Oggi il CONAF, con il Consigliere Luca Crema. è stato audito dalle Commissioni riunite II e VI della Camera.
All’esame c’era l’Atto del Governo n.160, quello in cui si definisce la rendicontazione societaria di sostenibilità e adeguamento della normativa nazionale, la cosiddetta Direttiva CSRD.
“Davanti alle Commissioni riunite abbiamo fatto presente che la materia necessita di conoscenze specifiche applicate alle metodologie valutative, proprie di classi di laurea diverse da quelle che attualmente danno accesso all’abilitazione all’esercizio del revisore legale.
Luca Crema, consigliere CONAF
Le valutazioni di carattere ambientale, infatti, necessitano di una formazione accademica che faccia riferimento, oltre alle scienze economiche e giuridiche, anche alle scienze biologiche e agronomiche integrate dalla conoscenza dei cicli produttivi, complesso di conoscenze che nel settore agricolo, forestale e agroindustriale sono riconosciute ai professionisti iscritti all’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali.
Ecco perché abbiamo chiesto al legislatore di integrare le professionalità dei dottori agronomi e dei dottori forestali nell’ambito delle categorie deputate all’attività di certificazione di sostenibilità, almeno nel settore agricolo, agroindustriale e forestale, in cui processi e organizzazioni produttive presentano particolarità non assimilabili agli altri settori.”
COS’È LA CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE (CSRD)?
La CSRD è una Direttiva dell’Unione Europea in vigore dal gennaio 2023. Essa richiede alle imprese europee (comprese quelle del settore agricolo, agroalimentare e forestale) di valutare l’impatto delle proprie azioni ambientali, sociali e di governance (ESG).
Il provvedimento europeo va ben oltre all’obiettivo della rendicontazione, ma spinge a definire o riprogettare le strategie di sostenibilità in modo integrato alla gestione dei rischi e, più ampiamente del business.
La CSRD, quindi, svolge e svolgerà un ruolo cruciale nella promozione della sostenibilità e della resilienza in molti settori economici, comprese le filiere agroalimentari. Imponendo una rendicontazione completa degli impatti ambientali, infatti, la CSRD incoraggia gli agricoltori e le imprese agroalimentari e forestali a monitorare e a mitigare il loro contributo al cambiamento climatico.