Congresso agronomi e forestali
Concluso oggi il XVIII congresso dei dottori agronomi e dottori forestali, un’edizione ricca e dibattuta con oltre 450 presenze che hanno reso vivace la tre giorni di Firenze.
“Sono decisamente soddisfatta sia per i numeri dei partecipanti e per la qualità delle discussioni. Ci siamo avvicinati a questo momento istituzionale con un obiettivo decisamente ambizioso: immaginare il futuro del Paese. Come categoria sappiamo e vogliamo offrire un contributo concreto allo sviluppo sostenibile dell’Italia, in linea con gli obiettivi di Agenda2030, coniugando salute e benessere, progettando città vivibili, ponendo attenzione alla sostenibilità delle produzioni, dando un contributo a differenziare il mix energetico nazionale e riuscendo a migliorare la fertilità dei suoli. Con orgoglio sottolineo che una caratteristica identificativa di questo Congresso è stato l’alto numero di voci ‘esterne’ che abbiamo chiamato ad arricchire le tesi. Una scelta fatta in continuità con la politica dell’ordine di allargarsi e collaborare con altre istituzioni, perché dobbiamo confrontarci con punti di vista diversi, anche quelli che siamo meno abituati a frequentare”
Sabrina Diamanti, presidente nazionale del CONAF
Dalle 5 tesi alla Carta di Firenze
Naturalmente, i lavori dell’ultima giornata si sono conclusi con la sintesi delle 5 tesi congressuali, che porterà alla redazione della Carta di Firenze, ossia il documento programmatico dell’azione dell’ordine nei prossimi anni. I temi toccati hanno offerto una panoramica vasta dei bisogni del Paese, ma anche delle opportunità da cogliere.
- Dall’Università alla Professione: l’importanza di un dialogo continuo. (questa tesi sarà discussa presso l’Aula magna dell’Università degli Studi di Firenze)
Sarà necessario migliorare l’offerta formativa (corsi professionalizzanti e lauree abilitanti) e incrementare la formazione post-laurea, come asse fondamentale della crescita della categoria. Si dovrà avere un approccio sistemico che prevede la transdisciplinarietà e la collaborazione attraverso le reti interprofessionali.
Sarà necessario Aumentare la consapevolezza di quanto sia importante per Il futuro impegnarsi sull’AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation Systems).
- Il Progetto del paesaggio e del verde urbano per la qualità della vita e il benessere dei cittadini.
Lo spazio urbano può, anzi deve migliorare per garantire una migliore vivibilità, tutelando nel contempo i beni ambientali. Per farlo i professionisti apportano contenuti innovativi nella progettazione aree verdi urbane per il risanamento delle città, avendo la capacità di selezionare specie e varietà di piante adatte ai nuovi usi. Sarà necessario migliorare l’accesso a spazi verdi pubblici e rafforzare rapporti tra zone urbane e periurbane.
Questo approccio di cura e sostenibilità deve essere anche affiancato da nuova visione del paesaggio, che non deve più essere considerato come bene da tutelare in maniera assoluta ma come elemento fondamentale del territorio.
- Agricoltura 4.0, agroenergie, economia circolare e sostenibilità delle produzioni agricole.
Gli scenari economici, i cambiamenti climatici, la crisi energetica chiedono un deciso cambio di passo, soprattutto da parte degli amministratori pubblici. La competitività dell’agricoltura 4.0 è oramai assodata e la strada è imboccata, così come il ruolo delle agroenergie nella transizione ecologica e digitale, per esempio la produzione di biometano come tassello della strategia energetica nazionale.
Si dovranno incentivare le comunità circolari, intese come nuovi modelli di produzione e di consumo, passando per la valorizzazione delle frazioni organiche dei rifiuti che aiutino a migliorare la gestione sostenibile del suolo. Sono opportunità per il Paese, che vedono la figura del dottore agronomo e dottore forestale come raccordo centrale.
- Credito all’agricoltura: sosteniamo il futuro. Dalla PAC ai moderni strumenti finanziari.
Al settore primario si chiede, giustamente, di essere protagonista del cambiamento, dotandosi di moderne tecnologie e sapendosi innovare, tra cambiamento climatico e criteri di sostenibilità. Questa transizione, però può avvenire solo se sostenuta dalla possibilità di accedere con semplicità credito.
Serviranno simulazioni di scenario e lo sviluppo di nuovi strumenti finanziari, una legislazione chiara e stabile unita alla disponibilità di indicatori di impatto della spesa pubblica collegati agli investimenti sostenibili. Con la figura del dottore agronomo e forestale che può svolgere la funzione di congiunzione tra mondi che, per troppo tempo, non sono riusciti a dialogare.
- Selvicoltura e pianificazione: la corretta sintesi tra sviluppo e tutela del territorio.
La gestione delle foreste sarà sviluppata tramite i piani forestali ed i piani di interesse territoriale. Per questo motivo diventa impellente fare rete tra i professionisti e aprire un dialogo con le amministrazioni affinché si sviluppi un linguaggio comune, oltre che si proceda allo snellimento burocratico ai fini autorizzativi.