Benessere animale – 5 motivi per includere gli agronomi

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In questi giorni, in Parlamento, si discute di benessere animale. Un intervento in una filiera delicata, in cui occorre la competenza offerta da chi si è formato con corsi universitari specifici, proprio quelli seguiti dai dottori agronomi. Un concetto che, peraltro, il legislatore aveva già attribuito tra le competenze assegnate agli iscritti all’ordine dei dottori agronomi e forestali.

Con stupore quindi, i presidenti di CONAF (Consiglio Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali) e FIDSPA (Federazione Italiana Dottori in Scienze della Produzione Animale) hanno dovuto constatare la lacuna normativa e inviare le proposte emendative al decreto interministeriale del MIPAAF e del Ministero della Salute che definisce le regole e i requisiti per il funzionamento del “Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA).

Infatti, nelle bozze in circolazione, tra le figure del “valutatore” è stata omessa la figura professionale dell’agronomo che, come ricordano CONAF e FIDSPA è parte integrante del comparto zootecnico. Nella sua attività, infatti, è responsabile e competente sulle condizioni che determinano il benessere degli animali in allevamento.

È incoerente escludere una figura professionale come l’agronomo dal sistema di certificazione SQNBA, figura che ha acquisito e applica le competenze e le conoscenze delle produzioni zootecniche, del management dell’allevamento e della biosicurezza, ancora più specifiche se laureato nella classe di laurea LM 86 “Scienze zootecniche e tecnologie animali.” – Emiliano Lasagna, Presidente Nazionale FIDSPA

Non v’è dubbio che la svista compiuta dai redattori della bozza debba essere colmata, solo così si potrà ripristinare la corretta struttura della legge e offrire al sistema Paese la consulenza di professionisti preparati e qualificati quali sono i dottori agronomi.” – Sabrina Diamanti, Presidente CONAF

5 FASI PER PROGETTARE IL BENESSERE ANIMALE

Almeno 5 gli aspetti della filiera produttiva di cui l’agronomo è responsabile:

  1. in qualità di progettista delle strutture di allevamento, delle strutture di trasformazione e commercializzazione,
  2. per la stima delle produzioni animali e danni alle produzioni zootecniche,
  3. per la certificazione della qualità e quantità delle produzioni zootecniche, dei prodotti trasformati,
  4. per la consulenza nella gestione l’allevamento degli animali e della loro alimentazione,
  5. per la esecuzione delle analisi fisico-chimico-microbiologiche dei prodotti zootecnici e dei prodotti destinati alla alimentazione degli animali in allevamento.

Parallelamente alle proposte emendative, inoltre, il CONAF congiuntamente con l’ordine dei veterinari, ha chiesto l’inserimento di un rappresentante di entrambe le categorie professionali nel Comitato Tecnico Scientifico Benessere Animale (di cui all’Art. 11 dello Schema di Decreto).

 

Roma, 17 settembre 2021

In questi giorni, in Parlamento, si discute di benessere animale. Un intervento in una filiera delicata, in cui occorre la competenza offerta da chi si è formato con corsi universitari specifici, proprio quelli seguiti dai dottori agronomi. Un concetto che, peraltro, il legislatore aveva già attribuito tra le competenze assegnate agli iscritti all’ordine dei dottori agronomi e forestali.

Con stupore quindi, i presidenti di CONAF (Consiglio Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali) e FIDSPA (Federazione Italiana Dottori in Scienze della Produzione Animale) hanno dovuto constatare la lacuna normativa e inviare le proposte emendative al decreto interministeriale del MIPAAF e del Ministero della Salute che definisce le regole e i requisiti per il funzionamento del “Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA).

Infatti, nelle bozze in circolazione, tra le figure del “valutatore” è stata omessa la figura professionale dell’agronomo che, come ricordano CONAF e FIDSPA è parte integrante del comparto zootecnico. Nella sua attività, infatti, è responsabile e competente sulle condizioni che determinano il benessere degli animali in allevamento.

È incoerente escludere una figura professionale come l’agronomo dal sistema di certificazione SQNBA, figura che ha acquisito e applica le competenze e le conoscenze delle produzioni zootecniche, del management dell’allevamento e della biosicurezza, ancora più specifiche se laureato nella classe di laurea LM 86 “Scienze zootecniche e tecnologie animali.” – Emiliano Lasagna, Presidente Nazionale FIDSPA

Non v’è dubbio che la svista compiuta dai redattori della bozza debba essere colmata, solo così si potrà ripristinare la corretta struttura della legge e offrire al sistema Paese la consulenza di professionisti preparati e qualificati quali sono i dottori agronomi.” – Sabrina Diamanti, Presidente CONAF

5 FASI PER PROGETTARE IL BENESSERE ANIMALE

Almeno 5 gli aspetti della filiera produttiva di cui l’agronomo è responsabile:

  1. in qualità di progettista delle strutture di allevamento, delle strutture di trasformazione e commercializzazione,
  2. per la stima delle produzioni animali e danni alle produzioni zootecniche,
  3. per la certificazione della qualità e quantità delle produzioni zootecniche, dei prodotti trasformati,
  4. per la consulenza nella gestione l’allevamento degli animali e della loro alimentazione,
  5. per la esecuzione delle analisi fisico-chimico-microbiologiche dei prodotti zootecnici e dei prodotti destinati alla alimentazione degli animali in allevamento.

Parallelamente alle proposte emendative, inoltre, il CONAF congiuntamente con l’ordine dei veterinari, ha chiesto l’inserimento di un rappresentante di entrambe le categorie professionali nel Comitato Tecnico Scientifico Benessere Animale (di cui all’Art. 11 dello Schema di Decreto).

 

Roma, 17 settembre 2021