Le
notizie dal 29 marzo al 4 aprile
MONITORAGGIO
LEGISLATIVO
·
30 marzo
·
31
marzo
Camera – Jannone (Pdl): ridare slancio al settore agricolo per
riattivare l’economia italiana
Governo – cdm respinge
dimissioni ministro Fitto. Approvati provvedimenti su commercio estero e lavori
pubblici
EVENTI
CONAF
AF 4/2009
AGENDA
Nelle
Istituzioni – calendario della settimana dal 6 al 9 aprile
2010
MONITORAGGIO
LEGISLATIVO
Elezioni
regionali,
7 Regioni al centrosinistra e 6 al centrodestra. Voto al fotofinish per Lazio e
Piemonte
Le
elezioni regionali si sono concluse con un bilancio che denota un forte
astensionismo (affluenza nazionale al 63,6%, -8% rispetto alle regionali del
2005) e la vittoria di Pdl e Lega. Nonostante la competizione si sia conclusa
con 7 Regioni al centrosinistra e 6 al centrodestra, la coalizione di governo ha
espugnato, dopo un estenuante testa a testa, Piemonte e Lazio, che vanno
rispettivamente a Roberto Cota della Lega e Renata Polverini per il Pdl.
In
Piemonte la sfida è stata giocata fino all’ultimo voto, che ha assegnato però la
vittoria al leghista con il 47,34% contro la governatrice uscente Mercedes
Bresso (46,9%). La Bresso ha già annunciato ricorso. Il centrosinistra è
risultato penalizzato dai voti di Davide Bono, per il Movimento Cinque Stelle –
Beppe Grillo, pari al 4%.
Nel
Lazio solo in tarda notte si è avuta la conferma della vittoria della
sindacalista Ugl sul leader radicale Emma Bonino: le due candidate sono state
per lungo tempo alla pari nelle proiezioni, e il risultato finale ha consegnato
la presidenza alla Polverini con il 51,13% di voti, mentre la Bonino si è
attestata sul 48%. La città di Roma ha però premiato la radicale, che ha
ottenuto il 54,1% dei voti, mentre la Polverini, al 45,2%, sarebbe stata eletta
con i voti delle province. Nella nottata, a piazza del Popolo, il neogovernatore
ha dichiarato: “I dati dicono che stiamo vincendo e questo dimostra che i
miracoli sono possibili, che quando la gente vuole tutto è possibile”.
Lo
schieramento di maggioranza si conferma poi con ampi margini in Lombardia e
Veneto. In Lombardia, Roberto Formigoni, al suo terzo mandato, ottiene il 56,1%
contro il 33,3% di Filippo Penati, candidato del centrosinistra. Plebiscitaria,
poi, l’elezione del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia in Veneto: il
candidato leghista, appoggiato anche dal Pdl, diventa governatore superando il
60% del voti. Giuseppe Bortolussi, del centrosinistra, è molto distante, al 29%.
La Lega nord è risultato il primo partito in Veneto, con il 35% dei voti.
“Questo risultato mi dà grande responsabilità – ha dichiarato Zaia – .Ci sono
oltre 4 milioni di veneti che attendono risposte. La prima risposta è quella del
federalismo”.
La
consolazione del centrosinistra è di avere mantenuto le roccaforti tradizionali
di Umbria, Marche, Liguria, Emilia Romagna, Basilicata e Toscana, oltre alla
Puglia che già deteneva, e che ha conservato grazie alla scelta dell’Udc di
correre da sola. In Puglia, infatti, il governatore uscente Nichi Vendola
(Sinistra e libertà) è stato confermato con il 48,69% delle preferenze, contro
il 42,25 di Rocco Palese (Pdl), ma si è attestata attorno all’8,7% la candidata
centrista Adriana Poli Bortone di Io Sud-Udc.
In
Umbria, poi, si è affermata la candidata del centrosinistra Catiuscia Marini,
con il 57,2% dei voti rispetto al centrodestra con Fiammetta Modena, al 37,7%.
La candidata dell’Udc e deputata Paola Binetti si è attestata al
5%.
Dopo
un’iniziale incertezza, anche in Liguria vince il candidato del centrosinistra e
governatore uscente Claudio Burlando, con il 52,1%. Sandro Biasotti del
centrodestra si ferma al 47,8%. Burlando, eletto anche con il sostegno dell’Udc,
ha dichiarato: “Abbiamo costruito un’operazione politica straordinaria, abbiamo
allargato la coalizione all’Udc e ci siamo rivolti anche agli elettori di Beppe
Grillo, ma soprattutto abbiamo fermato la Lega dimostrando che qui in Liguria il
popolo siamo noi del centrosinistra e del Pd”.
Confermato
anche il governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle
Regioni Vasco Errani: ha ottenuto il 52% dei voti contro la sfidante del
centrodestra, Anna Maria Bernini, che si è fermata al 36,7%. Da segnalare anche
qui il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo, che ha ottenuto il 7% dei voti
con il candidato Giovanni Favia. Errani ha perso 10 punti percentuali rispetto
alla competizione del 2005.
Il
centrosinistra vince anche in Toscana. Enrico Rossi ottiene il 59,7% delle
preferenze, fermando la candidata del centrodestra Monica Faenzi al 34,4%.
Enrico Rossi, già assessore alla Sanità nella giunta di Claudio Martini,
proseguirebbe quindi l’operato del suo predecessore.
Risultato
deciso anche in Basilicata: il presidente uscente Vito De Filippo
(centrosinistra) supera il 60%, doppiando Nicola Pagliuca (centrodestra), al di
sotto del 28%. Magdi Cristiano Allam, dell’Udc, si ferma
all’8,6%.
Infine,
è stato riconfermato nelle Marche il governatore uscente del centrosinistra Gian
Mario Spacca, con il 52,1% dei voti, contro il 39,7% del centrodestra di Erminio
Marinelli. Buona percentuale anche per Sinistra e libertà, che con Massimo Rossi
ha ottenuto il 7,1%.
Tra
le conquiste del centrodestra, invece, netta la vittoria per Stefano Caldoro in
Campania: con il 54% dei voti, contro il 43% del candidato Pd e sindaco di
Salerno Vincenzo De Luca, ottiene la presidenza della Regione. “Abbiamo raccolto
una grande volontà di cambiamento – ha commentato Caldoro – Il voto dimostra che
la gente vuole fatti e non più parole. Abbiamo un grande senso di
responsabilità, per questo da domani mattina saremo già a
lavoro”.
In
Calabria, infine, bocciatura per il governatore uscente Agazio Loiero (candidato
Pd, al 32%), superato nettamente dalle preferenze per il sindaco di Reggio
Calabria Giuseppe Scopelliti (centrodestra), al 58%. Filippo Callipo, candidato
Idv-Lista Pannella, ottiene invece il 10% delle preferenze. Loiero ha dichiarato
di non comprendere i motivi della sua sconfitta.
Camera
– (C. 3350) dl incentivi: approda a Montecitorio ddl di
conversione. Testo assegnato a commissioni Finanza e Attività produttive.
Milanese (Pdl) relatore per VI gruppo di lavoro
È
stato trasmesso questa mattina all’Aula di Montecitorio il disegno di legge di
conversione (C. 3350) del decreto legge 40/2010, noto come dl incentivi,
approvato dal Consiglio dei ministri il 19 marzo scorso e pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale di venerdì 26 marzo (vedi ES 28659, http://www.es-comunicazione.it/pages/nvn.php?news_id=28658”>28658).
Il provvedimento è stato assegnato all’esame in sede referente delle commissioni
Finanze e Attività produttive riunite, che avvieranno la discussione giovedì 8
aprile. Relatore per la VI commissione è stato nominato il deputato del Pdl
Marco Milanese (eletto in Campania), mentre non è stato ancora designato quello
per la X commissione.
Sul
provvedimento sono stati inoltre richiesti i pareri in sede consultiva delle
commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Affari esteri, Difesa, Bilancio,
Ambiente, Trasporti, Agricoltura, Politiche Ue e della bicamerale sulle
questioni regionali.
Nei
prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale anche il decreto del
ministero dello Sviluppo economico che fissa le modalità di accesso ed
erogazione degli incentivi (vedi schema allegato), rendendoli operativi dal 6
aprile 2010.
La
legge di conversione del dl 40/2010 dovrà essere approvata dal Parlamento entro
il 25 maggio 2010.
Senato
– (S. 2070) Agenzia nazionale beni sequestrati alla mafia: via
libera definitivo al ddl di conversione. I contenuti del
provvedimento
E’
stato licenziato definitivamente ieri dall’Aula del Senato il disegno di legge
di conversione del decreto-legge 4/2010 che istituisce l’Agenzia nazionale per
l’amministrazione dei beni sequestrati alla mafia. Il testo, ampiamente
modificato nel corso dell’esame alla Camera, è stato approvato all’unanimità e
senza alcuna modifica dal Senato. L’Agenzia avrà sede a Reggio Calabria e una
sede operativa a Palermo, come stabilisce un ordine del giorno caldeggiato dal
presidente del Senato Renato Schifani. L’istituzione dell’Agenzia, finalizzata a
una rapida ed efficace allocazione dei beni sequestrati, è stato oggetto di
alcune proposte di legge bipartisan, unificate nel corso dell’esame a
Montecitorio. Tra le modifiche intervenute sul documento, va rilevato il ruolo
degli amministratori giudiziari, che, coadiuvati dall’Agenzia, gestiscono il
bene sequestrato fino alla confisca di primo grado. Nella fase successiva, poi,
l’amministrazione dei beni è affidata all’Agenzia, che può avvalersi di
coadiutori. Si ricorda che la nomina degli amministratori giudiziari avviene tra
i soggetti iscritti all’albo nazionale. Il disegno di legge prevede poi che nel
caso di mancata assegnazione in concessione di beni immobili a comunità, enti e
associazioni, gli enti territoriali possano utilizzare gli stessi a fini di
lucro, reimpiegando tuttavia i profitti per finalità
sociali.
Riguardo
agli organi dell’Agenzia, infine, il testo prevede la nomina di un direttore,
scelto tra i prefetti, e un consiglio direttivo composto di 5 membri. Durante la
conferenza stampa del Consiglio dei ministri del 4 febbraio scorso, il ministro
dell’Interno Roberto Maroni ha annunciato la nomina di Alberto Di Pace a
direttore dell’Agenzia per i beni sequestrati alla mafia, e elencato gli altri
componenti dell’Agenzia, nominati con Dpcm firmato nello stesso giorno dal
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: Carlo Meloni, in rappresentanza del
ministero dell’Interno, Luigi Birritteri, in rappresentanza del ministero della
Giustizia, Alberto Cisterna, sostituto procuratore antimafia designato dal
Procuratore nazionale antimafia, e Maurizio Prato, in rappresentanza del
ministero dell’Economia.
Camera
– fabbricati rurali:
esiste già norma esclusione pagamento Ici. Molgora risponde a Negro
(Lnp)
La
disciplina sull’Imposta comunale degli immobili (Ici), dettata dal dl
milleproroghe (n. 207/2008) – convertito in legge n. 14/2009 – presenta una
norma di carattere interpretativo che esclude gli immobili rurali dal pagamento
di questo tributo locale.
Lo
sostiene il sottosegretario all’Economia Daniele Molgora nella risposta scritta
inviata alla Presidenza della Camera all’interrogazione presentata da Giovanna
Negro (Lnp-Veneto) per chiedere al governo di chiarire in maniera definitiva
l’esclusione dei fabbricati rurali dall’applicazione
dell’Ici.
L’esenzione,
in pratica, si applica in base al riconoscimento dei requisiti di ruralità dei
fabbricati previsti dall’articolo 9, comma 3, della legge (n. 133/1994) di
conversione del decreto legge (n. 557/1993) sugli interventi correttivi alla
finanza pubblica per l’anno 1994.
I
problemi sull’applicazione di questa normativa, sostiene Molgora, derivano da
contrasti nella giurisprudenza della Corte di
Cassazione.
Infatti,
le sentenze n. 18565 e n. 18570, entrambe del 21 agosto 2009, hanno stabilito
che la ruralità può essere riconosciuta solo qualora i fabbricati siano
accatastati nella categoria A/6 o D/10, a seconda che siano rispettivamente
abitativi o strumentali all’esercizio dell’attività agricola. Successivamente,
con la sentenza n. 24299 del 18 novembre 2009, la Suprema Corte ha affermato che
non è soggetto all’Ici l’immobile che indipendentemente dalla sua iscrizione nel
catasto fabbricati, sia rurale “in quanto utilizzato per la manipolazione,
trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti
agricoli dei soci”.
Quirinale
– Presidente Napolitano
rinvia alle Camere il collegato lavoro chiedendo più tutela per lavoratori e
riforme condivise. Sacconi auspica riesame
rapido
Con
una lunga lettera motivata (vedi allegato) indirizzata al presidente del Senato
Renato Schifani e a quello della Camera, Gianfranco Fini, il capo dello Stato
Giorgio Napolitano ha rinviato al Parlamento il disegno di legge collegato alla
Finanziaria 2009 che contiene la riforma del diritto del lavoro, oltre a
un’ampia e diversificata serie di norme che vanno dalla riforma degli incentivi
alle aziende alla riorganizzazione di enti vigilati dal ministero del Lavoro e
da quello della Salute. Napolitano ha motivato la sua decisione con “l’estrema
l’eterogeneità” del provvedimento, che presentato dal governo a nel luglio 2008
con un testo formato da soli 9 articoli, è uscito il 4 marzo scorso dal Senato,
dopo quasi due anni di dibattito, con ben 50 articoli. Le critiche del
presidente della Repubblica si sono poi concentrate soprattutto sulle
disposizioni contenute negli articoli 20 e 31. Quest’ultimo, come noto, ha
introdotto la possibilità di affidare a un arbitro, invece che a un giudice, la
risoluzione delle controversie fra lavoratori e datori di lavoro. Disposizione
che è stata giudicata una vera “controriforma” dai giuslavoristi e che ha
sollevato durissime reazioni da parte dei sindacati secondo i quali in questo
modo verrebbe implicitamente abrogato l’articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori. Articolo che tutela i dipendenti dal licenziamento senza giusta
causa con la possibilità di ricorrere al giudice del lavoro. L’altra norma nel
mirino di Napolitano è quella relativa al riconoscimento delle responsabilità
per le infezioni da amianto subite da personale in forza sulle navi della Marina
militare. Il Quirinale ha quindi chiesto una ridefinizione del provvedimento
per garantire maggior tutela ai lavoratori. Commentando il rinvio alle Camere
del provvedimento il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha auspicato un rapido
riesame parlamentare del ddl sul lavoro. Sacconi ha poi sottolineato i tre nodi
sollevati da Napolitano con riguardo all’articolo 31: una più precisa
definizione dell’arbitrato, i limiti entro cui ammettere la possibilità per il
lavoratore di concordare il rinvio agli arbitri di futuri contenziosi all’atto
dell’assunzione e lo spazio di intervento sostitutivo del ministro in caso di
mancato accordo tra le parti sociali. Il provvedimento dunque ripartirà da uno
dei due rami del Parlamento. E’ probabile che il testo sarà inserito nei lavori
delle commissioni competenti a partire dalla ripresa dei lavori delle Camere
dopo la pausa per le festività di Pasqua.
Camera
– Jannone (Pdl): ridare slancio al settore agricolo per
riattivare l’economia italiana
La
crisi economica degli ultimi due anni ha travolto il settore agricolo,
provocando un aumento considerevole dei prezzi a fronte di una redditività
aziendale in costante diminuzione. Secondo un rapporto di Confagricoltura, tra
il 2008 e il 2009, a fronte di un calo dello 0,8% dei prezzi all’origine dei
prodotti agricoli, gli agricoltori hanno subito un aumento del 26,8% dei prezzi
dei mezzi di produzione. È nel modo di considerare l’agricoltura, nello studio
dei provvedimenti dedicati e nella sua rilevanza che le associazioni di settore
chiedono di modificare l’atteggiamento delle istituzioni. Quali iniziative
intende adottare il governo per ridare slancio a un settore vitale per
l’economia italiana? Lo chiede Giorgio Jannone (Pdl-Lombardia) al ministro delle
Politiche agricole Luca Zaia, con un’interrogazione a risposta scritta
presentata ieri durante la seduta d’Aula.
Governo
– cdm respinge dimissioni ministro Fitto. Approvati
provvedimenti su commercio estero e lavori pubblici
Il
Consiglio dei ministri ha respinto oggi le dimissioni presentate dal ministro
per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto a seguito della sconfitta
elettorale in Puglia.
Nel
corso della seduta, l’esecutivo ha inoltre approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, uno
schema di regolamento sulle modalità di rilascio delle informazioni riguardanti
gli accessi e gli accertamenti effettuati nei cantieri delle imprese interessate
all’esecuzione dei lavori pubblici; su proposta del ministro delle Politiche Ue,
Andrea Ronchi, un decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2007/23
per la disciplina della immissione di articoli pirotecnici e, su proposta del
ministro degli Esteri, Franco Frattini, un disegno di legge per la ratifica e
l’esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione fra l’Italia e la
Federazione Russa per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul
reddito e sul patrimonio e prevenire le evasioni fiscali.
EVENTI
CONAF
E’
uscito il nuovo numero di AF in pdf, che contiene un inserto sul Regolamento per
la formazione professionale permanente dei dottori agronomi e dottori forestali,
oltre ad alcuni interessanti articoli tecnici. La rivista cartacea è in fase di
distribuzione postale.
La
rivista è scaricabile e disponibile alla lettura al link http://www.conaf.it/rivista-af.
Nelle
Istituzioni
–
calendario della settimana dal 6 al 9 aprile
2010
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni
sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil sulla situazione del settore
bieticolo-saccarifero
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.00 – Camera, commissione
Agricoltura;
Indagine conoscitiva sulle opere
irrigue
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine;
Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento
delle imprese agricole
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine;
Audizione dei rappresentanti della Banca d’Italia
nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese
agricole
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine:
Interrogazioni a risposta immediata su argomenti
di competenza del ministero dell’Economia
·
Giovedì 8 aprile, al
termine votazioni Assemblea – Camera, commissione
Finanze;
Legge
comunitaria 2009 (esame C. 2449 /B Governo, approvato dalla Camera e modificato
dal Senato) – relatore Nicola Formichella
(Pdl-Campania)
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 18.00 – Camera, commissione Agricoltura, sede
consultiva;
·
Giovedì 8 aprile, al
termine votazioni Assemblea – Camera, commissioni Finanze, Ambiente,
Attività produttive, Lavoro, Affari sociali e Agricoltura, sede consultiva.
Le
notizie dal 29 marzo al 4 aprile
MONITORAGGIO
LEGISLATIVO
·
30 marzo
·
31
marzo
Camera – Jannone (Pdl): ridare slancio al settore agricolo per
riattivare l’economia italiana
Governo – cdm respinge
dimissioni ministro Fitto. Approvati provvedimenti su commercio estero e lavori
pubblici
EVENTI
CONAF
AF 4/2009
AGENDA
Nelle
Istituzioni – calendario della settimana dal 6 al 9 aprile
2010
MONITORAGGIO
LEGISLATIVO
Elezioni
regionali,
7 Regioni al centrosinistra e 6 al centrodestra. Voto al fotofinish per Lazio e
Piemonte
Le
elezioni regionali si sono concluse con un bilancio che denota un forte
astensionismo (affluenza nazionale al 63,6%, -8% rispetto alle regionali del
2005) e la vittoria di Pdl e Lega. Nonostante la competizione si sia conclusa
con 7 Regioni al centrosinistra e 6 al centrodestra, la coalizione di governo ha
espugnato, dopo un estenuante testa a testa, Piemonte e Lazio, che vanno
rispettivamente a Roberto Cota della Lega e Renata Polverini per il Pdl.
In
Piemonte la sfida è stata giocata fino all’ultimo voto, che ha assegnato però la
vittoria al leghista con il 47,34% contro la governatrice uscente Mercedes
Bresso (46,9%). La Bresso ha già annunciato ricorso. Il centrosinistra è
risultato penalizzato dai voti di Davide Bono, per il Movimento Cinque Stelle –
Beppe Grillo, pari al 4%.
Nel
Lazio solo in tarda notte si è avuta la conferma della vittoria della
sindacalista Ugl sul leader radicale Emma Bonino: le due candidate sono state
per lungo tempo alla pari nelle proiezioni, e il risultato finale ha consegnato
la presidenza alla Polverini con il 51,13% di voti, mentre la Bonino si è
attestata sul 48%. La città di Roma ha però premiato la radicale, che ha
ottenuto il 54,1% dei voti, mentre la Polverini, al 45,2%, sarebbe stata eletta
con i voti delle province. Nella nottata, a piazza del Popolo, il neogovernatore
ha dichiarato: “I dati dicono che stiamo vincendo e questo dimostra che i
miracoli sono possibili, che quando la gente vuole tutto è possibile”.
Lo
schieramento di maggioranza si conferma poi con ampi margini in Lombardia e
Veneto. In Lombardia, Roberto Formigoni, al suo terzo mandato, ottiene il 56,1%
contro il 33,3% di Filippo Penati, candidato del centrosinistra. Plebiscitaria,
poi, l’elezione del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia in Veneto: il
candidato leghista, appoggiato anche dal Pdl, diventa governatore superando il
60% del voti. Giuseppe Bortolussi, del centrosinistra, è molto distante, al 29%.
La Lega nord è risultato il primo partito in Veneto, con il 35% dei voti.
“Questo risultato mi dà grande responsabilità – ha dichiarato Zaia – .Ci sono
oltre 4 milioni di veneti che attendono risposte. La prima risposta è quella del
federalismo”.
La
consolazione del centrosinistra è di avere mantenuto le roccaforti tradizionali
di Umbria, Marche, Liguria, Emilia Romagna, Basilicata e Toscana, oltre alla
Puglia che già deteneva, e che ha conservato grazie alla scelta dell’Udc di
correre da sola. In Puglia, infatti, il governatore uscente Nichi Vendola
(Sinistra e libertà) è stato confermato con il 48,69% delle preferenze, contro
il 42,25 di Rocco Palese (Pdl), ma si è attestata attorno all’8,7% la candidata
centrista Adriana Poli Bortone di Io Sud-Udc.
In
Umbria, poi, si è affermata la candidata del centrosinistra Catiuscia Marini,
con il 57,2% dei voti rispetto al centrodestra con Fiammetta Modena, al 37,7%.
La candidata dell’Udc e deputata Paola Binetti si è attestata al
5%.
Dopo
un’iniziale incertezza, anche in Liguria vince il candidato del centrosinistra e
governatore uscente Claudio Burlando, con il 52,1%. Sandro Biasotti del
centrodestra si ferma al 47,8%. Burlando, eletto anche con il sostegno dell’Udc,
ha dichiarato: “Abbiamo costruito un’operazione politica straordinaria, abbiamo
allargato la coalizione all’Udc e ci siamo rivolti anche agli elettori di Beppe
Grillo, ma soprattutto abbiamo fermato la Lega dimostrando che qui in Liguria il
popolo siamo noi del centrosinistra e del Pd”.
Confermato
anche il governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle
Regioni Vasco Errani: ha ottenuto il 52% dei voti contro la sfidante del
centrodestra, Anna Maria Bernini, che si è fermata al 36,7%. Da segnalare anche
qui il Movimento cinque stelle di Beppe Grillo, che ha ottenuto il 7% dei voti
con il candidato Giovanni Favia. Errani ha perso 10 punti percentuali rispetto
alla competizione del 2005.
Il
centrosinistra vince anche in Toscana. Enrico Rossi ottiene il 59,7% delle
preferenze, fermando la candidata del centrodestra Monica Faenzi al 34,4%.
Enrico Rossi, già assessore alla Sanità nella giunta di Claudio Martini,
proseguirebbe quindi l’operato del suo predecessore.
Risultato
deciso anche in Basilicata: il presidente uscente Vito De Filippo
(centrosinistra) supera il 60%, doppiando Nicola Pagliuca (centrodestra), al di
sotto del 28%. Magdi Cristiano Allam, dell’Udc, si ferma
all’8,6%.
Infine,
è stato riconfermato nelle Marche il governatore uscente del centrosinistra Gian
Mario Spacca, con il 52,1% dei voti, contro il 39,7% del centrodestra di Erminio
Marinelli. Buona percentuale anche per Sinistra e libertà, che con Massimo Rossi
ha ottenuto il 7,1%.
Tra
le conquiste del centrodestra, invece, netta la vittoria per Stefano Caldoro in
Campania: con il 54% dei voti, contro il 43% del candidato Pd e sindaco di
Salerno Vincenzo De Luca, ottiene la presidenza della Regione. “Abbiamo raccolto
una grande volontà di cambiamento – ha commentato Caldoro – Il voto dimostra che
la gente vuole fatti e non più parole. Abbiamo un grande senso di
responsabilità, per questo da domani mattina saremo già a
lavoro”.
In
Calabria, infine, bocciatura per il governatore uscente Agazio Loiero (candidato
Pd, al 32%), superato nettamente dalle preferenze per il sindaco di Reggio
Calabria Giuseppe Scopelliti (centrodestra), al 58%. Filippo Callipo, candidato
Idv-Lista Pannella, ottiene invece il 10% delle preferenze. Loiero ha dichiarato
di non comprendere i motivi della sua sconfitta.
Camera
– (C. 3350) dl incentivi: approda a Montecitorio ddl di
conversione. Testo assegnato a commissioni Finanza e Attività produttive.
Milanese (Pdl) relatore per VI gruppo di lavoro
È
stato trasmesso questa mattina all’Aula di Montecitorio il disegno di legge di
conversione (C. 3350) del decreto legge 40/2010, noto come dl incentivi,
approvato dal Consiglio dei ministri il 19 marzo scorso e pubblicato sulla
Gazzetta ufficiale di venerdì 26 marzo (vedi ES 28659, http://www.es-comunicazione.it/pages/nvn.php?news_id=28658”>28658).
Il provvedimento è stato assegnato all’esame in sede referente delle commissioni
Finanze e Attività produttive riunite, che avvieranno la discussione giovedì 8
aprile. Relatore per la VI commissione è stato nominato il deputato del Pdl
Marco Milanese (eletto in Campania), mentre non è stato ancora designato quello
per la X commissione.
Sul
provvedimento sono stati inoltre richiesti i pareri in sede consultiva delle
commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Affari esteri, Difesa, Bilancio,
Ambiente, Trasporti, Agricoltura, Politiche Ue e della bicamerale sulle
questioni regionali.
Nei
prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale anche il decreto del
ministero dello Sviluppo economico che fissa le modalità di accesso ed
erogazione degli incentivi (vedi schema allegato), rendendoli operativi dal 6
aprile 2010.
La
legge di conversione del dl 40/2010 dovrà essere approvata dal Parlamento entro
il 25 maggio 2010.
Senato
– (S. 2070) Agenzia nazionale beni sequestrati alla mafia: via
libera definitivo al ddl di conversione. I contenuti del
provvedimento
E’
stato licenziato definitivamente ieri dall’Aula del Senato il disegno di legge
di conversione del decreto-legge 4/2010 che istituisce l’Agenzia nazionale per
l’amministrazione dei beni sequestrati alla mafia. Il testo, ampiamente
modificato nel corso dell’esame alla Camera, è stato approvato all’unanimità e
senza alcuna modifica dal Senato. L’Agenzia avrà sede a Reggio Calabria e una
sede operativa a Palermo, come stabilisce un ordine del giorno caldeggiato dal
presidente del Senato Renato Schifani. L’istituzione dell’Agenzia, finalizzata a
una rapida ed efficace allocazione dei beni sequestrati, è stato oggetto di
alcune proposte di legge bipartisan, unificate nel corso dell’esame a
Montecitorio. Tra le modifiche intervenute sul documento, va rilevato il ruolo
degli amministratori giudiziari, che, coadiuvati dall’Agenzia, gestiscono il
bene sequestrato fino alla confisca di primo grado. Nella fase successiva, poi,
l’amministrazione dei beni è affidata all’Agenzia, che può avvalersi di
coadiutori. Si ricorda che la nomina degli amministratori giudiziari avviene tra
i soggetti iscritti all’albo nazionale. Il disegno di legge prevede poi che nel
caso di mancata assegnazione in concessione di beni immobili a comunità, enti e
associazioni, gli enti territoriali possano utilizzare gli stessi a fini di
lucro, reimpiegando tuttavia i profitti per finalità
sociali.
Riguardo
agli organi dell’Agenzia, infine, il testo prevede la nomina di un direttore,
scelto tra i prefetti, e un consiglio direttivo composto di 5 membri. Durante la
conferenza stampa del Consiglio dei ministri del 4 febbraio scorso, il ministro
dell’Interno Roberto Maroni ha annunciato la nomina di Alberto Di Pace a
direttore dell’Agenzia per i beni sequestrati alla mafia, e elencato gli altri
componenti dell’Agenzia, nominati con Dpcm firmato nello stesso giorno dal
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: Carlo Meloni, in rappresentanza del
ministero dell’Interno, Luigi Birritteri, in rappresentanza del ministero della
Giustizia, Alberto Cisterna, sostituto procuratore antimafia designato dal
Procuratore nazionale antimafia, e Maurizio Prato, in rappresentanza del
ministero dell’Economia.
Camera
– fabbricati rurali:
esiste già norma esclusione pagamento Ici. Molgora risponde a Negro
(Lnp)
La
disciplina sull’Imposta comunale degli immobili (Ici), dettata dal dl
milleproroghe (n. 207/2008) – convertito in legge n. 14/2009 – presenta una
norma di carattere interpretativo che esclude gli immobili rurali dal pagamento
di questo tributo locale.
Lo
sostiene il sottosegretario all’Economia Daniele Molgora nella risposta scritta
inviata alla Presidenza della Camera all’interrogazione presentata da Giovanna
Negro (Lnp-Veneto) per chiedere al governo di chiarire in maniera definitiva
l’esclusione dei fabbricati rurali dall’applicazione
dell’Ici.
L’esenzione,
in pratica, si applica in base al riconoscimento dei requisiti di ruralità dei
fabbricati previsti dall’articolo 9, comma 3, della legge (n. 133/1994) di
conversione del decreto legge (n. 557/1993) sugli interventi correttivi alla
finanza pubblica per l’anno 1994.
I
problemi sull’applicazione di questa normativa, sostiene Molgora, derivano da
contrasti nella giurisprudenza della Corte di
Cassazione.
Infatti,
le sentenze n. 18565 e n. 18570, entrambe del 21 agosto 2009, hanno stabilito
che la ruralità può essere riconosciuta solo qualora i fabbricati siano
accatastati nella categoria A/6 o D/10, a seconda che siano rispettivamente
abitativi o strumentali all’esercizio dell’attività agricola. Successivamente,
con la sentenza n. 24299 del 18 novembre 2009, la Suprema Corte ha affermato che
non è soggetto all’Ici l’immobile che indipendentemente dalla sua iscrizione nel
catasto fabbricati, sia rurale “in quanto utilizzato per la manipolazione,
trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti
agricoli dei soci”.
Quirinale
– Presidente Napolitano
rinvia alle Camere il collegato lavoro chiedendo più tutela per lavoratori e
riforme condivise. Sacconi auspica riesame
rapido
Con
una lunga lettera motivata (vedi allegato) indirizzata al presidente del Senato
Renato Schifani e a quello della Camera, Gianfranco Fini, il capo dello Stato
Giorgio Napolitano ha rinviato al Parlamento il disegno di legge collegato alla
Finanziaria 2009 che contiene la riforma del diritto del lavoro, oltre a
un’ampia e diversificata serie di norme che vanno dalla riforma degli incentivi
alle aziende alla riorganizzazione di enti vigilati dal ministero del Lavoro e
da quello della Salute. Napolitano ha motivato la sua decisione con “l’estrema
l’eterogeneità” del provvedimento, che presentato dal governo a nel luglio 2008
con un testo formato da soli 9 articoli, è uscito il 4 marzo scorso dal Senato,
dopo quasi due anni di dibattito, con ben 50 articoli. Le critiche del
presidente della Repubblica si sono poi concentrate soprattutto sulle
disposizioni contenute negli articoli 20 e 31. Quest’ultimo, come noto, ha
introdotto la possibilità di affidare a un arbitro, invece che a un giudice, la
risoluzione delle controversie fra lavoratori e datori di lavoro. Disposizione
che è stata giudicata una vera “controriforma” dai giuslavoristi e che ha
sollevato durissime reazioni da parte dei sindacati secondo i quali in questo
modo verrebbe implicitamente abrogato l’articolo 18 dello Statuto dei
lavoratori. Articolo che tutela i dipendenti dal licenziamento senza giusta
causa con la possibilità di ricorrere al giudice del lavoro. L’altra norma nel
mirino di Napolitano è quella relativa al riconoscimento delle responsabilità
per le infezioni da amianto subite da personale in forza sulle navi della Marina
militare. Il Quirinale ha quindi chiesto una ridefinizione del provvedimento
per garantire maggior tutela ai lavoratori. Commentando il rinvio alle Camere
del provvedimento il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha auspicato un rapido
riesame parlamentare del ddl sul lavoro. Sacconi ha poi sottolineato i tre nodi
sollevati da Napolitano con riguardo all’articolo 31: una più precisa
definizione dell’arbitrato, i limiti entro cui ammettere la possibilità per il
lavoratore di concordare il rinvio agli arbitri di futuri contenziosi all’atto
dell’assunzione e lo spazio di intervento sostitutivo del ministro in caso di
mancato accordo tra le parti sociali. Il provvedimento dunque ripartirà da uno
dei due rami del Parlamento. E’ probabile che il testo sarà inserito nei lavori
delle commissioni competenti a partire dalla ripresa dei lavori delle Camere
dopo la pausa per le festività di Pasqua.
Camera
– Jannone (Pdl): ridare slancio al settore agricolo per
riattivare l’economia italiana
La
crisi economica degli ultimi due anni ha travolto il settore agricolo,
provocando un aumento considerevole dei prezzi a fronte di una redditività
aziendale in costante diminuzione. Secondo un rapporto di Confagricoltura, tra
il 2008 e il 2009, a fronte di un calo dello 0,8% dei prezzi all’origine dei
prodotti agricoli, gli agricoltori hanno subito un aumento del 26,8% dei prezzi
dei mezzi di produzione. È nel modo di considerare l’agricoltura, nello studio
dei provvedimenti dedicati e nella sua rilevanza che le associazioni di settore
chiedono di modificare l’atteggiamento delle istituzioni. Quali iniziative
intende adottare il governo per ridare slancio a un settore vitale per
l’economia italiana? Lo chiede Giorgio Jannone (Pdl-Lombardia) al ministro delle
Politiche agricole Luca Zaia, con un’interrogazione a risposta scritta
presentata ieri durante la seduta d’Aula.
Governo
– cdm respinge dimissioni ministro Fitto. Approvati
provvedimenti su commercio estero e lavori pubblici
Il
Consiglio dei ministri ha respinto oggi le dimissioni presentate dal ministro
per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto a seguito della sconfitta
elettorale in Puglia.
Nel
corso della seduta, l’esecutivo ha inoltre approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, uno
schema di regolamento sulle modalità di rilascio delle informazioni riguardanti
gli accessi e gli accertamenti effettuati nei cantieri delle imprese interessate
all’esecuzione dei lavori pubblici; su proposta del ministro delle Politiche Ue,
Andrea Ronchi, un decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2007/23
per la disciplina della immissione di articoli pirotecnici e, su proposta del
ministro degli Esteri, Franco Frattini, un disegno di legge per la ratifica e
l’esecuzione del Protocollo di modifica alla Convenzione fra l’Italia e la
Federazione Russa per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul
reddito e sul patrimonio e prevenire le evasioni fiscali.
EVENTI
CONAF
E’
uscito il nuovo numero di AF in pdf, che contiene un inserto sul Regolamento per
la formazione professionale permanente dei dottori agronomi e dottori forestali,
oltre ad alcuni interessanti articoli tecnici. La rivista cartacea è in fase di
distribuzione postale.
La
rivista è scaricabile e disponibile alla lettura al link http://www.conaf.it/rivista-af.
Nelle
Istituzioni
–
calendario della settimana dal 6 al 9 aprile
2010
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni
sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil sulla situazione del settore
bieticolo-saccarifero
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.00 – Camera, commissione
Agricoltura;
Indagine conoscitiva sulle opere
irrigue
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine;
Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento
delle imprese agricole
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine;
Audizione dei rappresentanti della Banca d’Italia
nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese
agricole
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 17.30 – Camera, commissione
Agricoltura, deliberazione di una
proroga del termine:
Interrogazioni a risposta immediata su argomenti
di competenza del ministero dell’Economia
·
Giovedì 8 aprile, al
termine votazioni Assemblea – Camera, commissione
Finanze;
Legge
comunitaria 2009 (esame C. 2449 /B Governo, approvato dalla Camera e modificato
dal Senato) – relatore Nicola Formichella
(Pdl-Campania)
·
Mercoledì 7 aprile,
ore 18.00 – Camera, commissione Agricoltura, sede
consultiva;
·
Giovedì 8 aprile, al
termine votazioni Assemblea – Camera, commissioni Finanze, Ambiente,
Attività produttive, Lavoro, Affari sociali e Agricoltura, sede consultiva.