“Positivo l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine degli oli extravergini e vergini di oliva, ma questo dovrà essere confermato attraverso un adeguato sistema di controlli e non dovrà tradursi in un costo aggiuntivo per i produttori”. Questo in sintesi il commento del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), sul voto favorevole del Comitato di gestione olio di oliva della Commissione europea, che ha approvato la modifica del Reg. CE n. 1019/02 sull’etichettatura dell’olio d’oliva.
Il provvedimento che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e in vigore dal 1° luglio 2009, stabilisce l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva.
“Si tratta di un importante passo in avanti per il riconoscimento e la tutela di una delle produzioni più significative del Made in Italy – sottolinea Rosanna Zari, vicepresidente Conaf – come l’olio d’oliva, simbolo del nostro agroalimentare. Auspichiamo che provvedimenti simili possano essere estesi anche ad altre produzioni di qualità”. Un risultato importante per l’Italia, ma che non deve rimanere fine a se stesso: “Si tratta di una ulteriore garanzia per la qualità delle nostre produzioni – prosegue Zari – che però dovrà essere attuata attraverso un sistema di controlli e di certificazioni reali che verifichino la veridicità della provenienza con un sistema simile alle Dop ed Igp. Insomma non si potrà transigere sui controlli, che dovranno essere effettuati da professionisti qualificati e competenti, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza alimentare per i consumatori e tutelare l’immagine delle imprese e delle produzioni italiane”.
Quali rischi potrebbero nascondersi dietro il nuovo provvedimento sull’etichetta? “E’ importante – afferma la vicepresidente Conaf – che la novità normativa non si traduca in un mero adempimento burocratico, dietro al quale mascherare poi oli di cattiva qualità e magari nemmeno extravergini. E in secondo luogo bisogna garantire che i controlli non diventino un aggravio di costi per i produttori”.
Roma, 6 febbraio 2009
c.s. n. 7
>>>
Ufficio stampa
primamedia – 0577.392256
“Positivo l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine degli oli extravergini e vergini di oliva, ma questo dovrà essere confermato attraverso un adeguato sistema di controlli e non dovrà tradursi in un costo aggiuntivo per i produttori”. Questo in sintesi il commento del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), sul voto favorevole del Comitato di gestione olio di oliva della Commissione europea, che ha approvato la modifica del Reg. CE n. 1019/02 sull’etichettatura dell’olio d’oliva.
Il provvedimento che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e in vigore dal 1° luglio 2009, stabilisce l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva.
“Si tratta di un importante passo in avanti per il riconoscimento e la tutela di una delle produzioni più significative del Made in Italy – sottolinea Rosanna Zari, vicepresidente Conaf – come l’olio d’oliva, simbolo del nostro agroalimentare. Auspichiamo che provvedimenti simili possano essere estesi anche ad altre produzioni di qualità”. Un risultato importante per l’Italia, ma che non deve rimanere fine a se stesso: “Si tratta di una ulteriore garanzia per la qualità delle nostre produzioni – prosegue Zari – che però dovrà essere attuata attraverso un sistema di controlli e di certificazioni reali che verifichino la veridicità della provenienza con un sistema simile alle Dop ed Igp. Insomma non si potrà transigere sui controlli, che dovranno essere effettuati da professionisti qualificati e competenti, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza alimentare per i consumatori e tutelare l’immagine delle imprese e delle produzioni italiane”.
Quali rischi potrebbero nascondersi dietro il nuovo provvedimento sull’etichetta? “E’ importante – afferma la vicepresidente Conaf – che la novità normativa non si traduca in un mero adempimento burocratico, dietro al quale mascherare poi oli di cattiva qualità e magari nemmeno extravergini. E in secondo luogo bisogna garantire che i controlli non diventino un aggravio di costi per i produttori”.
Roma, 6 febbraio 2009
c.s. n. 7
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