<<Come ogni cambiamento epocale è necessaria la massima prudenza, anche se bisogna prendere in considerazione che la scienza non può essere fermata>>. Questo il primo commento di Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) sulla decisione odierna della Commissione europea che ha concesso l’autorizzazione a coltivare la patata ogm Amflora (per uso industriale e utilizzo dei prodotti dell’amido della patata come mangime), prodotta dalla multinazionale Basf. Una decisione che mette la parola fine alla moratoria in vigore dal 1998, e rappresenta il primo sì di Bruxelles agli organismi geneticamente modificati, dopo anni di dibattiti su questo tipo di coltivazioni.
<<Auspico – ha aggiunto Sisti – che la ricerca scientifica in Europa non si appiattisca sulle logiche di solo mercato, della produttività esasperata, e che in Italia la diversità biologica delle nostre produzioni possa ancora rappresentare il presupposto per uno sviluppo economico delle aree rurali dei nostri territori. D’accordo anche con quanto dichiarato dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, nelle scorse settimane di non voler imporre la coltura e “la cultura” degli Ogm in Europa>>.
Roma, 2 marzo 2010
c.s. 20
ufficio stampa Conaf
0577 392256
<<Come ogni cambiamento epocale è necessaria la massima prudenza, anche se bisogna prendere in considerazione che la scienza non può essere fermata>>. Questo il primo commento di Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf) sulla decisione odierna della Commissione europea che ha concesso l’autorizzazione a coltivare la patata ogm Amflora (per uso industriale e utilizzo dei prodotti dell’amido della patata come mangime), prodotta dalla multinazionale Basf. Una decisione che mette la parola fine alla moratoria in vigore dal 1998, e rappresenta il primo sì di Bruxelles agli organismi geneticamente modificati, dopo anni di dibattiti su questo tipo di coltivazioni.
<<Auspico – ha aggiunto Sisti – che la ricerca scientifica in Europa non si appiattisca sulle logiche di solo mercato, della produttività esasperata, e che in Italia la diversità biologica delle nostre produzioni possa ancora rappresentare il presupposto per uno sviluppo economico delle aree rurali dei nostri territori. D’accordo anche con quanto dichiarato dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, nelle scorse settimane di non voler imporre la coltura e “la cultura” degli Ogm in Europa>>.
Roma, 2 marzo 2010
c.s. 20
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