Il paesaggio come “contenitore di prodotti agroalimentari di qualità e di turismo sostenibile”. Un progetto per il Paese, che deve e può essere sempre più una realtà in tutto il territorio nazionale, non solo nelle aree maggiormente vocate. Un progetto che deve mettere al centro la figura del dottore agronomo e del dottore forestale, un professionista con competenze paesaggistiche, sulla qualità e sicurezza alimentare. E’ in sintesi quanto è emerso dalla tavola rotonda che si è svolta all’interno del XII Congresso nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali di Reggio Calabria, che ha visto la presenza di ospiti qualificati di livello nazionale, del mondo scientifico, istituzionale, agricolo e del turismo, tavola rotonda moderata dal direttore di Gente Viaggi Silvestro Serra. “Il paesaggio – ha sottolineato la vicepresidente Rosanna Zari, che ha introdotto la tavola rotonda – è ormai universalmente riconosciuto come bene da tutelare e salvaguardare nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio, con una visione che tenga conto di tutte le componenti, naturali e antropiche, comprendendo anche le popolazioni che vivono nel territorio, con i loro bisogni, le loro attività economiche e le loro socialità. Per porre in atto azioni di tutela e salvaguardia del paesaggio, è necessario procedere con un corretto approccio tecnico-scientifico alla gestione del territorio, per poter attuare un’attenta e seria pianificazione paesaggistica.. La grande variabilità degli ambienti pedoclimatici italiani, infatti, luoghi di produzione di alimenti, ha portato a produzioni eccellenti dal punto di vista qualitativo, – anche in virtù di tecnologie sempre più raffinate applicate all’agricoltura soprattutto dal dopoguerra ad oggi -, che hanno portato a produzioni tipiche ed eccellenze riconosciute in ambito comunitario”.
Nonostante un dibattito vivace e propositivo, i protagonisti della tavola rotonda sono tutti concordi nel sostenere che il paesaggio rappresenta il punto centrale dell’economia di un territorio, sia che si parli della natura della Calabria, delle montagne del Trentino o delle colline toscane. Un paesaggio adeguatamente pianificato, conservato e tutelato, grazie anche a professionisti competenti come i dottori agronomi e forestali e alla lungimiranza e sensibilità delle istituzioni pubbliche, rappresenta infatti, un bene prezioso e consente la produzione di eccellenze agroalimentari di qualità, e la giusta collocazione sui mercati locali, nazionali ed esteri. Un binomio, quello fra paesaggio e tipicità agroalimentari, che in molti casi vuol dire turismo di eccellenza e economia per il territorio, dando vita a molte attività collaterali come i servizi. La vicepresidente Conaf ha ricordato l’esperienza positiva di Montalcino, in provincia di Siena: “Nel tempo – ha detto Zari – ha saputo cogliere l’opportunità di un prodotto particolare, il suo vino che lo ha reso famoso nel mondo. Il Brunello di Montalcino, fino agli anni ’60, era un prodotto poco conosciuto se non in ambito locale; la forte operazione di marketing che il Comune, il Consorzio e i produttori hanno saputo fare ha portato questo territorio alla sua fama mondiale e il vino rappresenta il motore che ha messo in moto tutta l’economia locale, modificando il paesaggio e consentendo lo sviluppo di altre attività (indotto e servizi) e facendo da traino anche ad altri prodotti quali miele e olio. Tutto questo ha portato contemporaneamente anche allo sviluppo di un’altra attività: il turismo, in particolare quello enogastronomico attraverso le sue varie forme,come agriturismo, alberghi, case vacanze. Attualmente, nonostante una crisi economica generalizzata, il territorio di Montalcino ha un’economia vitale e il paesaggio identitario è salvo”. Così partendo dal “caso- Montalcino”, la vicepresidente Conaf (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), sottolinea la necessità di studiare e proporre un progetto per il Paese attraverso strategie che prevedano azioni integrate di filiera, dove la caratterizzazione paesaggistica di un determinato territorio rappresenti un elemento di attrattiva turistica ad alto valore aggiunto al pari dell’aspetto economico del prodotto. “L’agricoltura italiana – ha aggiunto Rosanna Zari – deve imboccare la strada che lega necessariamente tre elementi, cioè paesaggio, prodotti di qualità e turismo, elementi che possono indurre lo sviluppo nelle regole della globalizzazione, alla quale nessuna attività può ormai sottrarsi”.
Fra i partecipanti alla tavola rotonda oltre al presidente Conaf Andrea Sisti e il presidente della Federazione della Calabria Stefano Poeta, l’europarlamentare e assessore regionale all’agricoltura Mario Pirillo; Mauro Agnoletti, docente di pianificazione territoriale della facoltà di Agraria di Firenze, il nutrizionista Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell’alimentazione dell’università La Sapienza di Roma; Pietro Santo Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria; il presidente nazionale Turismo Verde Walter Trivellizzi; il consigliere nazionale di Federturismo e Presidente di Confidustria Alberghi e Turismo – Messina Salvatore Foti, il segretario di Slow Food Italia Silvio Barbero, il direttore di Symbola Domenico Sturabotti, il presidente INU (Istituto nazionale urbanistica) Calabria Francesco Rossi e il professor Giuseppe Zimbalatti dell’Università di Reggio Calabria.
Per approfondimenti sul tema, immagini e dichiarazioni dei partecipanti alla tavola rotonda, contattare l’Ufficio stampa del CONAF.
Roma, 27 luglio 2009
c.s. n. 36
Ufficio stampa CONAF
primamedia – 0577.392256
Il paesaggio come “contenitore di prodotti agroalimentari di qualità e di turismo sostenibile”. Un progetto per il Paese, che deve e può essere sempre più una realtà in tutto il territorio nazionale, non solo nelle aree maggiormente vocate. Un progetto che deve mettere al centro la figura del dottore agronomo e del dottore forestale, un professionista con competenze paesaggistiche, sulla qualità e sicurezza alimentare. E’ in sintesi quanto è emerso dalla tavola rotonda che si è svolta all’interno del XII Congresso nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali di Reggio Calabria, che ha visto la presenza di ospiti qualificati di livello nazionale, del mondo scientifico, istituzionale, agricolo e del turismo, tavola rotonda moderata dal direttore di Gente Viaggi Silvestro Serra. “Il paesaggio – ha sottolineato la vicepresidente Rosanna Zari, che ha introdotto la tavola rotonda – è ormai universalmente riconosciuto come bene da tutelare e salvaguardare nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio, con una visione che tenga conto di tutte le componenti, naturali e antropiche, comprendendo anche le popolazioni che vivono nel territorio, con i loro bisogni, le loro attività economiche e le loro socialità. Per porre in atto azioni di tutela e salvaguardia del paesaggio, è necessario procedere con un corretto approccio tecnico-scientifico alla gestione del territorio, per poter attuare un’attenta e seria pianificazione paesaggistica.. La grande variabilità degli ambienti pedoclimatici italiani, infatti, luoghi di produzione di alimenti, ha portato a produzioni eccellenti dal punto di vista qualitativo, – anche in virtù di tecnologie sempre più raffinate applicate all’agricoltura soprattutto dal dopoguerra ad oggi -, che hanno portato a produzioni tipiche ed eccellenze riconosciute in ambito comunitario”.
Nonostante un dibattito vivace e propositivo, i protagonisti della tavola rotonda sono tutti concordi nel sostenere che il paesaggio rappresenta il punto centrale dell’economia di un territorio, sia che si parli della natura della Calabria, delle montagne del Trentino o delle colline toscane. Un paesaggio adeguatamente pianificato, conservato e tutelato, grazie anche a professionisti competenti come i dottori agronomi e forestali e alla lungimiranza e sensibilità delle istituzioni pubbliche, rappresenta infatti, un bene prezioso e consente la produzione di eccellenze agroalimentari di qualità, e la giusta collocazione sui mercati locali, nazionali ed esteri. Un binomio, quello fra paesaggio e tipicità agroalimentari, che in molti casi vuol dire turismo di eccellenza e economia per il territorio, dando vita a molte attività collaterali come i servizi. La vicepresidente Conaf ha ricordato l’esperienza positiva di Montalcino, in provincia di Siena: “Nel tempo – ha detto Zari – ha saputo cogliere l’opportunità di un prodotto particolare, il suo vino che lo ha reso famoso nel mondo. Il Brunello di Montalcino, fino agli anni ’60, era un prodotto poco conosciuto se non in ambito locale; la forte operazione di marketing che il Comune, il Consorzio e i produttori hanno saputo fare ha portato questo territorio alla sua fama mondiale e il vino rappresenta il motore che ha messo in moto tutta l’economia locale, modificando il paesaggio e consentendo lo sviluppo di altre attività (indotto e servizi) e facendo da traino anche ad altri prodotti quali miele e olio. Tutto questo ha portato contemporaneamente anche allo sviluppo di un’altra attività: il turismo, in particolare quello enogastronomico attraverso le sue varie forme,come agriturismo, alberghi, case vacanze. Attualmente, nonostante una crisi economica generalizzata, il territorio di Montalcino ha un’economia vitale e il paesaggio identitario è salvo”. Così partendo dal “caso- Montalcino”, la vicepresidente Conaf (Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), sottolinea la necessità di studiare e proporre un progetto per il Paese attraverso strategie che prevedano azioni integrate di filiera, dove la caratterizzazione paesaggistica di un determinato territorio rappresenti un elemento di attrattiva turistica ad alto valore aggiunto al pari dell’aspetto economico del prodotto. “L’agricoltura italiana – ha aggiunto Rosanna Zari – deve imboccare la strada che lega necessariamente tre elementi, cioè paesaggio, prodotti di qualità e turismo, elementi che possono indurre lo sviluppo nelle regole della globalizzazione, alla quale nessuna attività può ormai sottrarsi”.
Fra i partecipanti alla tavola rotonda oltre al presidente Conaf Andrea Sisti e il presidente della Federazione della Calabria Stefano Poeta, l’europarlamentare e assessore regionale all’agricoltura Mario Pirillo; Mauro Agnoletti, docente di pianificazione territoriale della facoltà di Agraria di Firenze, il nutrizionista Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell’alimentazione dell’università La Sapienza di Roma; Pietro Santo Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria; il presidente nazionale Turismo Verde Walter Trivellizzi; il consigliere nazionale di Federturismo e Presidente di Confidustria Alberghi e Turismo – Messina Salvatore Foti, il segretario di Slow Food Italia Silvio Barbero, il direttore di Symbola Domenico Sturabotti, il presidente INU (Istituto nazionale urbanistica) Calabria Francesco Rossi e il professor Giuseppe Zimbalatti dell’Università di Reggio Calabria.
Per approfondimenti sul tema, immagini e dichiarazioni dei partecipanti alla tavola rotonda, contattare l’Ufficio stampa del CONAF.
Roma, 27 luglio 2009
c.s. n. 36
Ufficio stampa CONAF
primamedia – 0577.392256