluppo delle proprie attività. Allo stesso tempo devono ricevere strumenti operativi di semplice consultazione ed applicazione per poter più rapidamente modificare i propri comportamenti e cogliere le possibili opportunità di sviluppo che vengono proposte a livello regionale, nazionale ed europeo.
Attualmente i principi fondamentali che stanno alla base della nuova normativa sono:
1. Piena tutela del consumatore (il precursore è il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare del 2000).
2. Rintracciabilità lungo tutta la filiera (il precursore è il Reg. CE 178/2002 – “La libera circolazione di alimenti sicuri e sani è un aspetto fondamentale del mercato interno e contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini, nonché ai loro interessi sociali ed economici. Occorre garantire un livello elevato di tutela della vita e della salute umana nell’esecuzione delle politiche comunitarie.”
Il Dipartimento Sicurezza Agroalimentare rappresenta la struttura di supporto al Consiglio Nazionale per la promozione di tutte le attività finalizzate al consolidamento della figura professionale di dottore agronomo e di dottore forestale quale soggetto competente nella gestione delle azioni che coinvolgono l’intera filiera agroalimentare. Tale prerogativa si configura come il punto di partenza verso una centralità del dottore agronomo e forestale all’interno della filiera agroalimentare.
L’Unione Europea e la politica agricola comunitaria, con la pubblicazione del Libro Bianco nel Gennaio 2000, sono entrate in una nuova fase, in cui la sicurezza alimentare non comprende solo gli aspetti tecnici ed organizzativi ma è parte integrante della politica economica e del governo delle strategie.
La principale implicazione di questo approccio è data dal fatto che il problema della sicurezza viene affrontato a livello di sistema e non solo di settore; in questa logica, quindi, e per la prima volta, anche i produttori agricoli sono direttamente responsabili nei confronti dei consumatori.
Il Libro Bianco, ha posto l’accento sulla necessità di avvicinare il mondo della produzione alimentare a quello dei consumatori, attraverso l’applicazione di sistemi di garanzia, di comunicazione, di osservazione, di vigilanza connessi alle tecniche produttive ed alla conoscenza del prodotto alimentare; infatti al Cap. 2, punto 8 si legge: “ il principio ispiratore del Libro Bianco è che la politica della sicurezza alimentare debba basarsi su un approccio completo e integrato”.
Parallelamente è cresciuto l’interesse dei consumatori verso prodotti alimentari ottenuti con metodi che rispettano l’ambiente e garantiscono la sicurezza alimentare (esigenza in linea con il principio di sviluppo sostenibile – ECOSUMMIT di Rio 1992 – e con il Libro Verde della CE – Bruxelles 15/10/2008 – sulla qualità dei prodotti agricoli).
Tuttavia, per dare piena attuazione a politiche così innovative e diffondere capillarmente la cultura della sicurezza alimentare associata alla sostenibilità ambientale all’interno del comparto agro-alimentare, le imprese agricole devono poter ricevere una corretta informazione e specifica formazione (compito questo dei consulenti), devono essere sensibilizzate sulle problematiche della sicurezza alimentare e della tutela ambientale connessi con lo sviluppo delle proprie attività. Allo stesso tempo devono ricevere strumenti operativi di semplice consultazione ed applicazione per poter più rapidamente modificare i propri comportamenti e cogliere le possibili opportunità di sviluppo che vengono proposte a livello regionale, nazionale ed europeo.
Attualmente i principi fondamentali che stanno alla base della nuova normativa sono:
1. Piena tutela del consumatore (il precursore è il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare del 2000).
2. Rintracciabilità lungo tutta la filiera (il precursore è il Reg. CE 178/2002 – “La libera circolazione di alimenti sicuri e sani è un aspetto fondamentale del mercato interno e contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini, nonché ai loro interessi sociali ed economici. Occorre garantire un livello elevato di tutela della vita e della salute umana nell’esecuzione delle politiche comunitarie.”
Il Dipartimento Sicurezza Agroalimentare rappresenta la struttura di supporto al Consiglio Nazionale per la promozione di tutte le attività finalizzate al consolidamento della figura professionale di dottore agronomo e di dottore forestale quale soggetto competente nella gestione delle azioni che coinvolgono l’intera filiera agroalimentare. Tale prerogativa si configura come il punto di partenza verso una centralità del dottore agronomo e forestale all’interno della filiera agroalimentare.