Ad oltre un anno dalla pubblicazione della legge sull’equo compenso, permangono numerose criticità che la rendono difficilmente applicabile, affermano gli esperti del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali. Urge pertanto un aggiornamento del Decreto Parametri (DM 140/12) quale primo passo per fornire uno strumento ai diversi interlocutori.
La definizione del valore alla base del calcolo del compenso, quella che attualmente propone il meccanismo del decreto parametri, allo stato attuale si riferisce esclusivamente al costo economico dell’opera: ciò funziona se l’opera ha un’accezione ingegneristica, ma crea difficoltà in moltissimi altri ambiti professionali quando, cioè, bisogna calcolare i compensi di attività che non hanno per oggetto opere fisiche.
“Come CONAF, stiamo stilando una proposta utile ai diversi tavoli di lavoro che si stanno occupando della revisione del decreto parametri (DM 140/12). Vogliamo definire, per le diverse prestazioni, un riferimento economico che possa descrivere il parametro base V in maniera coerente con l’attività svolta.” – ha affermato la coordinatrice del dipartimento compensi e standard professionali, Claudia Alessandrelli -“Pensiamo ad esempio alle consulenze per interventi fitosanitari: non c’è un’opera di riferimento a cui legare il compenso. Lo stesso vale per la progettazione selvicolturale o per le consulenze agronomiche, e gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Per questo motivo, pur mantenendo l’impianto della norma, stiamo definendo un processo interno, che porterà all’individuazione dell’aggregato economico maggiormente descrittivo del parametro V specifico per ognuna delle nostre attività professionali”.
“In alcuni settori, come quello delle valutazioni immobiliari, tenuto conto che gran parte della committenza rientra tra quelle obbligate al rispetto della legge 49/2023, abbiamo già definito un processo logico che porta all’individuazione del compenso equo.” – ha affermato Luca Crema, coordinatore del dipartimento Economia, Estimo e Ingegneria rurale – “Da tempo stiamo lavorando ad una migliore definizione delle prestazioni che rientrano nella complessa attività di valutazione immobiliare. Riteniamo che, così come definite oggi nel decreto parametri, non siano coerenti con la prassi estimativa. Per questo, nel testo di modifica che abbiamo proposto ai diversi tavoli di lavoro in cui siamo presenti, abbiamo introdotto una diversa definizione che rimuove l’ambiguità dei termini relativi alla stima sintetica, analitica e particolareggiata.”
“Siamo pronti ad assumerci le responsabilità che ogni giorno l’attività professionale richiede e per questo siamo in costante aggiornamento investendo in formazione continua” – dichiara Mauro Uniformi, presidente CONAF – “Al contempo, però, il Consiglio nazionale vigilerà sulla corretta applicazione della norma sull’equo compenso perché riteniamo sia garante dei diritti dei professionisti ma anche dell’intera collettività e della reputazione del sistema”.