Purtroppo, dobbiamo occuparci nuovamente di eventi che scaturiscono dal dissesto idrogeologico e dalla mancata manutenzione di tutti i corsi d'acqua. A ciò si aggiunga il mancato rispetto delle più semplici elementari norme di buon senso che dovrebbero governare il territorio. Quello che è accaduto in Liguria, quello che sta accadendo lungo il corso del fiume Po, quello che sta accadendo in Toscana, nel Lazio, in Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, insomma un po’ in tutte le regioni d'Italia è drammaticamente un segnale forte che il paese ci consegna, spiega l’ordine dei dottori agronomi e i dottori forestali.
“La pianificazione degli interventi da realizzare in tutto lo stivale italiano non è più procrastinabile: il susseguirsi di eventi calamitosi determina spesso azioni puntuali che contribuiscono alla messa in sicurezza dell’area interessata, ma avendo raramente la capacità e la possibilità di un intervento progettato e pianificato che valuti l’intero contesto. Una visione miope che deve essere assolutamente superata.” – Sabrina Diamanti, Presidente CONAF
“Occorre una pianificazione integrata, che vada oltre i confini amministrativi e territoriali, che riprenda il concetto di bacino imbrifero: intervenire a valle per la pulizia dei corsi d'acqua, ma anche a monte nel sistema agroforestale che garantisce un'attenuazione importante dei vari processi meteorici.” – Corrado Vigo, consigliere CONAF e referente del Dipartimento Sicurezza prevenzione e gestione delle emergenze e degli effetti dei cambiamenti climatici.
E le competenze specifiche che i dottori agronomi e i dottori forestali hanno in questo campo, non sono surrogabili da nessun'altra professione: è importante più che mai fare sistema e coordinare tutti i professionisti titolati ad intervenire per la prevenzione, solo così si potrà, lentamente, ridurre l’approccio della “somma urgenza”. Contestualmente si vuole ringraziare la Protezione Civile, i vigili del fuoco e tutti coloro che, con grande sacrificio e competenza, svolgono il loro lavoro nelle condizioni avverse in cui si trovano costretti a operare.
Roma, 26 novembre 2019
Purtroppo, dobbiamo occuparci nuovamente di eventi che scaturiscono dal dissesto idrogeologico e dalla mancata manutenzione di tutti i corsi d'acqua. A ciò si aggiunga il mancato rispetto delle più semplici elementari norme di buon senso che dovrebbero governare il territorio. Quello che è accaduto in Liguria, quello che sta accadendo lungo il corso del fiume Po, quello che sta accadendo in Toscana, nel Lazio, in Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Sicilia, insomma un po’ in tutte le regioni d'Italia è drammaticamente un segnale forte che il paese ci consegna, spiega l’ordine dei dottori agronomi e i dottori forestali.
“La pianificazione degli interventi da realizzare in tutto lo stivale italiano non è più procrastinabile: il susseguirsi di eventi calamitosi determina spesso azioni puntuali che contribuiscono alla messa in sicurezza dell’area interessata, ma avendo raramente la capacità e la possibilità di un intervento progettato e pianificato che valuti l’intero contesto. Una visione miope che deve essere assolutamente superata.” – Sabrina Diamanti, Presidente CONAF
“Occorre una pianificazione integrata, che vada oltre i confini amministrativi e territoriali, che riprenda il concetto di bacino imbrifero: intervenire a valle per la pulizia dei corsi d'acqua, ma anche a monte nel sistema agroforestale che garantisce un'attenuazione importante dei vari processi meteorici.” – Corrado Vigo, consigliere CONAF e referente del Dipartimento Sicurezza prevenzione e gestione delle emergenze e degli effetti dei cambiamenti climatici.
E le competenze specifiche che i dottori agronomi e i dottori forestali hanno in questo campo, non sono surrogabili da nessun'altra professione: è importante più che mai fare sistema e coordinare tutti i professionisti titolati ad intervenire per la prevenzione, solo così si potrà, lentamente, ridurre l’approccio della “somma urgenza”. Contestualmente si vuole ringraziare la Protezione Civile, i vigili del fuoco e tutti coloro che, con grande sacrificio e competenza, svolgono il loro lavoro nelle condizioni avverse in cui si trovano costretti a operare.
Roma, 26 novembre 2019