COMUNICATI STAMPA
• 29 luglio
Agronomi di Roma e Provincia insieme per taglio forestale
• 2 agosto
Allo studio i costi dell’agricoltura per rispettare l’ambiente
AGENDA
Nelle Istituzioni – calendario della settimana dal 2 al 6 agosto 2010
In Italia e nel mondo – il servizio delle news sugli appuntamenti riprenderà a settembre
MONITORAGGIO LEGISLATIVO
• 27 luglio
Camera – ogm, Cenni (Pd): evitare rischio contaminazione colture in provincia di Pordenone
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: domani alle 17 sarà votata la trentaseiesima fiducia dall’inizio della XVI Legislatura. Giovedì entro le 13 il voto finale
Ministero della Salute – presentato rapporto sicurezza alimentare. Martini: “Tolleranza zero e nuovo ddl contro operatori scorretti”
• 28 luglio
Camera – mucca pazza: individuare modalità di trasmissione secondo caso italiano. Interrogazione di Farina Coscioni (Pd)
Senato – quote latte: Giarretta (Pd) chiede a Berlusconi di prendere posizione su rinvio pagamenti e su atteggiamento Lega. Dg agricoltura dell’Ue scrive a governo italiano: deroghe a regole su rateizzazione violano norme comunitarie
Senato – coltivazioni ogm in Friuli: Camber (Pdl) chiede intervento del governo
Camera/Senato – (a. g. 229) schema dlgs attuazione direttiva 2007/43/Ce sicurezza carne polli: disco verde commissione Affari costituzionali palazzo Madama. Affari sociali Montecitorio si esprimerà a settembre
Senato – (a. g. 228) schema dlgs modifica codice proprietà industriale: via libera dalla commissione Industria (sede consultiva). Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di venerdì 30 luglio
Senato – Galan in commissione Agricoltura: in arrivo provvedimento a sostegno del primario. Quote latte, Pignedoli (Pd): “Situazione vergognosa”
Regioni – Tabacco: la presidente dell’Umbria scrive a Galan per sollecitare definizione negoziato su misure agroambientali
• 29 luglio
Camera – settore primario: rilanciare redditività aziende. Interrogazione di Nastri (Pdl)
Senato – etichettatura, Galan: olio made in Italy garantito da Ispettorato centrale tutela qualità
Camera – (a. g. 228) codice proprietà industriale: Attività produttive approva parere favorevole, poste condizioni a tutela piccole imprese. Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di domani
Senato – agricoltura, Galan: risorse comunitarie e nazionali liquideranno polizze per 114 milioni di euro
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: via libera definitivo dall’Aula. Testo alla firma del Capo dello Stato. Prevista per domani pubblicazione su Gazzetta ufficiale. Approvata proroga pagamento multe quote latte
Unione europea – quote latte: commissario Ciolos deluso da approvazione proroga pagamento multe e preannuncia “necessarie misure legali contro l’Italia”
Governo – in corso Ufficio di presidenza Pdl: i finiani Bocchino e Granata deferiti a collegio Probiviri. Primo no alla manovra dal Tar Lazio su pedaggi autostrade e Gra
• 30 luglio
Camera – apicoltura, Rainieri (Lnp): monitorare spreco di risorse Emilia Romagna nel contrasto alla moria delle api
Camera – (C. 3472) Programma nazionale sviluppo rurale: commissione Agricoltura conclude esame emendamenti. Bocciata proposta 1.5 di Oliverio (Pd) su Piano nazionale interventi straordinari settore primario
Politica – Fini: Berlusconi illiberale, resto. Nasce Futuro e libertà per l’Italia
Palazzo Chigi – Consiglio dei ministri: sì definitivo a dlgs su proprietà intellettuale. Rafforzata tutela prodotti Dop e Ipg. Salta nomina ministro Sviluppo economico
• 31 luglio
Gazzetta ufficiale – è in vigore la manovra finanziaria: pubblicato ddl di conversione decreto legge conti pubblici
Camera – etichettatura agroalimentare, Oliverio (Pd): assicurare tutela consumatori e sostenere iniziative normative in materia
COMUNICATI STAMPA
29 luglio
Agronomi di Roma e Provincia insieme per taglio forestale
Sisti, presidente Conaf: “Collaborazione importante con vantaggi concreti per i professionisti romani”. Corbucci, presidente Ordine di Roma (630 iscritti): “Auspichiamo un progressivo snellimento di pratiche iter burocratico”.
Dottori agronomi e dottori forestali romani collaboreranno con la Provincia di Roma per il miglioramento delle procedure per le richieste di taglio forestale. Questo in sintesi il risultato del protocollo di intesa siglato dall’Ordine provinciale dei dottori agronomi e dottori forestali con la Provincia di Roma. La firma del protocollo di intesa – fra il presidente dell’Ordine Edoardo Corbucci e l’assessore provinciale alle Politiche all’agricoltura – avvenuta a Palazzo Valentini a Roma, ha sancito il via ad una attività di collaborazione congiunta, finalizzata all’ottimizzazione e allo snellimento dei procedimenti amministrativi per le richieste di taglio forestale di competenza provinciale.
“Si tratta di una collaborazione importante – afferma il presidente Conaf Andrea Sisti – per tutti i liberi professionisti romani, che potranno ottenere vantaggi concreti per l’espletamento della loro attività quotidiana e per l’interesse dell’ente pubblico, quindi dei cittadini”.
“Con questa collaborazione – sottolinea il presidente provinciale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma , Edoardo Corbucci – auspichiamo un progressivo snellimento delle pratiche autorizzative e dell’iter burocratico necessario per la presentazione delle domande in ambito agro-forestale, che potranno essere presentate anche in forma elettronica e a distanza, riducendo quindi gli appesantimenti della procedura attuale”.
In sintesi la collaborazione fra l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma (che conta 630 iscritti di cui il 65% liberi professionisti) e Provincia di Roma si sviluppa, già nelle prossime settimane, attraverso aggiornamenti del sistema gestionale, utilizzato al Servizio Geologico, con possibilità di accesso tramite password a specifici servizi anche all’utenza tecnica esterna. Quindi con il confronto sulle problematiche legate al territorio (redazione di progetti conformi alla normativa in campo di vincolistica territoriale – riduzione della tempistica per il rilascio di provvedimenti autorizzativi laddove si tratti di interventi in ambiti soggetti a pareri preventivi di competenza della Provincia) attraverso l’istituzione di tavoli tecnici periodici con i Servizi dell’Ente coinvolti nel procedimento, al fine di individuare procedure più snelle che non penalizzino l’utenza. Infine eventuali aggiornamenti, da parte dell’Amministrazione provinciale, della documentazione tecnico – amministrativa redatta ai fini della presentazione delle domande in ambito agro-forestale dalla stessa Provincia di Roma. “Uno dei primi risultati di questa sottoscrizione – aggiunge il presidente Corbucci -, è rappresentato dalla possibilità fornita agli iscritti di accedere, tramite password, alle banche dati cartografiche GIS della provincia”.
La Provincia di Roma su affidamento della Regione Lazio deve tra l’altro gestire le Riserve Naturali di Monte Catillo nel comune di Tivoli, Monte Soratte nel comune di Sant’Oreste, Macchia di Gattacea e Macchia del Barco nei comuni di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova, Nomentum nei comuni di Fonte Nuova e Mentana; nonché la Riserva naturale provinciale di Villa Borghese di Nettuno.
2 agosto
Allo studio i costi dell’agricoltura per rispettare l’ambiente
In italia ogni azienda agricola deve accantonare ogni anno una somma per sostenere i costi per le buone pratiche ambientali
La vicepresidente Conaf, Rosanna Zari: “Il costo, la cui analisi è in corso di studio, varia in relazione alla morfologia del terreno ed all’ubicazione dell’azienda agricola”
Per salvaguardare il territorio rurale dal rischio di erosione dei suoli, un’azienda agricola di medie dimensioni (valutate in 10 ettari di superficie) in Italia spende dai 300 a 600 euro all’anno. Sono solo alcuni dei costi della cosiddetta “condizionalità”, – una norma comunitaria in applicazione già da alcuni anni, che subordina i pagamenti diretti agli agricoltori al rispetto di una serie di requisiti ambientali – questo l’argomento al centro di un incontro tecnico che si è tenuto alla sede di Ismea a Roma, alla presenza del focus group composto da tecnici in rappresentanza del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, da ISMEA-Rete Rurale, da CONAF (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), e da UNIMA (Unione nazionali imprese di meccanizzazione agricola).
Il focus group ha l’obiettivo di valutare i costi e gli impatti territoriali delle tecniche agronomiche connesse agli adempimenti di condizionalità con particolare riferimento al mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche ed ambientali. “Sono state valutate le norme tecniche contenute nel decreto ministeriale relativo al regime di condizionalità 2010 (DM 30125/2009) – sottolinea la vicepresidente Conaf, Rosanna Zari. Per ogni singolo impegno relativo alle buone condizioni agronomiche ed ambientali , sono stati analizzati i costi medi sostenuti per le diverse misure previste nel decreto condizionalità dalle aziende agricole nelle varie regioni – aggiunge Zari – ed il relativo grado di efficacia degli interventi>>. Ne è emerso, da questo primo incontro che ad esempio il costo medio all’anno che deve essere sostenuto da una azienda agricola media per il solo mantenimento delle sistemazioni idraulico agrarie – importante funzione per la salvaguardia del territorio rurale – va dai 300 a 600 euro annui, “un costo – precisa –, che varia in relazione alla morfologia del terreno ed all’ubicazione della stessa azienda, a questo devono poi essere aggiunti i costi relativi alle altre misure quali : mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio agrario, mantenimento degli habitat, mantenimento degli oliveti e vigneti ecc.”. Giudizio molto positivo da parte dei rappresenti del mondo delle istituzioni agricole per il primo incontro: “Si è rilevato molto importante il ruolo dell’informazione all’agricoltore – prosegue Camillo Zaccarini Bonelli di ISMEA – ed il supporto tecnico della consulenza con l’obiettivo di portare l’impresa agricola ad un miglioramento del rispetto delle norme sulla condizionalità. Una volta concluso il lavoro di studio, i risultati complessivi saranno presentati dal MIPAAF, alla Commissione Europea nel corso di un evento destinato ad approfondire la condizionalità in Europa e le prospettive della Politica agricola comune (PAC) dopo il 2013”.
CONDIZIONALITA’ – E’ l’insieme di regole che gli agricoltori europei devono rispettare per garantire standard elevati di difesa dell’ambiente e del territorio, sicurezza alimentare e salute pubblica, benessere degli animali. Obiettivi – sottolinea la Rete Rurale – che si traducono in specifici comportamenti e requisiti aziendali, il cui rispetto è finalizzato a rafforzare l’agricoltura europea nella sua sostenibilità ambientale e competitività di mercato. Gli impegni di condizionalità rappresentano così un vero e proprio codice di comportamento, varato dall’Unione Europea nel 2003 e adottato in Italia già dal 2005, che è stato valorizzato dalla recente revisione della Politica Agricola Comune (Health Check della Pac).
AGENDA
Nelle Istituzioni – calendario della settimana dal 2 al 6 agosto 2010
N.b. I calendari dei lavori parlamentari potrebbero subire variazioni in base a quanto stabilirà la riunione dei capigruppo convocata per oggi alle 18 a Montecitorio. I lavori della Camera, infatti, sarebbero dovuti terminare sabato 31 luglio ma potrebbero essere prorogati per consentire l’esame dei due decreti del governo, in scadenza a settembre, ancora da convertire in legge: trasporto marittimo ed energia.
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite. – (n. COM (2010) 359 definitivo) – relatore Tommaso Zanoletti (Pdl-Piemonte)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio (n. COM (2010) 375 definitivo) – relatore Gianpaolo Vallardi (Lnp-Veneto)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Nuova disciplina del commercio interno del riso (seguito esame S. 1909) – relatore Lorenzo Piccioni (Pdl-Piemonte)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Disposizioni concernenti la produzione artigianale e senza fini di lucro di grappe e di acquaviti di frutta. (seguito esame S. 1839) –relatore Gianpaolo Vallardi (Lnp-Veneto)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Indirizzo agricolo di terreni ricadenti nella conterminazione della laguna veneta (seguito esame S. 1050 e S. 1239) – relatore Fedele Sanciu (Pdl-Sardegna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Nuove disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico (seguito esame congiunto S. 1035 e S. 1115) – relatrice Laura Allegrini (Pdl-Lazio)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma (S. 2005, già approvato dalla Camera) – relatore Fedele Sanciu (Pdl-Sardegna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Problematiche inerenti al comparto zootecnico, con particolare riguardo al settore dei suini e a quello dei bovini (seguito esame Affare n. 213) – relatore Salvatore Mazzaracchio (Pdl-Puglia)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Problematiche inerenti al comparto bieticolo-saccarifero (esame Affare n. 447) – relatore Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura.
MONITORAGGIO LEGISLATIVO
27 luglio
Camera – ogm, Cenni (Pd): evitare rischio contaminazione colture in provincia di Pordenone
Nei pressi di Fanna, in provincia di Pordenone, sarebbero state piantate nei mesi scorsi sementi di mais ogm. L’Ersa (azienda regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia) aveva già lanciato l’allarme in proposito, in seguito a una lettera anonima ricevuta a giugno scorso, che ha dato il via a una serie di controlli. La normativa nazionale, con il decreto legislativo 212 del 2001 di attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE sulla commercializzazione dei prodotti sementieri, vieta di coltivare sementi ogm senza avere prima ottenuto l’autorizzazione interministeriale (da parte dei ministeri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente). Il 25 giugno scorso quindi un’associazione agricola ha presentato alla procura della Repubblica di Pordenone una denuncia e richiesta di sequestro del campo di Fanna, prima che il mais geneticamente modificato possa giungere alla fioritura con la conseguenza di contaminare con il polline le colture tradizionali. Con un’interrogazione a risposta in commissione, presentata ieri a Montecitorio, Susanna Cenni (Pd-Toscana) chiede al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan e dell’Interno Roberto Maroni di accertare in tempi brevi la reale natura delle piante di mais sospette, e nel caso, di procedere alla loro distruzione in via cautelativa.
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: domani alle 17 sarà votata la trentaseiesima fiducia dall’inizio della XVI Legislatura. Giovedì entro le 13 il voto finale
Il via libera alla manovra economica contenuta nel decreto legge 78/2010 arriverà giovedì prossimo, 29 luglio non più tardi delle 13. Lo ha stabilito l’Ufficio di presidenza integrato dai gruppi di Montecitorio accogliendo la proposta formulata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, sull’ordine dei lavori dell’Aula ridefinito dopo la formalizzazione, questa mattina, della richiesta di fiducia del governo sull’approvazione del provvedimento nel testo licenziato il 15 luglio scorso dal Senato.
Domani alle 15.30 l’Assemblea si riunirà per le dichiarazioni di voto, che saranno trasmesse in diretta televisiva, poi alle 17 inizierà la chiama per la fiducia, la trentaseiesima posta dal governo di Silvio Berlusconi dall’inizio della XVI Legislatura. Nella mattina di giovedì 29 luglio saranno invece discussi gli ordini del giorno e l’Aula procederà al voto finale, che dovrà avvenire entro le 13. Il presidente Fini ha infatti imposto l’applicazione di una norma del regolamento della Camera (nota anche come tagliola), in base alla quale se entro una determinata ora non sono stati discussi e votati tutti gli odg, l’Assemblea procederà comunque al voto finale.
Ministero della Salute – presentato rapporto sicurezza alimentare. Martini: “Tolleranza zero e nuovo ddl contro operatori scorretti”
Nel 2009 i servizi sanitari delle Asl (Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione, Sian) e i Servizi veterinari hanno controllato 470.612 unità di stoccaggio e distribuzione di alimenti, corrispondenti al 33,1% del numero di unità totali segnalate sul territorio (1.422.377). Sull’11,7% di queste sono state rilevate irregolarità. La quota più alta è stata riscontrata nella categoria dei produttori e confezionatori che non vendono al dettaglio (28,4%), seguita dal settore della ristorazione (19,9%), mentre le tipologie di infrazioni più frequenti riguardano l’igiene generale (44,4%) e l’igiene del personale, delle strutture e dell’autocontrollo (41,2%). Sono i dati forniti dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che oggi a Roma ha presentato i risultati dell’attività di controllo svolta dal ministero e dai Nuclei anti sofisticazione (Nas) dei carabinieri per garantire la sicurezza degli alimenti e la salute dei cittadini. Durante la presentazione, che si è svolta nella sede del dicastero della Salute a Lungotevere a Ripa, sono stati illustrati anche i risultati del Piano nazionale residui (Pnr). Si tratta di un programma di monitoraggio, predisposto dal ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni, le Province, i laboratori nazionali di riferimento per i residui (Istituto superiore di sanità e Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise) e gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Iizzss), studiato per verificare la presenza, in animali e in alimenti di origine animale, di residui di sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute pubblica. Lo scorso anno, in attuazione del Pnr, sono stati analizzati complessivamente 33.552 campioni, di cui 15.440 (pari al 46%) per la ricerca delle sostanze di categoria A (sostanze a effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate) e 18.112 (pari al 54%) per quelle di categoria B (medicinali veterinari e agenti contaminanti). Quelli che hanno fornito risultati irregolari per presenza di residui, sono stati complessivamente 74, pari allo 0,22% del totale dei campioni analizzati. La rappresentante del governo ha poi illustrato i dati relativi ai fitofarmaci. Nel 2009 sono stati analizzati complessivamente 5573 campioni (tra frutta, ortaggi, cereali, olio, vino e baby food). Di questi, soltanto 40 hanno riportato valori dei residui di fitofarmaci superiori al limite di legge. Nello specifico, per quanto riguarda gli ortofrutticoli, il numero di campioni analizzati è stato di 4595, di cui 2444 per la frutta e 2151 per gli ortaggi. Il numero di campioni di frutta e ortaggi irregolari è risultato pari a 38 (0,8%): 21 per la frutta (0,9%) e 17 per gli ortaggi (0,8%). Per cereali, olio e vino i risultati nazionali parlano di 877 campioni analizzati, di cui soltanto 2 (lo 0,2%) sono risultati non regolari. Per la prima volta questo tipo di misurazioni ha incluso gli alimenti per l’infanzia (baby food). Su 101 campioni, nessuno ha presentato irregolarità. “Proprio in questi giorni – ha commentato la Martini – ho avuto a disposizione le relazioni finali relative ai vari settori alimentari e posso affermare la mia soddisfazione per l’implementazione di un sistema di controllo veramente efficiente e capillare, la cui estensione inizia con la produzione primaria agricola e le importazioni e giunge fino alle fasi di vendita e somministrazione di alimenti. Non c’è un singolo passaggio della filiera che sfugga”. Il sottosegretario ha poi tenuto a sottolineare come, secondo i dati, l’inadeguata applicazione dell’autocontrollo da parte degli operatori del settore alimentare sia la causa principale dei problemi sui prodotti finiti. “Annuncio che verso questi operatori – ha concluso – ci sarà tolleranza zero. Potenzieremo la rete dei controlli e inaspriremo le sanzioni. È già in discussione un ddl del governo che va in questa direzione”.
28 luglio
Camera – mucca pazza: individuare modalità di trasmissione secondo caso italiano. Interrogazione di Farina Coscioni (Pd)
Con un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro della Salute Ferruccio Fazio, Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd-Friuli) chiede al governo di effettuare le opportune ricerche per chiarire come e dove la signora livornese di 42 anni, ormai in fin di vita, abbia contratto il morbo di Creutzfeldt-Jackob – l’encefalopatia spongiforme bovina, meglio nota come sindrome della “mucca pazza” – e di adottare le misure del caso a tutela della salute pubblica.
La deputata del Pd porta all’attenzione del governo il secondo caso di “mucca pazza” diagnosticato nel nostro Paese da quando, nel 1996, iniziò l’emergenza sanitaria prima in Gran Bretagna e, successivamente, nel resto del Europa. Farina Coscioni ha però commesso un’imprecisione sostenendo, nel proprio atto di sindacato ispettivo, che questo morbo sia causato da un virus. In realtà questo tipo di encefalopatia è determinata dalla modificazione di una proteina presente nell’organismo, il prione, che divenuta patogena si trasforma in un “agente infettivo non convenzionale”.
Ricordiamo che la causa dell’insorgenza della malattia fu imputata all’uso delle farine animali come supplemento proteico nell’alimentazione dei bovini.
Senato – quote latte: Giarretta (Pd) chiede a Berlusconi di prendere posizione su rinvio pagamenti e su atteggiamento Lega. Dg agricoltura dell’Ue scrive a governo italiano: deroghe a regole su rateizzazione violano norme comunitarie
Un’interrogazione a risposta scritta per conoscere le opinioni di palazzo Chigi sull’introduzione, nel decreto legge conti pubblici (sul quale verrà votata oggi la fiducia al governo e che verrà approvato domani in via definitiva), della norma, accolta con il parere contrario del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che prevede il rinvio del pagamento della rata in scadenza lo scorso 30 giugno della multa a carico dei produttori che hanno sforato le quote latte. A presentarla, ieri a palazzo Madama, Paolo Giarretta (Pd-Veneto) che chiede al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quali iniziative intenda assumere per evitare che l’Italia si esponga a una brutta figura in campo comunitario e, soprattutto, sia costretta a pagare pesanti sanzioni. Giarretta, inoltre, chiede al premier di prendere posizione riguardo alle dichiarazioni del ministro per il Federalismo, e leader della Lega Nord, Umberto Bossi che, come riportato da alcune agenzie di stampa, rivolgendosi ad alcuni allevatori, avrebbe dato dell’incapace a Galan e si sarebbe rivolto al vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli in questi termini: “Devi dire al tuo capo Formigoni che non può manifestare con gli allevatori che non stanno dalla nostra parte: patti chiari e amicizia lunga”.
Ricordiamo che la vicenda quote latte è stata oggetto di una lettera fatta recapitare ieri dalla Direzione generale dell’agricoltura della Commissione europea al governo italiano, con la quale si chiedono informazioni tempestive sulle disposizioni che verranno approvate e si sottolinea che ogni modifica alle regole fissate nel 2003 sulla rateizzazione del pagamento delle multe potrebbe violare le norme comunitarie sugli aiuti di Stato.
Senato – coltivazioni ogm in Friuli: Camber (Pdl) chiede intervento del governo
Dopo la segnalazione anonima indirizzata al direttore dell’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) del Friuli Venezia Giulia, che denuciava come, nel territorio di Fanna (provincia di Pordenone), sarebbero stati piantati semi di mais geneticamente modificati, il senatore friulano del Popolo delle libertà Giulio Camber ha chiesto al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan quali misure cautelative possano essere adottate per evitare il rischio di contaminazione.
Camera/Senato – (a. g. 229) schema dlgs attuazione direttiva 2007/43/Ce sicurezza carne polli: disco verde commissione Affari costituzionali palazzo Madama. Affari sociali Montecitorio si esprimerà a settembre
La sottocommissione per i pareri della commissione Affari costituzionali del Senato ha espresso ieri il proprio nulla osta sullo schema di decreto legislativo presentato dal governo per recepire la direttiva 2007/43/CE del Consiglio del 28 giugno 2007 che stabilisce norme minime per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne.
Il relatore del provvedimento, Antonio Battaglia (Pdl-Sicilia), ha però inserito alcuni rilievi nella bozza di parere approvato, relativi alla validità dei decreti ministeriali da adottare solo nel caso in cui le Regioni non abbiano autonomamente provveduto all’attuazione delle disposizioni della direttiva europea, in base alla clausola di cedevolezza che regola i rapporti tra lo Stato e le Regioni su materie comunitarie e di politica estera.
Novità, invece, per quanto riguarda l’esame del provvedimento da parte della commissione Affari sociali di Montecitorio.
Infatti il sottosegretario alla Salute Francesco Martini, intervenuta nella seduta del gruppo di lavoro come rappresentante del governo, ha dichiarato la disponibilità dell’esecutivo, in considerazione della ormai vicina pausa dei lavori legata al periodo estivo, ad attendere il parere fino al mese di settembre, fermo restando il termine per l’esercizio della delega governativa.
La commissione presieduta da Giuseppe Palumbo (Pdl-Sicilia), quindi, potrà rinviare a settembre l’esame del documento che avrebbe dovuto terminare, invece, entro l’8 agosto prossimo.
Ricordiamo che lo schema di atto governativo ha già incassato il via libera della commissione Agricoltura di palazzo Madama.
Senato – (a. g. 228) schema dlgs modifica codice proprietà industriale: via libera dalla commissione Industria (sede consultiva). Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di venerdì 30 luglio
Via libera dalla commissione Industria di palazzo Madama allo schema di decreto legislativo di modifica del codice della proprietà industriale (dlgs n. 30/2005), già iscritto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato per venerdì 30 luglio prossimo per l’approvazione definitiva.
Durante la seduta di ieri, il relatore del gruppo di lavoro Francesco Casoli (Pdl-Marche) ha presentato una bozza di parere favorevole con osservazioni, approvata poi con una serie di modifiche proposte da Anna Rita Fioroni (Pd- Umbria).
Infatti, su espressa richiesta della senatrice del Pd, il parere prevede una raccomandazione indirizzata al governo per lo stanziamento di un fondo nazionale “brevetti” che eroghi un contributo del 50%, per i prossimi cinque anni, a rendicontazione delle spese di brevetto fino a importi di 10mila euro.
Inoltre, sempre su proposta della Fioroni, sono state suggerite all’esecutivo delle modifiche all’articolo 36 del provvedimento sulla nuova disciplina delle invenzioni dei ricercatori delle Università e degli Enti pubblici di ricerca italiani.
In particolare, la nuova disciplina, tranne alcune eccezioni, sposta il diritto sull’invenzione dal ricercatore, come era stabilito in precedenza, al datore di lavoro ma secondo la commissione Industria dovrebbe essere riconosciuto al primo il diritto morale dell’invenzione e una partecipazione ai relativi proventi in misura non inferiore al 40%.
Infine, segnaliamo che il gruppo di lavoro non ha svolto osservazioni particolari su alcune parti rilevanti del provvedimento, come quelle contenute nell’articolo 15 sulla protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine.
In particolare, secondo questa disposizione, le denominazioni non devono essere protette solo quando il loro uso sia idoneo a ingannare il pubblico, ma anche quando si verifichi uno sfruttamento indebito della reputazione della denominazione stessa.
La protezione, quindi, non riguarderà solo l’inganno sulla provenienza del prodotto, ma anche le ipotesi in cui il collegamento alla reputazione della denominazione possa considerarsi indebito, anche se il prodotto provenga effettivamente dal luogo al quale si riferisce la denominazione stessa.
Senato – Galan in commissione Agricoltura: in arrivo provvedimento a sostegno del primario. Quote latte, Pignedoli (Pd): “Situazione vergognosa”
È in arrivo un pacchetto anticrisi messo a punto dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per “risolvere tutti i problemi indifferibili del settore agricolo”. Lo ha annunciato questo pomeriggio lo stesso titolare del Mipaaf, intervenuto in commissione Agricoltura al Senato per rispondere a una serie di interrogazioni. Il pacchetto di interventi, ha precisato Galan, è già pronto e sarà sottoposto all’attenzione del Consiglio dei ministri in tempi brevi. Tra le misure che sicuramente troveranno spazio nel provvedimento ha continuato il ministro, “agevolazioni sul costo del lavoro per le zone disagiate e alcune misure per il settore bieticolo saccarifero”.
L’annuncio del provvedimento a sostegno del comparto primario, già anticipata da Galan al XIII gruppo di lavoro della Camera, in occasione della discussione in sede consultiva del disegno di legge di conversione del decreto sui conti pubblici, è arrivato al termine di una seduta totalmente diversa rispetto a quanto previsto dall’ordine dei lavori. Il ministro, infatti, secondo quanto stabilito dalla convocazione della commissione Agricoltura del Senato, sarebbe dovuto intervenire per aggiornare i membri del gruppo di lavoro sulle politiche del Mipaaf, con particolare riguardo ai profili comunitari. L’audizione del ministro su questo tema è stata però rinviata a settembre, mentre l’intervento di Galan, posticipato di un’ora rispetto all’orario fissato inizialmente, si è incentrato sulle risposte fornite a quattro interrogazioni: la 3-00950 di Leana Pignedoli (Pd-Emilia Romagna) sul settore lattiero-caseario; la 3-01074 di Colomba Mongiello (Pd-Puglia) sul controllo dell’olio d’oliva; la 3-01098 di Maria Antezza (Pd-Basilicata) sulla richiesta dello stato di crisi di alcune Regioni e la 3-01439 di Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna) sul Fondo di solidarietà nazionale. In particolare, per quanto riguarda la prima interrogazione, presentata dalla Pignedoli il 24 settembre 2009 per sapere quali iniziative intendesse assumere l’esecutivo per salvaguardare un settore particolarmente in difficoltà come quello lattiero caseario, Galan ha risposto che il decreto ministeriale previsto dall’articolo 8-septies, comma 2, della legge 33/2009 (anticrisi), che mira a destinare una quota non inferiore a 45 milioni di euro a favore delle misure di accesso al credito dei produttori che hanno acquistato quote latte successivamente al periodo di applicazione della legge 119/2003, deve essere predisposto dal ministero dell’Economia. Il provvedimento però, per ora, sconta l’evidente difficoltà di reperimento di risorse. Il Mipaaf da parte sua, ha proseguito il ministro, ha operato attivamente nell’ambito del Comitato istituzionale latte per affrontare la crisi del settore e per arrivare a una politica specifica di destinazione delle risorse attraverso il coordinamento dei fondi nazionali con quelli regionali dei Programmi di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013. In fase di replica la Pignedoli si è detta assolutamente insoddisfatta della risposta ricevuta. Lamentando innanzitutto il ritardo con cui è stato discusso il suo documento di sindacato ispettivo, la senatrice ha poi sottolineato come una risposta sulla crisi del settore lattiero caseario non possa al momento prescindere dalla questione del rinvio, inserito nella manovra economica su cui oggi è stata votata e confermata la fiducia al governo, del pagamento della rata della multa a carico dei produttori che hanno sforato le quote latte. Quanto sta succedendo, ha dichiarato la Pignedoli pur riconoscendo l’atteggiamento fermamente contrario dimostrato dal ministro, “è vergognoso e non saremo soddisfatti fino a quando non ci sarà finalmente chiarezza”.
Regioni – Tabacco: la presidente dell’Umbria scrive a Galan per sollecitare definizione negoziato su misure agroambientali
Il governatore dell’Umbria Catiuscia Marini ha firmato oggi una lettera indirizzata al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per sollecitarlo a chiudere al più presto il negoziato con la Commissione europea sulle misure agroambientali per il tabacco. La missiva, da quanto riferito da fonti della Regione, è stata predisposta dall’assessorato all’agricoltura dell’Umbria guidato dall’ex sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini, che nei giorni scorsi ha incontrato la filiera prendendo l’impegno a far pressione sul Mipaaf affinché affrontasse la questione a Bruxelles.
L’Italia è infatti impegnata da tempo in una trattativa con l’esecutivo comunitario per ottenere che le risorse destinate agli interventi agro ambientali nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale regionali, siano destinati, nei territori a vocati, al sostegno della produzione del tabacco.
La lettera della Marini ha riscontrato l’immediato commento positivo del vicepresidente nazionale e presidente della sezione umbra della Cia-Confederazione italiana agricoltori Domenico Brugnoli. In un comunicato Brugnoli ha evidenziato come il governatore umbro abbia fatto bene a “ricordare al ministro Galan l’importanza della coltivazione del tabacco per l’economia della nostra regione e a chiedergli un suo impegno diretto nel confronto che il ministero avvierà nei prossimi giorni con i servizi della Commissione europea, impegno che dovrà essere sostenuto dal ministro Galan diversamente rispetto a quanto dichiarato e non fatto dal suo predecessore”, l’attuale governatore del Veneto Luca Zaia.
Positiva, secondo il vicepresidente della Cia, anche la richiesta fatta dalla Regione al Mipaaf di un incontro per concordare azioni comuni di sostegno al comparto. “Azioni che – ha concluso Brugnoli – possono avere successo solo se si crea un clima di grande collaborazione tra tutte le Istituzioni interessate”.
29 luglio
Camera – settore primario: rilanciare redditività aziende. Interrogazione di Nastri (Pdl)
In che modo il governo intende sostenere e rilanciare il sistema delle imprese agricole che fondamentale per l’economia del nostro Paese?
Lo chiede con un’interrogazione a risposta in commissione Agricoltura, indirizzata al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, il deputato del Pdl Gaetano Nastri, eletto in Piemonte.
Nel proprio atto di sindacato ispettivo, Nastri riporta gli ultimi dati sulla redditività delle aziende agricole pubblicati dall’ultimo Rapporto dell’Inea (l’Istituto nazionale di economia agraria) che fotografa una situazione preoccupante.
Secondo l’Istituto, infatti, le aziende con i livelli di redditività più elevati sono principalmente quelle più grandi, mentre risultano penalizzate la maggioranza delle imprese, caratterizzate da una struttura medio-piccola.
Inoltre, il rapporto evidenzia come l’orientamento tecnico-economico sia determinante per quanto riguarda la redditività, che raggiunge livelli soddisfacenti nei comparti orticolo e floricolo – meglio se condotto in serra – come pure per i settori vitivinicolo e della frutticoltura mista e nell’allevamento bovino.
Se i dati dell’Inea fossero confermati, conclude il deputato del Pdl, la situazione generale del primario sotto il profilo della redditività sarebbe penalizzante per l’intero comparto e per le relative filiere agricole, nonostante gli importanti interventi già adottati dal governo Berlusconi che, quindi, deve intervenire di nuovo per far fronte a questa grave crisi del settore che costituisce il vero volano dell’intera economia nazionale.
Senato – etichettatura, Galan: olio made in Italy garantito da Ispettorato centrale tutela qualità
L’obiettivo della normativa nazionale di tutela della produzione agroalimentare è di offrire al consumatore la massima trasparenza e garanzia sulla qualità del prodotto. Nel caso in cui l’attività di controllo evidenziasse criticità nell’applicazione della normativa, l’esecutivo porrà in essere tutte le misure integrative necessarie per eliminarle, per la salvaguardia dell’interesse sia del produttore sia del consumatore. È quanto ha sostenuto il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che ieri in commissione Agricoltura al Senato ha risposto all’interrogazione di Colomba Mongiello (Pd-Puglia) in materia di tutela del made in Italy. Mongiello aveva chiesto al governo misure integrative nell’etichettatura dell’olio d’oliva italiano, per il quale la normativa comunitaria (regolamento 182/2009 (CE)) prevede l’obbligo dell’indicazione dello Stato membro da cui provengono le olive utilizzate nella produzione, ma per il quale si registrano ancora irregolarità. Galan ha poi aggiunto che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi nell’agroalimentare, organo tecnico di controllo del ministero, si occupa di salvaguardare la produzione tipica italiana, compreso l’olio d’oliva, da fenomeni fraudolenti, di imitazione o contraffazione, esercitando controlli costanti sul territorio. Inoltre, in seguito all’entrata in vigore delle disposizioni di attuazione delle norme comunitarie, l’Ispettorato, oltre a intensificare i controlli, si avvarrà della collaborazione del Corpo forestale dello Stato per verificare l’origine dichiarata dell’olio d’oliva. In sede di replica, la senatrice si è dichiarata parzialmente soddisfatta, evidenziando che spesso questi controlli vengono elusi dagli esercizi pubblici. Inoltre, ha ricordato che l’Aula di Palazzo Madama aveva licenziato in prima lettura un disegno di legge in materia di etichettatura alimentare, che è fermo da tempo alla Camera, e che potrebbe invece costituire un elemento utile di persuasione nei confronti dell’Unione europea per adottare un’adeguata normativa in materia di etichettatura (C.2260, disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare).
Camera – (a. g. 228) codice proprietà industriale: Attività produttive approva parere favorevole, poste condizioni a tutela piccole imprese. Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di domani
Dopo il via libera della commissione Industria di palazzo Madama, arrivato martedì 27 luglio, ieri anche il decimo gruppo di lavoro di Montecitorio (Attività produttive) ha espresso il proprio parere favorevole, con condizioni e osservazioni, sullo schema di decreto legislativo di modifica del codice della proprietà industriale (dlgs n. 30/2005). Domani, 30 luglio, il testo tornerà per l’approvazione definitiva all’esame del Consiglio dei ministri, che lo ha già licenziato, in via preliminare, il 16 aprile scorso.
In commissione Attività produttive l’esame del testo è andato avanti a singhiozzo. A inizio seduta, infatti, il presidente del gruppo di lavoro Manuela Dal Lago (Lnp-Veneto) ha rinviato il seguito dei lavori in quanto non ancora in possesso dei rilievi della Bilancio. Dopo che, nel tardo pomeriggio, il V gruppo di lavoro ha fornito, riguardo le parti di sua competenza, una valutazione favorevole sul testo, la X commissione ha potuto proseguire i suo lavoro. Nello specifico, dopo la luce verde della Bilancio, il relatore Stefano Allasia (Lnp-Piemonte) ha potuto illustrare ai suoi colleghi la propria proposta di parere favorevole. Questa, nello specifico, era composta da due condizioni e una osservazione. La prima condizione posta da Allasia, per fornire tutele alle piccole imprese artigiane e ai piccoli produttori che non hanno i mezzi necessari per procedere alle relative registrazioni, invitava il governo a estendere la protezione anche a quei prodotti non protetti da brevetti o marchi. Su questo punto è intervenuto Andrea Lulli (Pd-Toscana) secondo il quale la disposizione, così come fissata, non identificando fattispecie ben definite, al contrario delle sue finalità, avrebbe potuto causare notevoli problemi alle piccole e medie imprese provocando contenziosi imprevedibili. I rilevi di Lulli sono stati ritenuti fondati dalla Dal Lago che ha invitato il relatore ad apportare delle modifiche. Nel parere definitivo approvato dalla commissione, quindi, viene indicato un margine temporale di cinque anni come periodo di esistenza necessario ai segni distintivi non registrati per ottenere la protezione. La seconda condizione approvata dal X gruppo di lavoro invita invece il governo a stabilire, in mancanza di diverso accordo tra ente pubblico di ricerca e ricercatore, la quota dei proventi da destinare all’inventore, il parere suggerisce una percentuale che potrebbe ammontare fra il 25 e il 40%. L’esecutivo dovrebbe inoltre stabilire le modalità di suddivisione della restante parte dei proventi fra le strutture di appartenenza ed eventuali altri partecipanti al lavoro di ricerca. Per quanto riguarda l’osservazione, infine, il governo, secondo la commissione Attività produttive, dovrebbe valutare l’opportunità di introdurre un regime transitorio, da applicare sul diritto d’autore di disegni e modelli industriali, per chi avesse intrapreso, in buona fede, la produzione di opere protette anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 95/2001.
Segnaliamo che il gruppo di lavoro non ha svolto osservazioni particolari su alcune parti rilevanti del provvedimento, come quelle contenute nell’articolo 15 sulla protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine. In particolare, secondo questa disposizione, le denominazioni non devono essere protette solo quando il loro uso sia idoneo a ingannare il pubblico, ma anche quando si verifichi uno sfruttamento indebito della reputazione della denominazione stessa. La protezione, quindi, non riguarderà solo l’inganno sulla provenienza del prodotto, ma anche le ipotesi in cui il collegamento alla reputazione della denominazione possa considerarsi indebito, anche se il prodotto provenga effettivamente dal luogo al quale si riferisce la denominazione stessa.
Senato – agricoltura, Galan: risorse comunitarie e nazionali liquideranno polizze per 114 milioni di euro
Il Fondo di solidarietà nazionale, strategico per l’economia agricola del Paese, negli ultimi anni è entrato spesso in crisi a causa delle limitate risorse finanziarie a disposizione. Alla fine dell’esercizio 2009 il debito accumulato dal Fondo ammontava a 268 milioni di euro, imputabile a residui della campagna 2008 per 103 milioni di euro e 165 per l’intera campagna 2009. La legge Finanziaria 2010 (191/2009), il decreto ministeriale 29 luglio 2008, in applicazione dell’articolo 68 del regolamento CE N. 73/2009 e il programma nazionale di attuazione della riforma dell’Organizzazione comune di mercato del settore vino (Ocm vino, regolamento CE 1234/07) hanno provveduto allo stanziamento delle risorse a copertura di polizze per 114,8 milioni di euro. Si tratta di 70 milioni messi a disposizione dall’articolo 68 del regolamento sulla Politica agricola comune per il 2010, e 23,3 milioni di cofinanziamento nazionale. Tuttavia, i contributi dell’articolo 68 possono essere utilizzati solo per l’anno a cui fanno riferimento, il 2010, e sarebbe auspicabile non allargare il campo di operatività della misura per non correre il rischio che i fondi possano rimanere inutilizzati. Vi è invece l’esigenza di monitorare con attenzione l’evolversi della situazione, per assicurare la piena utilizzazione dei fondi che provengono dall’Ocm vino, e realizzare il maggior risparmio possibile sulle quote di cofinanziamento nazionale, che saranno utilizzate in via prioritaria per estinguere il debito relativo al 2009. È quanto sostenuto dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che ieri in commissione Agricoltura a palazzo Madama ha risposto all’interrogazione di Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna) sulla necessità di erogare le risorse destinate al Fondo di solidarietà nazionale per sostenere il settore primario in crisi. In sede di replica, la senatrice si è dichiarata parzialmente soddisfatta dall’intervento del ministro, esprimendo l’auspicio che per il futuro i meccanismi procedurali previsti per l’erogazione dei fondi siano più fluidi.
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: via libera definitivo dall’Aula. Testo alla firma del Capo dello Stato. Prevista per domani pubblicazione su Gazzetta ufficiale. Approvata proroga pagamento multe quote latte
Con 321 voti favorevoli e 270 contrari, l’Assemblea di Montecitorio ha approvato oggi in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto legge (n. 78 del 2010) che contiene la manovra correttiva sui conti pubblici per il triennio 2011-2013. Il provvedimento è ora alla firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro domani, 30 luglio, ed entrerà in vigore il giorno stesso.
Per quanto riguarda il settore agricolo, il provvedimento prevede, all’articolo 40-bis, la sospensione, fino al 31 dicembre 2010, del pagamento da parte degli allevatori inadempienti delle multe sulle quote latte in scadenza lo scorso 30 giugno.
Questa disposizione, introdotta durante l’esame al Senato da un emendamento proposto dal relatore, il senatore del Pdl e presidente della commissione Bilancio Antonio Azzollini (eletto in Puglia), è stata duramente contestata dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan che ne aveva chiesto il ritiro minacciando le proprie dimissioni e paventando l’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
Il testo, tuttavia, è stato approvato dalla Camera senza modifiche, in quanto un ulteriore intervento avrebbe determinato un altro passaggio al Senato fuori tempo massimo, visto che il termine ultimo per approvare definitivamente il provvedimento scadrà domani. Anche se non sono mancate polemiche: la commissione Politiche Ue ha approvato un parere (in sede consultiva) condizionato alla cancellazione della norma o a un suo via libera da parte dell’Europa, mentre la commissione Agricoltura non è riuscita a dare via libera a un parere (anche in questo caso consultivo) che conteneva i medesimi rilievi, pur avendo posto in votazione sia quello di maggioranza sia quello di minoranza, a causa dell’astensione della Lega, grande sostenitrice della proroga.
In allegato un documento di sintesi sull’entità della manovra e il dettaglio delle disposizioni previste.
Background
– 25 maggio 2010: il governo licenzia, non senza difficoltà, il decreto legge correttivo dei conti pubblici, approvando un intervento complessivo di circa 55 miliardi di euro per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. La manovra è basata per circa 31 miliardi su tagli di spesa e per la rimanente parte sul interventi relativi alla fiscalità con particolare riguardo alla lotta all’evasione fiscale. Per quanto riguarda i tagli diretti al bilancio del ministero delle Politiche agricole, il testo prevede una riduzione complessiva di 23.274.000 euro per il 2011, di 17.470.000 euro per il 2012 e di 17.491.000 euro per il 2013, da distribuire tra interventi relativi a “ordine pubblico e sicurezza”, “soccorso civile”, “agricoltura, politiche agroalimentari e pesca”, “sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, “servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche”, “fondi da ripartire”.
– 31 maggio 2010: dopo sei giorni di colpi di scena e di presunti contrasti tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il premier Silvio Berlusconi, il capo dello Stato Giorgio Napolitano firma il decreto che viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 31 maggio, (serie generale n. 125) ed entra in vigore lo stesso giorno. Contestualmente è trasmesso al Senato il disegno di legge di conversione (S. 2228);
Iter al Senato
– primo giugno 2010: il disegno di legge di conversione è assegnato all’esame in sede referente della commissione Bilancio e in sede consultiva in tutte le altre commissioni;
– 12 giugno 2010: la commissione Bilancio nomina relatore del testo il proprio presidente, il senatore del Pdl Antonio Azzollini (eletto in Puglia). Fino all’ultimo le indiscrezioni sulla designazione del relatore davano per certo il senatore della Lega Nord e vicepresidente del V gruppo di lavoro Massimo Garavaglia (eletto in Lombardia);
– 14-15 giugno: la commissione Bilancio svolge in via informale le audizioni dei rappresentati di istituzioni e parti sociali come Istat, Banca d’Italia, Associazione dei comuni, Confindustria, sindacati etc. È inoltre fissato per le 13 del 18 giugno il termine per la presentazione di emendamenti. È avviata la discussione del provvedimento nelle commissioni riunite in sede consultiva, che fanno pervenire le proprie osservazioni tra il 10 e il 18 giugno;
– 16 giugno 2010: con un giorno di ritardo, parte la discussione in sede referente. Il giorno precedente il dibattito era stato rinviato: il sottosegretario all’Economia Luigi Casero non era stato in grado di fornire chiarimenti sull’impatto macroeconomico della manovra richiesti dal gruppo di lavoro;
– 18-21 giugno 2010: vengono presentate oltre 2500 proposte di modifica al testo, di cui più della metà è firmata dalla maggioranza;
– 22-25 giugno 2010: viene svolto il vaglio di ammissibilità degli emendamenti. La commissione Bilancio riduce di molto il numero delle modifiche. Risultano bocciati gli emendamenti 1.18 Alicata (Pdl) sul finanziamento Ispra, 5.4 Mascitelli (Idv) sull’abolizione dei consorzi di bonifica e una serie di emendamenti – 7.141, 7.142, 7.143, 7.144, 7.0.13 e 7.0.16 – per lo più relativi alla soppressione di alcuni enti agricoli come Ismea, Inea e Cra;
– 29 giugno 2010: nel corso della seduta notturna il relatore Azzollini presenta 11 emendamenti. Nel frattempo la commissione Bilancio prosegue le votazioni arrivando all’articolo 10 e accantonando numerose proposte di modifica;
– 30 giugno 2010: la commissione Bilancio prosegue la discussione, ma non fissa il termine per la presentazione di sub-emendamenti alle modifiche del relatore. Il dibattito si ferma sull’esame delle proposte riferite all’articolo 20;
– primo luglio 2010: fissato alle 20 il termine per la presentazione di sub-emendamenti alle proposte del relatore;
– 2 luglio 2010: la commissione Bilancio conclude l’esame degli emendamenti d’iniziativa parlamentare;
– 5-6 luglio 2010: il gruppo di lavoro comincia a vagliare le modifiche d’iniziativa del relatore, che annuncia la presentazione di ulteriori proposte emendative;
– 7 luglio 2010: il relatore deposita l’emendamento 40.1000 sulla sospensione delle rate relative al ripiano delle multe sulle quote latte; il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan prende le distanze dalla proposta e ventila ipotesi di dimissioni;
– 8 luglio 2010: il ministro Galan incontra il premier Silvio Berlusconi che lo rassicura sulla contrarietà della presidenza del Consiglio all’emendamento 40.1000;
– 9 luglio 2010: la commissione Bilancio approva l’emendamento del relatore sulle quote latte e nella notte dà il via libera al provvedimento per l’Aula.
13 luglio 2010: al via la discussione generale in Aula;
– 14 luglio 2010: il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, pone la questione di fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge di conversione che accoglie tutte le modifiche approvate in commissione, compresa quella sulle quote latte;
– 15 luglio 2010: il Senato dà il via libera al provvedimento, che viene trasmesso alla Camera;
Iter Camera
– 16 luglio 2010: il disegno di legge di conversione del dl 78/2010 approda a Montecitorio dove diventa il ddl C. 3638. Il testo è assegnato in sede referente alla commissione Bilancio, con relatore Gioacchino Alfano (Pdl-Campania). Richiesto il parere in sede consultiva a tutti gli altri gruppi di lavoro;
– 19 luglio 2010: la commissione Bilancio avvia la discussione, fissato per le ore 16 del 20 luglio il termine per la presentazione di emendamenti;
– 21 luglio 2010: parere favorevole di tutte le commissioni impegnate nell’esame in sede consultiva del provvedimento, a eccezione della Agricoltura che per dissidi sull’art. 40-bis (quote latte) non si esprime. La commissione Bilancio, sede referente, inizia esame degli oltre 900 emendamenti;
– 22 luglio 2010: la commissione Bilancio licenzia il provvedimento, senza modifiche.
– 27 luglio 2010: il governo pone la questione di fiducia sul testo così come approvato da palazzo Madama;
– 28 luglio 2010: l’Aula accorda la trentaseiesima fiducia all’esecutivo, posta sul provvedimento dal governo;
– 29 luglio 2010: via libera definitivo dell’Aula di Montecitorio.
Unione europea – quote latte: commissario Ciolos deluso da approvazione proroga pagamento multe e preannuncia “necessarie misure legali contro l’Italia”
“La Commissione europea è delusa di apprendere che l’Italia ha votato una misura che sembra essere contraria alle regole dell’Ue sul rimborso delle multe per il superamento delle quote latte”. Questo il commento del commissario europeo per l’Agricoltura Dacian Ciolos in merito al via libera definitivo, giunto questa mattina dalla Camera dei deputati, al disegno di legge di conversione del decreto legge sui conti pubblici, che prevede, all’articolo 40-bis, la proroga al 31 dicembre 2010 per il pagamento delle multe per gli allevatori che hanno sforato le quote e che avrebbero dovuto invece saldare il proprio debito entro il 30 giugno scorso. Ciolos ha aggiunto che la Commissione “esaminerà sotto il profilo giuridico il testo votato e non esiterà a intraprendere l’azione necessaria contro l’Italia se la misura non è conforme alle regole Ue”. Il commissario romeno ha poi precisato che l’Unione europea è pronta a “intraprendere le necessarie misure legali contro l’Italia” se sarà verificato che le norme approvate contrastano la legislazione comunitaria.
Del resto la sua direzione generale aveva nei giorni scorsi già “avvisato” l’Italia, inviando una lettera al governo per chiedere di essere tempestivamente informata circa le norma in approvazione. Mentre lo stesso Ciolos aveva chiarito, il 12 luglio scorso a margine della riunione dei ministri dell’Agricoltura europei, che sulla questione “non c’e’ spazio per negoziati”, ricordando di aver già risposto con una lettera a una richiesta di parere del titolare dell’Agricoltura Giancarlo Galan sull’ipotesi di un rinvio del pagamento delle multe al 31 dicembre prossimo. In quella lettera, aveva spiegato Ciolos ai giornalisti al termine del Consiglio agricoltura a Bruxelles, è stato sottolineato come “la legislazione sia molto chiara e che l’Italia deve rispettarla: spero che l’Italia prenda tutte le misure necessarie, altrimenti dovrò agire”.
Governo – in corso Ufficio di presidenza Pdl: i finiani Bocchino e Granata deferiti a collegio Probiviri. Primo no alla manovra dal Tar Lazio su pedaggi autostrade e Gra
È iniziata da pochi minuti la riunione che potrebbe portare alla scissione definitiva tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera dei deputati e cofondatore del partito Gianfranco Fini, ma le prime notizie iniziano a circolare: secondo un lancio di agenzia, i deputati finiani Italo Bocchino (eletto in Campania) e Fabio Granata (Sicilia) sarebbero stati deferiti al collegio dei Probiviri del partito, che giudicherà del rispetto delle norme statutarie da parte loro. Nel frattempo, già nel pomeriggio circolavano voci sulla possibile formazione di un nuovo gruppo parlamentare alla Camera (con una trentina di deputati) e al Senato (12 senatori), a iniziativa di Italo Bocchino, per anticipare eventuali espulsioni da parte del premier dal partito di maggioranza.
Non è questo l’unico tema al centro della discussione in corso tra Berlusconi e i suoi fedelissimi: si approssima l’ipotesi di un rinvio a settembre della discussione alla Camera del disegno di legge sulle intercettazioni, eventualità strettamente correlata al possibile divorzio tra i fondatori del Pdl. Fini ha infatti convocato per questa sera alle 20.30 la Conferenza dei capigruppo a Montecitorio, che deciderà sull’organizzazione dei lavori e l’eventuale rinvio.
Intanto, dopo appena poche ore dall’approvazione definitiva alla Camera, arriva il primo stop alla manovra di correzione dei conti pubblici: il Tar del Lazio ha infatti sospeso, accogliendo le richieste della Provincia di Roma, del Comune di Fiano Romano e della Provincia di Pescara, il decreto che ha disposto l’aumento dei pedaggi autostradali previsti nel decreto legge.
30 luglio
Camera – apicoltura, Rainieri (Lnp): monitorare spreco di risorse Emilia Romagna nel contrasto alla moria delle api
La problematica della scomparsa delle api, che il governo e il Parlamento stanno affrontando già dalla fine del 2008, necessita di azioni coordinate, da attuare nell’ambito di una strategia unitaria. Il ministero delle Politiche agricole ha dato il via a una serie di progetti di studio e ricerca per scoprire la causa della moria degli insetti, tra cui Apenet, la rete per il monitoraggio dei fenomeni di spopolamento e mortalità degli alveari in Italia. Dai risultati dei vari studi condotti, è emerso che una delle cause potrebbe essere l’impiego in agricoltura di prodotti fitosanitari a base di neonicotinoidi, agenti chimici utilizzati per la concia del mais. Tuttavia, è anche emerso che si tratta di un fenomeno complesso, influenzato dall’andamento climatico, dall’inquinamento ambientale, dalle tecniche agronomiche e dalle patologie apistiche. È quindi necessario concentrare le risorse disponibili, ed evitare sprechi e duplicazioni di azioni a livello locale a opera delle Regioni. È questa la denuncia di Fabio Rainieri (Lnp-Emilia Romagna), che ha presentato ieri un’interrogazione a Montecitorio, indirizzata al ministro Giancarlo Galan, per chiedere conto di una delibera della Regione Emilia Romagna, che avrebbe assegnato fondi statali ed europei, stanziati per fronteggiare l’emergenza dello spopolamento degli alveari, al pagamento di consulenze, studi e ricerche. Si tratta, ad avviso di Rainieri, di una somma superiore ai 2 milioni di euro, dei quali resterebbero solo 21mila (per il periodo 2010-2013) per il ripopolamento delle api. Il deputato evidenzia poi che la giunta emiliana, di centro-sinistra, avrebbe assegnato queste risorse all’Osservatorio del miele, in Provincia di Bologna, presieduto da Giancarlo Naldi, esponente politico del Partito democratico, consigliere provinciale di Bologna e direttore della rivista della Regione. Giudicando l’operazione attivata dall’Emilia Romagna censurabile e inopportuna, il deputato leghista chiede a Galan di verificare l’esattezza delle informazioni e di accertare se tra le azioni messe in atto con queste risorse vi siano duplicazioni di quanto già fatto dal governo.
Camera – (C. 3472) Programma nazionale sviluppo rurale: commissione Agricoltura conclude esame emendamenti. Bocciata proposta 1.5 di Oliverio (Pd) su Piano nazionale interventi straordinari settore primario
Si è concluso, durante la seduta di ieri nella commissione Agricoltura di Montecitorio, l’esame degli emendamenti riferiti alla proposta di legge, a firma del presidente del gruppo di lavoro Paolo Russo (Pdl-Campania), sull’adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale.
In particolare, sono stati respinti gli emendamenti 1.5 di Nicodemo nazzareno Oliverio e 1.01 di Giuseppe Ruvolo (Udc-Sicilia), finalizzati a riscrivere completamente il provvedimento che mira a individuare uno strumento che assicuri l’utilizzo delle risorse finanziarie per lo sviluppo rurale già stanziate dall’Unione europea per il periodo 2007/2013 e, di conseguenza, scongiurare il disimpegno automatico delle somme non utilizzate.
Il deputato del Pd, con la sua proposta di modifica, intendeva coinvolgere attivamente la Conferenza Stato-Regioni nel processo decisionale e introdurre un Piano nazionale di interventi straordinari per sostenere e accelerare il pieno utilizzo delle risorse stanziate nei diversi Piani di sviluppo rurale (Psr) delle Regioni che preveda anche la semplificazione amministrativa.
Inoltre, con il proprio emendamento Oliverio proponeva l’inserimento di un ulteriore articolo sulla formazione di una delegazione, istituita dal ministero delle Politiche agricole e dalla Conferenza Stato-Regioni, per negoziare in sede europea la possibilità di aumentare dal 75 al 90% la quota erogabile dagli organismi pagatori senza completare i controlli prescritti e spostare, negli anni finali della programmazione 2007-2013, una quota, pari a quanto non speso al 31 dicembre 2010, delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) assegnate alle Regioni.
La modifica proposta da Ruvolo, invece, riguardava l’inserimento di un articolo aggiuntivo per garantire l’erogazione delle somme da parte dell’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per le annualità del 2009 e del 2010.
Sono stati approvati, invece, tutti gli emendamenti della relatrice Sabrina De Camillis (Pdl-Molise) e del presidente della commissione Russo che, di fatto, con la proposta 1.1 ha riscritto il secondo comma dell’articolo uno del provvedimento.
In pratica, la novità prevede che spetta al ministero delle Politiche agricole, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, stabilire, entro l’anno in corso, le assegnazioni finanziarie per la copertura delle dichiarazioni di spesa delle Regioni che eccedano la dotazione finanziaria stabilita da ciascuna decisione della Commissione europea, individuando le somme non utilizzate.
Ricordiamo che il testo risultante dall’esame degli emendamenti sarà ora trasmesso alle commissioni competenti, in sede consultiva, per l’espressione dei pareri previsti.
Background
– 12 maggio 2010: Paolo Russo (Pdl-Campania), presidente della commissione Agricoltura della Camera, presenta, insieme ai rappresentanti di tutte le componenti politiche del gruppo di lavoro, la proposta di legge sull’adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale 2007/2013;
– 25 maggio 2010: la relatrice Sabrina De Camillis (Pdl-Molise) illustra i contenuti del provvedimento;
– 22-23 giugno 2010: si delibera l’audizione informali dei rappresentanti di Agea, Ismea;
– primo luglio 2010: audizioni Agea e Ismea, le Regioni trasmettono documento sul testo evidenziano la sostanziale inutilità della creazione di un programma nazionale sui Psr;
– 6-7 luglio 2010: termine presentazione emendamenti, richiesta di posticipare il termine per recepire osservazioni della Conferenza delle Regioni (prevista giovedì 8 luglio).
Politica – Fini: Berlusconi illiberale, resto. Nasce Futuro e libertà per l’Italia
“Ieri sera sono stato, di fatto, espulso dal partito, una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana”. Con queste parole Gianfranco Fini sferra il contrattacco al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che con il documento politico approvato ieri sera aveva “sfiduciato” il presidente della Camera e deferito i suoi fedelissimi Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio ai probiviri del partito. Non ha nessuna intenzione di dimettersi dal suo ruolo istituzionale, né di uscire dalla maggioranza con la quale è stato eletto, ma offrirà al premier un appoggio condizionato: “Berlusconi – ha dichiarato – ha una concezione non propriamente liberale della democrazia, e il presidente della Camera è tenuto al rispetto del regolamento e all’imparziale conduzione dell’attività della Camera, non a garantire la maggioranza che lo ha eletto”.
Per contrastare una visione giudicata “aziendale” delle istituzioni, quindi, Fini ha presentato questo pomeriggio, all’Hotel Minerva a Roma, il nuovo gruppo parlamentare, “Futuro e libertà per l’Italia”. La nuova componente politica, che conterà 35 deputati alla Camera e 10 senatori a palazzo Madama, rimarrà comunque all’interno della maggioranza, assicurando il proprio sostegno al governo, attraverso l’appoggio condizionato “alle scelte che saranno prese nel solco del programma elettorale”, ma contrastando “quelle lesive dell’interesse generale”.
Il gruppo parlamentare, ufficializzato in giornata con la deposizione delle firme e del nome (gli appartenenti in allegato, capogruppo a Montecitorio sarà Giorgio Conte, eletto in Veneto), non metterebbe dunque a rischio il governo, che tra l’altro, annovera al proprio interno un ministro (alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi) e diversi sottosegretari (tra cui il viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, all’Agricoltura Antonio Buonfiglio e all’Ambiente Roberto Menia) fedeli all’ex leader di Alleanza nazionale e aderenti al nuovo gruppo. Né si prevedono sconvolgimenti e rimpasti da parte del presidente Berlusconi all’interno della compagine governativa, che ieri in serata aveva assicurato che “gli amici di Fini lavorano bene, non ho ragione di modificare la squadra di governo”. Va tuttavia precisato, a questo proposito, che il governo non ha, oggi, figure di rilievo per poter rimpiazzare gli eventuali posti vacanti, né è ancora riuscito a sostituire il dimissionario Claudio Scajola allo Sviluppo economico, delega detenuta tutt’oggi ad interim dal presidente Berlusconi, e che si ipotizzava sarebbe stata affidata durante il Consiglio dei ministri di questa mattina al viceministro Paolo Romani, ipotesi smentita dal titolare dell’Economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione dell’esecutivo.
Qualche preoccupazione in seno al Pdl, tuttavia, la nuova componente politica potrebbe causarla: alla Camera i 35 nomi dei finiani potrebbero creare notevoli difficoltà al governo. Il Pdl conta ora 271 deputati, che con la diaspora dei finiani diventano 236. La maggioranza, composta dai gruppi Pdl e Lega (59 componenti) arriverebbe quindi appena a 295 deputati, non sufficiente per raggiungere la maggioranza assoluta di 316 richiesta a Montecitorio. Meno problemi a palazzo Madama, dove la maggioranza richiesta è di 162 senatori, ma che richiederebbe comunque una presenza costante da parte della componente Pdl-Lega, senza spazio per assenze. Infatti, i 14 senatori in fuga con Fini ridurrebbero il gruppo Pdl a 131 membri, che sommati ai 26 leghisti sfiorano il quorum (157). Tra i nomi illustri di palazzo Madama anche quello della senatrice Adriana Poli Bortone (eletta in Puglia) che abbandonerebbe quindi la componente politica Io Sud, e un senatore dell’Mpa, Giovanni Pistorio (Sicilia). Senza contare, poi, la necessaria riorganizzazione dei capigruppo nelle commissioni parlamentari. Tra i senatori del nuovo gruppo parlamentare ci sono infatti personaggi del calibro di Maurizio Saia, capogruppo Pdl per la commissione Bilancio.
Tuttavia, in vista dell’appoggio condizionato alla maggioranza e al governo, potrebbero essere scongiurate, almeno per il momento, le elezioni anticipate ripetutamente minacciate dal premier e temute anche dalle altre componenti politiche. Si staglierebbe all’orizzonte, tutt’al più, un Berlusconi-bis su nomina del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Palazzo Chigi – Consiglio dei ministri: sì definitivo a dlgs su proprietà intellettuale. Rafforzata tutela prodotti Dop e Ipg. Salta nomina ministro Sviluppo economico
Sarà pubblicato nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale il decreto legislativo con le modifiche al Codice della proprietà industriale (Dlgs n. 30/2005) previste dalla delega fissata dalla legge (collegata alla Finanziaria 2009) su energia e sviluppo (n. 99/2009). La revisione del Codice, è stato precisato in comunicato stampa del ministero dello Sviluppo, si è resa necessaria “per armonizzare l’ordinamento italiano a quello europeo ed internazionale, colmando preesistenti lacune, per disciplinare in modo più dettagliato importanti settori, come le biotecnologie, e introducendo procedure più snelle per i brevetti”. In questo modo l’esecutivo intende stimolare lo sfruttamento industriale delle invenzioni brevettate, per “incidere sul sistema produttivo nazionale e, a ricaduta, sulla competitività dell’intero Paese”. Introdotta una specifica norma che permetterà ai Comuni di ottenere il riconoscimento di un marchio da utilizzare per valorizzare commercialmente il patrimonio culturale, storico, architettonico ed ambientale del proprio territorio. Semplificati poi le procedure e gli adempimenti amministrativi a carico di cittadini o imprese che intendano ottenere un titolo di proprietà industriale. Sarà inoltre più agevole la traduzione delle domande internazionali di brevetto, la trascrizione e la possibilità per un singolo di depositare un brevetto in comunione e nell’interesse di più soggetti. Il provvedimento stabilisce poi specifiche disposizioni in fatto di tutela e protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine (art. 15), incrementando la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e rafforzando quanto già previsto dall’articolo 30 del Codice. Inasprite poi le norme anticontraffazione e antipirateria previste dal dlgs 30/2005: modifiche sono state infatti apportate all’articolo 129 del testo per disciplinare contemporaneamente sia la descrizione che il sequestro di beni contraffatti. Questo per far sì che la descrizione possa assumere la natura di misura cautelare di istruzione preventiva, autonoma rispetto alla consulenza tecnica preventiva disciplinata dall’articolo 128. Rafforzate infine le norme dettate dall’articolo 144 con riguardo alla definizione di atti di pirateria (art. 67 dello schema di dlgs). L’articolo 145 del provvedimento è stato modificato riproducendo le disposizioni fissate dalla legge 99/2009 sull’istituzione del Consiglio nazionale anticotraffazione, di cui si attende ancora il decreto ministeriale istitutivo.
Nel corso della riunione di oggi, il governo ha poi approvato in via definitiva il decreto legislativo di attuazione della 2008/48/CE sui contratti di credito al consumo e sulle modifiche al Testo unico bancario (Tub) con riguardo alla regolamentazione delle attività di mediazione creditizia e finanziaria.
A differenza di quanto annunciato la scorsa settimana dal premier Silvio Berlusconi, nella riunione di oggi il Consiglio dei ministri non ha nominato il nuovo responsabile dello Sviluppo economico che continuerà quindi a essere guidato ad interim dal Cavaliere. Ricordiamo che in pole position per la poltrona di Via Veneto continua a essere dato l’attuale viceministro con delega alle Tlc Paolo Romani.
L’esecutivo ha poi dato il via preliminare a un disegno di legge che ottimizza il sistema del finanziamento al cinema apportando le modifiche che si sono dimostrate necessarie soprattutto in relazione alla qualità dei prodotti cinematografici. Il provvedimento, su cui sarà chiesto il parere della Conferenza Stato Regioni, introduce inoltre la nuova soglia dei 10 anni (oltre a quelle già previste di 14 e 18 anni) per il nulla osta alla visione di film. Sul testo verrà anche chiesto il parere della Conferenza Stato Regioni.
Approvato infine in via preliminare il nuovo regolamento di organizzazione del ministero della Salute, che persegue le razionalizzazioni e i risparmi di spesa richiesti dalle recenti norme e dal programma del governo. Sul provvedimento saranno acquisiti i pareri delle commissioni di Camera e Senato. Licenziato invece in via definitiva il decreto legislativo che dà attuazione alla delega conferita al governo a rendere concorrenziale il mercato del gas naturale, mentre sarà inviato al Parlamento per l’acquisizione dei previsti pareri lo schema di decreto legislativo che fissa le sanzioni per le violazioni degli obblighi imposti dal Regolamento europeo n. 924 del 2009 a carico di imprese e persone fisiche impegnate in operazioni di pagamento transfrontaliero. Lo schema verrà trasmesso alle Commissioni parlamentari per il parere.
Per rendere operativo il Piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario della Regione Calabria, il Consiglio ha nominato Commissario ad acta il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. Da registrare invece la decisione del ministro dell’Economia Giulio Tremonti di non firmare il Piano di rientro dal deficit sanitario presentato dalla Puglia. Nel corso della conferenza stampa tenuta oggi a palazzo Chigi, il responsabile del Mef ha spiegato la sua decisione sottolineando che la Puglia “è su una via pericolosa, di amministrazione non responsabile e non vogliamo che con quella legislazione che segue una logica non responsabile, la Puglia finisca come la Grecia”. Alle parole di Tremonti ha replicato il governatore della Regione Nichi Vendola e leader di Sinistra, ecologia e libertà, accusando il governo di boicottare la Puglia e annunciando l’intenzione di chiedere l’intervento del presidente della Repubblica su quanto accaduto.
Si segnala infine che il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ha illustrato al Consiglio i contenuti del Piano triennale per il lavoro “Liberare il lavoro per liberare i lavori”.
Background
Iter dlgs di modifica Codice proprietà industriale
– 13 aprile 2010: il testo, messo a punto in attuazione della delega prevista dalla legge 99/2009, ovvero il collegato alla Finanziaria 2009 su sviluppo ed energia, è esaminato dal pre-Consiglio dei ministri. Per l’elaborazione del testo il ministero dello Sviluppo economico si avvale di una commissione tecnica di esperti e della cooperazione dell’Ufficio italiano brevetti e marchi e dei rappresentati delle categorie interessate. L’obiettivo è rendere più stringenti le norme a tutela dei marchi e della proprietà industriale contro il fenomeno della contraffazione e di operare un complessivo aggiornamento e snellimento delle disposizioni in materia, anche alla luce degli aggiornamenti della legislazione comunitaria;
– 16 aprile 2010: arriva il primo via libera dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento viene trasmesso al Consiglio di Stato, alla Conferenza Stato Regioni e alle competenti commissioni parlamentari per l’acquisizione dei rispettivi pareri;
– 25 giugno 2010: il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito presenta il provvedimento (atto di governo n. 228) alle Camere;
– 29 giugno 2010: il testo viene assegnato alle commissioni Attività produttive di Montecitorio e Industria di palazzo Madama. Il termine per l’espressione del parere è fissato al 20 luglio;
– 13 luglio 2010: il X gruppo di lavoro della Camera, relatore Stefano Allasia (Lnp-Piemonte), avvia l’esame in sede consultiva del testo;
– 20 luglio 2010: il presidente della commissione di Montecitorio rinvia l’espressione del parere in attesa che si pronunci la Bilancio sugli aspetti di sua competenza;
– 27 luglio 2010: la commissione Industria di palazzo Madama esprime parere favorevole con osservazioni;
– 28 luglio 2010: via libera, con osservazioni, anche dalla commissione Attività produttive di Montecitorio;
30 luglio 2010: via libera definitivo dal Consiglio dei ministri.
31 luglio
Gazzetta ufficiale – è in vigore la manovra finanziaria: pubblicato ddl di conversione decreto legge conti pubblici
E’ entrato in vigore, con la pubblicazione sul supplemento ordinario della Gazzetta ufficiale in edicola oggi (del 30 luglio, serie generale n. 176) il disegno di legge di conversione del decreto legge (n. 78 del 2010) che contiene la manovra correttiva sui conti pubblici per il triennio 2011-2013, licenziato in via definitiva dalla Camera il 29 luglio.
L’entità complessiva dell’intervento correttivo, inteso come saldo netto finale da finanziare – che comprende cioè le riduzioni di spese sommate a maggiori e minori entrate tributarie e contributive – è di ben 55,4 miliardi di euro per il triennio di riferimento.
Con il passaggio al Senato la stima complessiva dei tagli previsti dalla manovra è leggermente cresciuta dai 24,9 miliardi ai 25,06 miliardi anche alla luce del fatto che in base ai chiarimenti forniti dal governo a palazzo Madama sull’impatto macroeconomico del decreto, la manovra produrrà una minore crescita del Pil pari a 0,1% nel 2010 e a 0,2% nel 2011 e 2012.
Camera – etichettatura agroalimentare, Oliverio (Pd): assicurare tutela consumatori e sostenere iniziative normative in materia
L’inganno del falso made in Italy a tavola, dovuto alla vendita in Italia di prodotti alimentari pagati come italiani ma di origine straniera, costa al nostro Paese 4,2 miliardi. Questo avviene per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta anche delle materie prime utilizzate. Prendendo ad esempio il recente scandalo delle mozzarelle contagiate dal batterio pseudomonas fluerescens, il deputato del Partito democratico Nicodemo Oliverio (eletto in Calabria) chiede all’esecutivo, con un’interrogazione presentata ieri in Aula, di consentire una vera tracciabilità, oltre all’intensificazione dei controlli, che riguardi anche i prodotti lattiero caseari derivati (yogurt, latticini, formaggi) e non solo il latte fresco. A questo proposito, Oliverio chiede al governo di attenersi all’Europa, che in questi mesi ha avviato l’esame di un regolamento sulla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori per i prodotti agricoli, di assicurare una più efficace tutela dei consumatori e di sostenere il disegno di legge in materia di etichettatura di origine (C. 2260 sulla competitività agroalimentare), da tempo fermo alla Camera, che risolverebbe molte delle problematiche in materia.
COMUNICATI STAMPA
• 29 luglio
Agronomi di Roma e Provincia insieme per taglio forestale
• 2 agosto
Allo studio i costi dell’agricoltura per rispettare l’ambiente
AGENDA
Nelle Istituzioni – calendario della settimana dal 2 al 6 agosto 2010
In Italia e nel mondo – il servizio delle news sugli appuntamenti riprenderà a settembre
MONITORAGGIO LEGISLATIVO
• 27 luglio
Camera – ogm, Cenni (Pd): evitare rischio contaminazione colture in provincia di Pordenone
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: domani alle 17 sarà votata la trentaseiesima fiducia dall’inizio della XVI Legislatura. Giovedì entro le 13 il voto finale
Ministero della Salute – presentato rapporto sicurezza alimentare. Martini: “Tolleranza zero e nuovo ddl contro operatori scorretti”
• 28 luglio
Camera – mucca pazza: individuare modalità di trasmissione secondo caso italiano. Interrogazione di Farina Coscioni (Pd)
Senato – quote latte: Giarretta (Pd) chiede a Berlusconi di prendere posizione su rinvio pagamenti e su atteggiamento Lega. Dg agricoltura dell’Ue scrive a governo italiano: deroghe a regole su rateizzazione violano norme comunitarie
Senato – coltivazioni ogm in Friuli: Camber (Pdl) chiede intervento del governo
Camera/Senato – (a. g. 229) schema dlgs attuazione direttiva 2007/43/Ce sicurezza carne polli: disco verde commissione Affari costituzionali palazzo Madama. Affari sociali Montecitorio si esprimerà a settembre
Senato – (a. g. 228) schema dlgs modifica codice proprietà industriale: via libera dalla commissione Industria (sede consultiva). Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di venerdì 30 luglio
Senato – Galan in commissione Agricoltura: in arrivo provvedimento a sostegno del primario. Quote latte, Pignedoli (Pd): “Situazione vergognosa”
Regioni – Tabacco: la presidente dell’Umbria scrive a Galan per sollecitare definizione negoziato su misure agroambientali
• 29 luglio
Camera – settore primario: rilanciare redditività aziende. Interrogazione di Nastri (Pdl)
Senato – etichettatura, Galan: olio made in Italy garantito da Ispettorato centrale tutela qualità
Camera – (a. g. 228) codice proprietà industriale: Attività produttive approva parere favorevole, poste condizioni a tutela piccole imprese. Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di domani
Senato – agricoltura, Galan: risorse comunitarie e nazionali liquideranno polizze per 114 milioni di euro
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: via libera definitivo dall’Aula. Testo alla firma del Capo dello Stato. Prevista per domani pubblicazione su Gazzetta ufficiale. Approvata proroga pagamento multe quote latte
Unione europea – quote latte: commissario Ciolos deluso da approvazione proroga pagamento multe e preannuncia “necessarie misure legali contro l’Italia”
Governo – in corso Ufficio di presidenza Pdl: i finiani Bocchino e Granata deferiti a collegio Probiviri. Primo no alla manovra dal Tar Lazio su pedaggi autostrade e Gra
• 30 luglio
Camera – apicoltura, Rainieri (Lnp): monitorare spreco di risorse Emilia Romagna nel contrasto alla moria delle api
Camera – (C. 3472) Programma nazionale sviluppo rurale: commissione Agricoltura conclude esame emendamenti. Bocciata proposta 1.5 di Oliverio (Pd) su Piano nazionale interventi straordinari settore primario
Politica – Fini: Berlusconi illiberale, resto. Nasce Futuro e libertà per l’Italia
Palazzo Chigi – Consiglio dei ministri: sì definitivo a dlgs su proprietà intellettuale. Rafforzata tutela prodotti Dop e Ipg. Salta nomina ministro Sviluppo economico
• 31 luglio
Gazzetta ufficiale – è in vigore la manovra finanziaria: pubblicato ddl di conversione decreto legge conti pubblici
Camera – etichettatura agroalimentare, Oliverio (Pd): assicurare tutela consumatori e sostenere iniziative normative in materia
COMUNICATI STAMPA
29 luglio
Agronomi di Roma e Provincia insieme per taglio forestale
Sisti, presidente Conaf: “Collaborazione importante con vantaggi concreti per i professionisti romani”. Corbucci, presidente Ordine di Roma (630 iscritti): “Auspichiamo un progressivo snellimento di pratiche iter burocratico”.
Dottori agronomi e dottori forestali romani collaboreranno con la Provincia di Roma per il miglioramento delle procedure per le richieste di taglio forestale. Questo in sintesi il risultato del protocollo di intesa siglato dall’Ordine provinciale dei dottori agronomi e dottori forestali con la Provincia di Roma. La firma del protocollo di intesa – fra il presidente dell’Ordine Edoardo Corbucci e l’assessore provinciale alle Politiche all’agricoltura – avvenuta a Palazzo Valentini a Roma, ha sancito il via ad una attività di collaborazione congiunta, finalizzata all’ottimizzazione e allo snellimento dei procedimenti amministrativi per le richieste di taglio forestale di competenza provinciale.
“Si tratta di una collaborazione importante – afferma il presidente Conaf Andrea Sisti – per tutti i liberi professionisti romani, che potranno ottenere vantaggi concreti per l’espletamento della loro attività quotidiana e per l’interesse dell’ente pubblico, quindi dei cittadini”.
“Con questa collaborazione – sottolinea il presidente provinciale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma , Edoardo Corbucci – auspichiamo un progressivo snellimento delle pratiche autorizzative e dell’iter burocratico necessario per la presentazione delle domande in ambito agro-forestale, che potranno essere presentate anche in forma elettronica e a distanza, riducendo quindi gli appesantimenti della procedura attuale”.
In sintesi la collaborazione fra l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma (che conta 630 iscritti di cui il 65% liberi professionisti) e Provincia di Roma si sviluppa, già nelle prossime settimane, attraverso aggiornamenti del sistema gestionale, utilizzato al Servizio Geologico, con possibilità di accesso tramite password a specifici servizi anche all’utenza tecnica esterna. Quindi con il confronto sulle problematiche legate al territorio (redazione di progetti conformi alla normativa in campo di vincolistica territoriale – riduzione della tempistica per il rilascio di provvedimenti autorizzativi laddove si tratti di interventi in ambiti soggetti a pareri preventivi di competenza della Provincia) attraverso l’istituzione di tavoli tecnici periodici con i Servizi dell’Ente coinvolti nel procedimento, al fine di individuare procedure più snelle che non penalizzino l’utenza. Infine eventuali aggiornamenti, da parte dell’Amministrazione provinciale, della documentazione tecnico – amministrativa redatta ai fini della presentazione delle domande in ambito agro-forestale dalla stessa Provincia di Roma. “Uno dei primi risultati di questa sottoscrizione – aggiunge il presidente Corbucci -, è rappresentato dalla possibilità fornita agli iscritti di accedere, tramite password, alle banche dati cartografiche GIS della provincia”.
La Provincia di Roma su affidamento della Regione Lazio deve tra l’altro gestire le Riserve Naturali di Monte Catillo nel comune di Tivoli, Monte Soratte nel comune di Sant’Oreste, Macchia di Gattacea e Macchia del Barco nei comuni di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova, Nomentum nei comuni di Fonte Nuova e Mentana; nonché la Riserva naturale provinciale di Villa Borghese di Nettuno.
2 agosto
Allo studio i costi dell’agricoltura per rispettare l’ambiente
In italia ogni azienda agricola deve accantonare ogni anno una somma per sostenere i costi per le buone pratiche ambientali
La vicepresidente Conaf, Rosanna Zari: “Il costo, la cui analisi è in corso di studio, varia in relazione alla morfologia del terreno ed all’ubicazione dell’azienda agricola”
Per salvaguardare il territorio rurale dal rischio di erosione dei suoli, un’azienda agricola di medie dimensioni (valutate in 10 ettari di superficie) in Italia spende dai 300 a 600 euro all’anno. Sono solo alcuni dei costi della cosiddetta “condizionalità”, – una norma comunitaria in applicazione già da alcuni anni, che subordina i pagamenti diretti agli agricoltori al rispetto di una serie di requisiti ambientali – questo l’argomento al centro di un incontro tecnico che si è tenuto alla sede di Ismea a Roma, alla presenza del focus group composto da tecnici in rappresentanza del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, da ISMEA-Rete Rurale, da CONAF (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), e da UNIMA (Unione nazionali imprese di meccanizzazione agricola).
Il focus group ha l’obiettivo di valutare i costi e gli impatti territoriali delle tecniche agronomiche connesse agli adempimenti di condizionalità con particolare riferimento al mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche ed ambientali. “Sono state valutate le norme tecniche contenute nel decreto ministeriale relativo al regime di condizionalità 2010 (DM 30125/2009) – sottolinea la vicepresidente Conaf, Rosanna Zari. Per ogni singolo impegno relativo alle buone condizioni agronomiche ed ambientali , sono stati analizzati i costi medi sostenuti per le diverse misure previste nel decreto condizionalità dalle aziende agricole nelle varie regioni – aggiunge Zari – ed il relativo grado di efficacia degli interventi>>. Ne è emerso, da questo primo incontro che ad esempio il costo medio all’anno che deve essere sostenuto da una azienda agricola media per il solo mantenimento delle sistemazioni idraulico agrarie – importante funzione per la salvaguardia del territorio rurale – va dai 300 a 600 euro annui, “un costo – precisa –, che varia in relazione alla morfologia del terreno ed all’ubicazione della stessa azienda, a questo devono poi essere aggiunti i costi relativi alle altre misure quali : mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio agrario, mantenimento degli habitat, mantenimento degli oliveti e vigneti ecc.”. Giudizio molto positivo da parte dei rappresenti del mondo delle istituzioni agricole per il primo incontro: “Si è rilevato molto importante il ruolo dell’informazione all’agricoltore – prosegue Camillo Zaccarini Bonelli di ISMEA – ed il supporto tecnico della consulenza con l’obiettivo di portare l’impresa agricola ad un miglioramento del rispetto delle norme sulla condizionalità. Una volta concluso il lavoro di studio, i risultati complessivi saranno presentati dal MIPAAF, alla Commissione Europea nel corso di un evento destinato ad approfondire la condizionalità in Europa e le prospettive della Politica agricola comune (PAC) dopo il 2013”.
CONDIZIONALITA’ – E’ l’insieme di regole che gli agricoltori europei devono rispettare per garantire standard elevati di difesa dell’ambiente e del territorio, sicurezza alimentare e salute pubblica, benessere degli animali. Obiettivi – sottolinea la Rete Rurale – che si traducono in specifici comportamenti e requisiti aziendali, il cui rispetto è finalizzato a rafforzare l’agricoltura europea nella sua sostenibilità ambientale e competitività di mercato. Gli impegni di condizionalità rappresentano così un vero e proprio codice di comportamento, varato dall’Unione Europea nel 2003 e adottato in Italia già dal 2005, che è stato valorizzato dalla recente revisione della Politica Agricola Comune (Health Check della Pac).
AGENDA
Nelle Istituzioni – calendario della settimana dal 2 al 6 agosto 2010
N.b. I calendari dei lavori parlamentari potrebbero subire variazioni in base a quanto stabilirà la riunione dei capigruppo convocata per oggi alle 18 a Montecitorio. I lavori della Camera, infatti, sarebbero dovuti terminare sabato 31 luglio ma potrebbero essere prorogati per consentire l’esame dei due decreti del governo, in scadenza a settembre, ancora da convertire in legge: trasporto marittimo ed energia.
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite. – (n. COM (2010) 359 definitivo) – relatore Tommaso Zanoletti (Pdl-Piemonte)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio (n. COM (2010) 375 definitivo) – relatore Gianpaolo Vallardi (Lnp-Veneto)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Nuova disciplina del commercio interno del riso (seguito esame S. 1909) – relatore Lorenzo Piccioni (Pdl-Piemonte)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Disposizioni concernenti la produzione artigianale e senza fini di lucro di grappe e di acquaviti di frutta. (seguito esame S. 1839) –relatore Gianpaolo Vallardi (Lnp-Veneto)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Indirizzo agricolo di terreni ricadenti nella conterminazione della laguna veneta (seguito esame S. 1050 e S. 1239) – relatore Fedele Sanciu (Pdl-Sardegna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Nuove disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico (seguito esame congiunto S. 1035 e S. 1115) – relatrice Laura Allegrini (Pdl-Lazio)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Disposizioni concernenti la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma (S. 2005, già approvato dalla Camera) – relatore Fedele Sanciu (Pdl-Sardegna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Problematiche inerenti al comparto zootecnico, con particolare riguardo al settore dei suini e a quello dei bovini (seguito esame Affare n. 213) – relatore Salvatore Mazzaracchio (Pdl-Puglia)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura;
Problematiche inerenti al comparto bieticolo-saccarifero (esame Affare n. 447) – relatore Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna)
• Lunedì 2 agosto, ore 16.00 – Senato, commissione Agricoltura.
MONITORAGGIO LEGISLATIVO
27 luglio
Camera – ogm, Cenni (Pd): evitare rischio contaminazione colture in provincia di Pordenone
Nei pressi di Fanna, in provincia di Pordenone, sarebbero state piantate nei mesi scorsi sementi di mais ogm. L’Ersa (azienda regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia) aveva già lanciato l’allarme in proposito, in seguito a una lettera anonima ricevuta a giugno scorso, che ha dato il via a una serie di controlli. La normativa nazionale, con il decreto legislativo 212 del 2001 di attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE sulla commercializzazione dei prodotti sementieri, vieta di coltivare sementi ogm senza avere prima ottenuto l’autorizzazione interministeriale (da parte dei ministeri della Salute, delle Politiche agricole e dell’Ambiente). Il 25 giugno scorso quindi un’associazione agricola ha presentato alla procura della Repubblica di Pordenone una denuncia e richiesta di sequestro del campo di Fanna, prima che il mais geneticamente modificato possa giungere alla fioritura con la conseguenza di contaminare con il polline le colture tradizionali. Con un’interrogazione a risposta in commissione, presentata ieri a Montecitorio, Susanna Cenni (Pd-Toscana) chiede al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan e dell’Interno Roberto Maroni di accertare in tempi brevi la reale natura delle piante di mais sospette, e nel caso, di procedere alla loro distruzione in via cautelativa.
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: domani alle 17 sarà votata la trentaseiesima fiducia dall’inizio della XVI Legislatura. Giovedì entro le 13 il voto finale
Il via libera alla manovra economica contenuta nel decreto legge 78/2010 arriverà giovedì prossimo, 29 luglio non più tardi delle 13. Lo ha stabilito l’Ufficio di presidenza integrato dai gruppi di Montecitorio accogliendo la proposta formulata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, sull’ordine dei lavori dell’Aula ridefinito dopo la formalizzazione, questa mattina, della richiesta di fiducia del governo sull’approvazione del provvedimento nel testo licenziato il 15 luglio scorso dal Senato.
Domani alle 15.30 l’Assemblea si riunirà per le dichiarazioni di voto, che saranno trasmesse in diretta televisiva, poi alle 17 inizierà la chiama per la fiducia, la trentaseiesima posta dal governo di Silvio Berlusconi dall’inizio della XVI Legislatura. Nella mattina di giovedì 29 luglio saranno invece discussi gli ordini del giorno e l’Aula procederà al voto finale, che dovrà avvenire entro le 13. Il presidente Fini ha infatti imposto l’applicazione di una norma del regolamento della Camera (nota anche come tagliola), in base alla quale se entro una determinata ora non sono stati discussi e votati tutti gli odg, l’Assemblea procederà comunque al voto finale.
Ministero della Salute – presentato rapporto sicurezza alimentare. Martini: “Tolleranza zero e nuovo ddl contro operatori scorretti”
Nel 2009 i servizi sanitari delle Asl (Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione, Sian) e i Servizi veterinari hanno controllato 470.612 unità di stoccaggio e distribuzione di alimenti, corrispondenti al 33,1% del numero di unità totali segnalate sul territorio (1.422.377). Sull’11,7% di queste sono state rilevate irregolarità. La quota più alta è stata riscontrata nella categoria dei produttori e confezionatori che non vendono al dettaglio (28,4%), seguita dal settore della ristorazione (19,9%), mentre le tipologie di infrazioni più frequenti riguardano l’igiene generale (44,4%) e l’igiene del personale, delle strutture e dell’autocontrollo (41,2%). Sono i dati forniti dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che oggi a Roma ha presentato i risultati dell’attività di controllo svolta dal ministero e dai Nuclei anti sofisticazione (Nas) dei carabinieri per garantire la sicurezza degli alimenti e la salute dei cittadini. Durante la presentazione, che si è svolta nella sede del dicastero della Salute a Lungotevere a Ripa, sono stati illustrati anche i risultati del Piano nazionale residui (Pnr). Si tratta di un programma di monitoraggio, predisposto dal ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni, le Province, i laboratori nazionali di riferimento per i residui (Istituto superiore di sanità e Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise) e gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Iizzss), studiato per verificare la presenza, in animali e in alimenti di origine animale, di residui di sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute pubblica. Lo scorso anno, in attuazione del Pnr, sono stati analizzati complessivamente 33.552 campioni, di cui 15.440 (pari al 46%) per la ricerca delle sostanze di categoria A (sostanze a effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate) e 18.112 (pari al 54%) per quelle di categoria B (medicinali veterinari e agenti contaminanti). Quelli che hanno fornito risultati irregolari per presenza di residui, sono stati complessivamente 74, pari allo 0,22% del totale dei campioni analizzati. La rappresentante del governo ha poi illustrato i dati relativi ai fitofarmaci. Nel 2009 sono stati analizzati complessivamente 5573 campioni (tra frutta, ortaggi, cereali, olio, vino e baby food). Di questi, soltanto 40 hanno riportato valori dei residui di fitofarmaci superiori al limite di legge. Nello specifico, per quanto riguarda gli ortofrutticoli, il numero di campioni analizzati è stato di 4595, di cui 2444 per la frutta e 2151 per gli ortaggi. Il numero di campioni di frutta e ortaggi irregolari è risultato pari a 38 (0,8%): 21 per la frutta (0,9%) e 17 per gli ortaggi (0,8%). Per cereali, olio e vino i risultati nazionali parlano di 877 campioni analizzati, di cui soltanto 2 (lo 0,2%) sono risultati non regolari. Per la prima volta questo tipo di misurazioni ha incluso gli alimenti per l’infanzia (baby food). Su 101 campioni, nessuno ha presentato irregolarità. “Proprio in questi giorni – ha commentato la Martini – ho avuto a disposizione le relazioni finali relative ai vari settori alimentari e posso affermare la mia soddisfazione per l’implementazione di un sistema di controllo veramente efficiente e capillare, la cui estensione inizia con la produzione primaria agricola e le importazioni e giunge fino alle fasi di vendita e somministrazione di alimenti. Non c’è un singolo passaggio della filiera che sfugga”. Il sottosegretario ha poi tenuto a sottolineare come, secondo i dati, l’inadeguata applicazione dell’autocontrollo da parte degli operatori del settore alimentare sia la causa principale dei problemi sui prodotti finiti. “Annuncio che verso questi operatori – ha concluso – ci sarà tolleranza zero. Potenzieremo la rete dei controlli e inaspriremo le sanzioni. È già in discussione un ddl del governo che va in questa direzione”.
28 luglio
Camera – mucca pazza: individuare modalità di trasmissione secondo caso italiano. Interrogazione di Farina Coscioni (Pd)
Con un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro della Salute Ferruccio Fazio, Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd-Friuli) chiede al governo di effettuare le opportune ricerche per chiarire come e dove la signora livornese di 42 anni, ormai in fin di vita, abbia contratto il morbo di Creutzfeldt-Jackob – l’encefalopatia spongiforme bovina, meglio nota come sindrome della “mucca pazza” – e di adottare le misure del caso a tutela della salute pubblica.
La deputata del Pd porta all’attenzione del governo il secondo caso di “mucca pazza” diagnosticato nel nostro Paese da quando, nel 1996, iniziò l’emergenza sanitaria prima in Gran Bretagna e, successivamente, nel resto del Europa. Farina Coscioni ha però commesso un’imprecisione sostenendo, nel proprio atto di sindacato ispettivo, che questo morbo sia causato da un virus. In realtà questo tipo di encefalopatia è determinata dalla modificazione di una proteina presente nell’organismo, il prione, che divenuta patogena si trasforma in un “agente infettivo non convenzionale”.
Ricordiamo che la causa dell’insorgenza della malattia fu imputata all’uso delle farine animali come supplemento proteico nell’alimentazione dei bovini.
Senato – quote latte: Giarretta (Pd) chiede a Berlusconi di prendere posizione su rinvio pagamenti e su atteggiamento Lega. Dg agricoltura dell’Ue scrive a governo italiano: deroghe a regole su rateizzazione violano norme comunitarie
Un’interrogazione a risposta scritta per conoscere le opinioni di palazzo Chigi sull’introduzione, nel decreto legge conti pubblici (sul quale verrà votata oggi la fiducia al governo e che verrà approvato domani in via definitiva), della norma, accolta con il parere contrario del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che prevede il rinvio del pagamento della rata in scadenza lo scorso 30 giugno della multa a carico dei produttori che hanno sforato le quote latte. A presentarla, ieri a palazzo Madama, Paolo Giarretta (Pd-Veneto) che chiede al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quali iniziative intenda assumere per evitare che l’Italia si esponga a una brutta figura in campo comunitario e, soprattutto, sia costretta a pagare pesanti sanzioni. Giarretta, inoltre, chiede al premier di prendere posizione riguardo alle dichiarazioni del ministro per il Federalismo, e leader della Lega Nord, Umberto Bossi che, come riportato da alcune agenzie di stampa, rivolgendosi ad alcuni allevatori, avrebbe dato dell’incapace a Galan e si sarebbe rivolto al vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli in questi termini: “Devi dire al tuo capo Formigoni che non può manifestare con gli allevatori che non stanno dalla nostra parte: patti chiari e amicizia lunga”.
Ricordiamo che la vicenda quote latte è stata oggetto di una lettera fatta recapitare ieri dalla Direzione generale dell’agricoltura della Commissione europea al governo italiano, con la quale si chiedono informazioni tempestive sulle disposizioni che verranno approvate e si sottolinea che ogni modifica alle regole fissate nel 2003 sulla rateizzazione del pagamento delle multe potrebbe violare le norme comunitarie sugli aiuti di Stato.
Senato – coltivazioni ogm in Friuli: Camber (Pdl) chiede intervento del governo
Dopo la segnalazione anonima indirizzata al direttore dell’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) del Friuli Venezia Giulia, che denuciava come, nel territorio di Fanna (provincia di Pordenone), sarebbero stati piantati semi di mais geneticamente modificati, il senatore friulano del Popolo delle libertà Giulio Camber ha chiesto al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan quali misure cautelative possano essere adottate per evitare il rischio di contaminazione.
Camera/Senato – (a. g. 229) schema dlgs attuazione direttiva 2007/43/Ce sicurezza carne polli: disco verde commissione Affari costituzionali palazzo Madama. Affari sociali Montecitorio si esprimerà a settembre
La sottocommissione per i pareri della commissione Affari costituzionali del Senato ha espresso ieri il proprio nulla osta sullo schema di decreto legislativo presentato dal governo per recepire la direttiva 2007/43/CE del Consiglio del 28 giugno 2007 che stabilisce norme minime per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne.
Il relatore del provvedimento, Antonio Battaglia (Pdl-Sicilia), ha però inserito alcuni rilievi nella bozza di parere approvato, relativi alla validità dei decreti ministeriali da adottare solo nel caso in cui le Regioni non abbiano autonomamente provveduto all’attuazione delle disposizioni della direttiva europea, in base alla clausola di cedevolezza che regola i rapporti tra lo Stato e le Regioni su materie comunitarie e di politica estera.
Novità, invece, per quanto riguarda l’esame del provvedimento da parte della commissione Affari sociali di Montecitorio.
Infatti il sottosegretario alla Salute Francesco Martini, intervenuta nella seduta del gruppo di lavoro come rappresentante del governo, ha dichiarato la disponibilità dell’esecutivo, in considerazione della ormai vicina pausa dei lavori legata al periodo estivo, ad attendere il parere fino al mese di settembre, fermo restando il termine per l’esercizio della delega governativa.
La commissione presieduta da Giuseppe Palumbo (Pdl-Sicilia), quindi, potrà rinviare a settembre l’esame del documento che avrebbe dovuto terminare, invece, entro l’8 agosto prossimo.
Ricordiamo che lo schema di atto governativo ha già incassato il via libera della commissione Agricoltura di palazzo Madama.
Senato – (a. g. 228) schema dlgs modifica codice proprietà industriale: via libera dalla commissione Industria (sede consultiva). Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di venerdì 30 luglio
Via libera dalla commissione Industria di palazzo Madama allo schema di decreto legislativo di modifica del codice della proprietà industriale (dlgs n. 30/2005), già iscritto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato per venerdì 30 luglio prossimo per l’approvazione definitiva.
Durante la seduta di ieri, il relatore del gruppo di lavoro Francesco Casoli (Pdl-Marche) ha presentato una bozza di parere favorevole con osservazioni, approvata poi con una serie di modifiche proposte da Anna Rita Fioroni (Pd- Umbria).
Infatti, su espressa richiesta della senatrice del Pd, il parere prevede una raccomandazione indirizzata al governo per lo stanziamento di un fondo nazionale “brevetti” che eroghi un contributo del 50%, per i prossimi cinque anni, a rendicontazione delle spese di brevetto fino a importi di 10mila euro.
Inoltre, sempre su proposta della Fioroni, sono state suggerite all’esecutivo delle modifiche all’articolo 36 del provvedimento sulla nuova disciplina delle invenzioni dei ricercatori delle Università e degli Enti pubblici di ricerca italiani.
In particolare, la nuova disciplina, tranne alcune eccezioni, sposta il diritto sull’invenzione dal ricercatore, come era stabilito in precedenza, al datore di lavoro ma secondo la commissione Industria dovrebbe essere riconosciuto al primo il diritto morale dell’invenzione e una partecipazione ai relativi proventi in misura non inferiore al 40%.
Infine, segnaliamo che il gruppo di lavoro non ha svolto osservazioni particolari su alcune parti rilevanti del provvedimento, come quelle contenute nell’articolo 15 sulla protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine.
In particolare, secondo questa disposizione, le denominazioni non devono essere protette solo quando il loro uso sia idoneo a ingannare il pubblico, ma anche quando si verifichi uno sfruttamento indebito della reputazione della denominazione stessa.
La protezione, quindi, non riguarderà solo l’inganno sulla provenienza del prodotto, ma anche le ipotesi in cui il collegamento alla reputazione della denominazione possa considerarsi indebito, anche se il prodotto provenga effettivamente dal luogo al quale si riferisce la denominazione stessa.
Senato – Galan in commissione Agricoltura: in arrivo provvedimento a sostegno del primario. Quote latte, Pignedoli (Pd): “Situazione vergognosa”
È in arrivo un pacchetto anticrisi messo a punto dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per “risolvere tutti i problemi indifferibili del settore agricolo”. Lo ha annunciato questo pomeriggio lo stesso titolare del Mipaaf, intervenuto in commissione Agricoltura al Senato per rispondere a una serie di interrogazioni. Il pacchetto di interventi, ha precisato Galan, è già pronto e sarà sottoposto all’attenzione del Consiglio dei ministri in tempi brevi. Tra le misure che sicuramente troveranno spazio nel provvedimento ha continuato il ministro, “agevolazioni sul costo del lavoro per le zone disagiate e alcune misure per il settore bieticolo saccarifero”.
L’annuncio del provvedimento a sostegno del comparto primario, già anticipata da Galan al XIII gruppo di lavoro della Camera, in occasione della discussione in sede consultiva del disegno di legge di conversione del decreto sui conti pubblici, è arrivato al termine di una seduta totalmente diversa rispetto a quanto previsto dall’ordine dei lavori. Il ministro, infatti, secondo quanto stabilito dalla convocazione della commissione Agricoltura del Senato, sarebbe dovuto intervenire per aggiornare i membri del gruppo di lavoro sulle politiche del Mipaaf, con particolare riguardo ai profili comunitari. L’audizione del ministro su questo tema è stata però rinviata a settembre, mentre l’intervento di Galan, posticipato di un’ora rispetto all’orario fissato inizialmente, si è incentrato sulle risposte fornite a quattro interrogazioni: la 3-00950 di Leana Pignedoli (Pd-Emilia Romagna) sul settore lattiero-caseario; la 3-01074 di Colomba Mongiello (Pd-Puglia) sul controllo dell’olio d’oliva; la 3-01098 di Maria Antezza (Pd-Basilicata) sulla richiesta dello stato di crisi di alcune Regioni e la 3-01439 di Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna) sul Fondo di solidarietà nazionale. In particolare, per quanto riguarda la prima interrogazione, presentata dalla Pignedoli il 24 settembre 2009 per sapere quali iniziative intendesse assumere l’esecutivo per salvaguardare un settore particolarmente in difficoltà come quello lattiero caseario, Galan ha risposto che il decreto ministeriale previsto dall’articolo 8-septies, comma 2, della legge 33/2009 (anticrisi), che mira a destinare una quota non inferiore a 45 milioni di euro a favore delle misure di accesso al credito dei produttori che hanno acquistato quote latte successivamente al periodo di applicazione della legge 119/2003, deve essere predisposto dal ministero dell’Economia. Il provvedimento però, per ora, sconta l’evidente difficoltà di reperimento di risorse. Il Mipaaf da parte sua, ha proseguito il ministro, ha operato attivamente nell’ambito del Comitato istituzionale latte per affrontare la crisi del settore e per arrivare a una politica specifica di destinazione delle risorse attraverso il coordinamento dei fondi nazionali con quelli regionali dei Programmi di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013. In fase di replica la Pignedoli si è detta assolutamente insoddisfatta della risposta ricevuta. Lamentando innanzitutto il ritardo con cui è stato discusso il suo documento di sindacato ispettivo, la senatrice ha poi sottolineato come una risposta sulla crisi del settore lattiero caseario non possa al momento prescindere dalla questione del rinvio, inserito nella manovra economica su cui oggi è stata votata e confermata la fiducia al governo, del pagamento della rata della multa a carico dei produttori che hanno sforato le quote latte. Quanto sta succedendo, ha dichiarato la Pignedoli pur riconoscendo l’atteggiamento fermamente contrario dimostrato dal ministro, “è vergognoso e non saremo soddisfatti fino a quando non ci sarà finalmente chiarezza”.
Regioni – Tabacco: la presidente dell’Umbria scrive a Galan per sollecitare definizione negoziato su misure agroambientali
Il governatore dell’Umbria Catiuscia Marini ha firmato oggi una lettera indirizzata al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan per sollecitarlo a chiudere al più presto il negoziato con la Commissione europea sulle misure agroambientali per il tabacco. La missiva, da quanto riferito da fonti della Regione, è stata predisposta dall’assessorato all’agricoltura dell’Umbria guidato dall’ex sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini, che nei giorni scorsi ha incontrato la filiera prendendo l’impegno a far pressione sul Mipaaf affinché affrontasse la questione a Bruxelles.
L’Italia è infatti impegnata da tempo in una trattativa con l’esecutivo comunitario per ottenere che le risorse destinate agli interventi agro ambientali nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale regionali, siano destinati, nei territori a vocati, al sostegno della produzione del tabacco.
La lettera della Marini ha riscontrato l’immediato commento positivo del vicepresidente nazionale e presidente della sezione umbra della Cia-Confederazione italiana agricoltori Domenico Brugnoli. In un comunicato Brugnoli ha evidenziato come il governatore umbro abbia fatto bene a “ricordare al ministro Galan l’importanza della coltivazione del tabacco per l’economia della nostra regione e a chiedergli un suo impegno diretto nel confronto che il ministero avvierà nei prossimi giorni con i servizi della Commissione europea, impegno che dovrà essere sostenuto dal ministro Galan diversamente rispetto a quanto dichiarato e non fatto dal suo predecessore”, l’attuale governatore del Veneto Luca Zaia.
Positiva, secondo il vicepresidente della Cia, anche la richiesta fatta dalla Regione al Mipaaf di un incontro per concordare azioni comuni di sostegno al comparto. “Azioni che – ha concluso Brugnoli – possono avere successo solo se si crea un clima di grande collaborazione tra tutte le Istituzioni interessate”.
29 luglio
Camera – settore primario: rilanciare redditività aziende. Interrogazione di Nastri (Pdl)
In che modo il governo intende sostenere e rilanciare il sistema delle imprese agricole che fondamentale per l’economia del nostro Paese?
Lo chiede con un’interrogazione a risposta in commissione Agricoltura, indirizzata al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, il deputato del Pdl Gaetano Nastri, eletto in Piemonte.
Nel proprio atto di sindacato ispettivo, Nastri riporta gli ultimi dati sulla redditività delle aziende agricole pubblicati dall’ultimo Rapporto dell’Inea (l’Istituto nazionale di economia agraria) che fotografa una situazione preoccupante.
Secondo l’Istituto, infatti, le aziende con i livelli di redditività più elevati sono principalmente quelle più grandi, mentre risultano penalizzate la maggioranza delle imprese, caratterizzate da una struttura medio-piccola.
Inoltre, il rapporto evidenzia come l’orientamento tecnico-economico sia determinante per quanto riguarda la redditività, che raggiunge livelli soddisfacenti nei comparti orticolo e floricolo – meglio se condotto in serra – come pure per i settori vitivinicolo e della frutticoltura mista e nell’allevamento bovino.
Se i dati dell’Inea fossero confermati, conclude il deputato del Pdl, la situazione generale del primario sotto il profilo della redditività sarebbe penalizzante per l’intero comparto e per le relative filiere agricole, nonostante gli importanti interventi già adottati dal governo Berlusconi che, quindi, deve intervenire di nuovo per far fronte a questa grave crisi del settore che costituisce il vero volano dell’intera economia nazionale.
Senato – etichettatura, Galan: olio made in Italy garantito da Ispettorato centrale tutela qualità
L’obiettivo della normativa nazionale di tutela della produzione agroalimentare è di offrire al consumatore la massima trasparenza e garanzia sulla qualità del prodotto. Nel caso in cui l’attività di controllo evidenziasse criticità nell’applicazione della normativa, l’esecutivo porrà in essere tutte le misure integrative necessarie per eliminarle, per la salvaguardia dell’interesse sia del produttore sia del consumatore. È quanto ha sostenuto il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che ieri in commissione Agricoltura al Senato ha risposto all’interrogazione di Colomba Mongiello (Pd-Puglia) in materia di tutela del made in Italy. Mongiello aveva chiesto al governo misure integrative nell’etichettatura dell’olio d’oliva italiano, per il quale la normativa comunitaria (regolamento 182/2009 (CE)) prevede l’obbligo dell’indicazione dello Stato membro da cui provengono le olive utilizzate nella produzione, ma per il quale si registrano ancora irregolarità. Galan ha poi aggiunto che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi nell’agroalimentare, organo tecnico di controllo del ministero, si occupa di salvaguardare la produzione tipica italiana, compreso l’olio d’oliva, da fenomeni fraudolenti, di imitazione o contraffazione, esercitando controlli costanti sul territorio. Inoltre, in seguito all’entrata in vigore delle disposizioni di attuazione delle norme comunitarie, l’Ispettorato, oltre a intensificare i controlli, si avvarrà della collaborazione del Corpo forestale dello Stato per verificare l’origine dichiarata dell’olio d’oliva. In sede di replica, la senatrice si è dichiarata parzialmente soddisfatta, evidenziando che spesso questi controlli vengono elusi dagli esercizi pubblici. Inoltre, ha ricordato che l’Aula di Palazzo Madama aveva licenziato in prima lettura un disegno di legge in materia di etichettatura alimentare, che è fermo da tempo alla Camera, e che potrebbe invece costituire un elemento utile di persuasione nei confronti dell’Unione europea per adottare un’adeguata normativa in materia di etichettatura (C.2260, disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare).
Camera – (a. g. 228) codice proprietà industriale: Attività produttive approva parere favorevole, poste condizioni a tutela piccole imprese. Provvedimento all’odg del Consiglio dei ministri di domani
Dopo il via libera della commissione Industria di palazzo Madama, arrivato martedì 27 luglio, ieri anche il decimo gruppo di lavoro di Montecitorio (Attività produttive) ha espresso il proprio parere favorevole, con condizioni e osservazioni, sullo schema di decreto legislativo di modifica del codice della proprietà industriale (dlgs n. 30/2005). Domani, 30 luglio, il testo tornerà per l’approvazione definitiva all’esame del Consiglio dei ministri, che lo ha già licenziato, in via preliminare, il 16 aprile scorso.
In commissione Attività produttive l’esame del testo è andato avanti a singhiozzo. A inizio seduta, infatti, il presidente del gruppo di lavoro Manuela Dal Lago (Lnp-Veneto) ha rinviato il seguito dei lavori in quanto non ancora in possesso dei rilievi della Bilancio. Dopo che, nel tardo pomeriggio, il V gruppo di lavoro ha fornito, riguardo le parti di sua competenza, una valutazione favorevole sul testo, la X commissione ha potuto proseguire i suo lavoro. Nello specifico, dopo la luce verde della Bilancio, il relatore Stefano Allasia (Lnp-Piemonte) ha potuto illustrare ai suoi colleghi la propria proposta di parere favorevole. Questa, nello specifico, era composta da due condizioni e una osservazione. La prima condizione posta da Allasia, per fornire tutele alle piccole imprese artigiane e ai piccoli produttori che non hanno i mezzi necessari per procedere alle relative registrazioni, invitava il governo a estendere la protezione anche a quei prodotti non protetti da brevetti o marchi. Su questo punto è intervenuto Andrea Lulli (Pd-Toscana) secondo il quale la disposizione, così come fissata, non identificando fattispecie ben definite, al contrario delle sue finalità, avrebbe potuto causare notevoli problemi alle piccole e medie imprese provocando contenziosi imprevedibili. I rilevi di Lulli sono stati ritenuti fondati dalla Dal Lago che ha invitato il relatore ad apportare delle modifiche. Nel parere definitivo approvato dalla commissione, quindi, viene indicato un margine temporale di cinque anni come periodo di esistenza necessario ai segni distintivi non registrati per ottenere la protezione. La seconda condizione approvata dal X gruppo di lavoro invita invece il governo a stabilire, in mancanza di diverso accordo tra ente pubblico di ricerca e ricercatore, la quota dei proventi da destinare all’inventore, il parere suggerisce una percentuale che potrebbe ammontare fra il 25 e il 40%. L’esecutivo dovrebbe inoltre stabilire le modalità di suddivisione della restante parte dei proventi fra le strutture di appartenenza ed eventuali altri partecipanti al lavoro di ricerca. Per quanto riguarda l’osservazione, infine, il governo, secondo la commissione Attività produttive, dovrebbe valutare l’opportunità di introdurre un regime transitorio, da applicare sul diritto d’autore di disegni e modelli industriali, per chi avesse intrapreso, in buona fede, la produzione di opere protette anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 95/2001.
Segnaliamo che il gruppo di lavoro non ha svolto osservazioni particolari su alcune parti rilevanti del provvedimento, come quelle contenute nell’articolo 15 sulla protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine. In particolare, secondo questa disposizione, le denominazioni non devono essere protette solo quando il loro uso sia idoneo a ingannare il pubblico, ma anche quando si verifichi uno sfruttamento indebito della reputazione della denominazione stessa. La protezione, quindi, non riguarderà solo l’inganno sulla provenienza del prodotto, ma anche le ipotesi in cui il collegamento alla reputazione della denominazione possa considerarsi indebito, anche se il prodotto provenga effettivamente dal luogo al quale si riferisce la denominazione stessa.
Senato – agricoltura, Galan: risorse comunitarie e nazionali liquideranno polizze per 114 milioni di euro
Il Fondo di solidarietà nazionale, strategico per l’economia agricola del Paese, negli ultimi anni è entrato spesso in crisi a causa delle limitate risorse finanziarie a disposizione. Alla fine dell’esercizio 2009 il debito accumulato dal Fondo ammontava a 268 milioni di euro, imputabile a residui della campagna 2008 per 103 milioni di euro e 165 per l’intera campagna 2009. La legge Finanziaria 2010 (191/2009), il decreto ministeriale 29 luglio 2008, in applicazione dell’articolo 68 del regolamento CE N. 73/2009 e il programma nazionale di attuazione della riforma dell’Organizzazione comune di mercato del settore vino (Ocm vino, regolamento CE 1234/07) hanno provveduto allo stanziamento delle risorse a copertura di polizze per 114,8 milioni di euro. Si tratta di 70 milioni messi a disposizione dall’articolo 68 del regolamento sulla Politica agricola comune per il 2010, e 23,3 milioni di cofinanziamento nazionale. Tuttavia, i contributi dell’articolo 68 possono essere utilizzati solo per l’anno a cui fanno riferimento, il 2010, e sarebbe auspicabile non allargare il campo di operatività della misura per non correre il rischio che i fondi possano rimanere inutilizzati. Vi è invece l’esigenza di monitorare con attenzione l’evolversi della situazione, per assicurare la piena utilizzazione dei fondi che provengono dall’Ocm vino, e realizzare il maggior risparmio possibile sulle quote di cofinanziamento nazionale, che saranno utilizzate in via prioritaria per estinguere il debito relativo al 2009. È quanto sostenuto dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che ieri in commissione Agricoltura a palazzo Madama ha risposto all’interrogazione di Maria Teresa Bertuzzi (Pd-Emilia Romagna) sulla necessità di erogare le risorse destinate al Fondo di solidarietà nazionale per sostenere il settore primario in crisi. In sede di replica, la senatrice si è dichiarata parzialmente soddisfatta dall’intervento del ministro, esprimendo l’auspicio che per il futuro i meccanismi procedurali previsti per l’erogazione dei fondi siano più fluidi.
Camera – (C. 3638) dl conti pubblici: via libera definitivo dall’Aula. Testo alla firma del Capo dello Stato. Prevista per domani pubblicazione su Gazzetta ufficiale. Approvata proroga pagamento multe quote latte
Con 321 voti favorevoli e 270 contrari, l’Assemblea di Montecitorio ha approvato oggi in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto legge (n. 78 del 2010) che contiene la manovra correttiva sui conti pubblici per il triennio 2011-2013. Il provvedimento è ora alla firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro domani, 30 luglio, ed entrerà in vigore il giorno stesso.
Per quanto riguarda il settore agricolo, il provvedimento prevede, all’articolo 40-bis, la sospensione, fino al 31 dicembre 2010, del pagamento da parte degli allevatori inadempienti delle multe sulle quote latte in scadenza lo scorso 30 giugno.
Questa disposizione, introdotta durante l’esame al Senato da un emendamento proposto dal relatore, il senatore del Pdl e presidente della commissione Bilancio Antonio Azzollini (eletto in Puglia), è stata duramente contestata dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan che ne aveva chiesto il ritiro minacciando le proprie dimissioni e paventando l’apertura di una procedura d’infrazione da parte della Commissione europea.
Il testo, tuttavia, è stato approvato dalla Camera senza modifiche, in quanto un ulteriore intervento avrebbe determinato un altro passaggio al Senato fuori tempo massimo, visto che il termine ultimo per approvare definitivamente il provvedimento scadrà domani. Anche se non sono mancate polemiche: la commissione Politiche Ue ha approvato un parere (in sede consultiva) condizionato alla cancellazione della norma o a un suo via libera da parte dell’Europa, mentre la commissione Agricoltura non è riuscita a dare via libera a un parere (anche in questo caso consultivo) che conteneva i medesimi rilievi, pur avendo posto in votazione sia quello di maggioranza sia quello di minoranza, a causa dell’astensione della Lega, grande sostenitrice della proroga.
In allegato un documento di sintesi sull’entità della manovra e il dettaglio delle disposizioni previste.
Background
– 25 maggio 2010: il governo licenzia, non senza difficoltà, il decreto legge correttivo dei conti pubblici, approvando un intervento complessivo di circa 55 miliardi di euro per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. La manovra è basata per circa 31 miliardi su tagli di spesa e per la rimanente parte sul interventi relativi alla fiscalità con particolare riguardo alla lotta all’evasione fiscale. Per quanto riguarda i tagli diretti al bilancio del ministero delle Politiche agricole, il testo prevede una riduzione complessiva di 23.274.000 euro per il 2011, di 17.470.000 euro per il 2012 e di 17.491.000 euro per il 2013, da distribuire tra interventi relativi a “ordine pubblico e sicurezza”, “soccorso civile”, “agricoltura, politiche agroalimentari e pesca”, “sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, “servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche”, “fondi da ripartire”.
– 31 maggio 2010: dopo sei giorni di colpi di scena e di presunti contrasti tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il premier Silvio Berlusconi, il capo dello Stato Giorgio Napolitano firma il decreto che viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 31 maggio, (serie generale n. 125) ed entra in vigore lo stesso giorno. Contestualmente è trasmesso al Senato il disegno di legge di conversione (S. 2228);
Iter al Senato
– primo giugno 2010: il disegno di legge di conversione è assegnato all’esame in sede referente della commissione Bilancio e in sede consultiva in tutte le altre commissioni;
– 12 giugno 2010: la commissione Bilancio nomina relatore del testo il proprio presidente, il senatore del Pdl Antonio Azzollini (eletto in Puglia). Fino all’ultimo le indiscrezioni sulla designazione del relatore davano per certo il senatore della Lega Nord e vicepresidente del V gruppo di lavoro Massimo Garavaglia (eletto in Lombardia);
– 14-15 giugno: la commissione Bilancio svolge in via informale le audizioni dei rappresentati di istituzioni e parti sociali come Istat, Banca d’Italia, Associazione dei comuni, Confindustria, sindacati etc. È inoltre fissato per le 13 del 18 giugno il termine per la presentazione di emendamenti. È avviata la discussione del provvedimento nelle commissioni riunite in sede consultiva, che fanno pervenire le proprie osservazioni tra il 10 e il 18 giugno;
– 16 giugno 2010: con un giorno di ritardo, parte la discussione in sede referente. Il giorno precedente il dibattito era stato rinviato: il sottosegretario all’Economia Luigi Casero non era stato in grado di fornire chiarimenti sull’impatto macroeconomico della manovra richiesti dal gruppo di lavoro;
– 18-21 giugno 2010: vengono presentate oltre 2500 proposte di modifica al testo, di cui più della metà è firmata dalla maggioranza;
– 22-25 giugno 2010: viene svolto il vaglio di ammissibilità degli emendamenti. La commissione Bilancio riduce di molto il numero delle modifiche. Risultano bocciati gli emendamenti 1.18 Alicata (Pdl) sul finanziamento Ispra, 5.4 Mascitelli (Idv) sull’abolizione dei consorzi di bonifica e una serie di emendamenti – 7.141, 7.142, 7.143, 7.144, 7.0.13 e 7.0.16 – per lo più relativi alla soppressione di alcuni enti agricoli come Ismea, Inea e Cra;
– 29 giugno 2010: nel corso della seduta notturna il relatore Azzollini presenta 11 emendamenti. Nel frattempo la commissione Bilancio prosegue le votazioni arrivando all’articolo 10 e accantonando numerose proposte di modifica;
– 30 giugno 2010: la commissione Bilancio prosegue la discussione, ma non fissa il termine per la presentazione di sub-emendamenti alle modifiche del relatore. Il dibattito si ferma sull’esame delle proposte riferite all’articolo 20;
– primo luglio 2010: fissato alle 20 il termine per la presentazione di sub-emendamenti alle proposte del relatore;
– 2 luglio 2010: la commissione Bilancio conclude l’esame degli emendamenti d’iniziativa parlamentare;
– 5-6 luglio 2010: il gruppo di lavoro comincia a vagliare le modifiche d’iniziativa del relatore, che annuncia la presentazione di ulteriori proposte emendative;
– 7 luglio 2010: il relatore deposita l’emendamento 40.1000 sulla sospensione delle rate relative al ripiano delle multe sulle quote latte; il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan prende le distanze dalla proposta e ventila ipotesi di dimissioni;
– 8 luglio 2010: il ministro Galan incontra il premier Silvio Berlusconi che lo rassicura sulla contrarietà della presidenza del Consiglio all’emendamento 40.1000;
– 9 luglio 2010: la commissione Bilancio approva l’emendamento del relatore sulle quote latte e nella notte dà il via libera al provvedimento per l’Aula.
13 luglio 2010: al via la discussione generale in Aula;
– 14 luglio 2010: il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, pone la questione di fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge di conversione che accoglie tutte le modifiche approvate in commissione, compresa quella sulle quote latte;
– 15 luglio 2010: il Senato dà il via libera al provvedimento, che viene trasmesso alla Camera;
Iter Camera
– 16 luglio 2010: il disegno di legge di conversione del dl 78/2010 approda a Montecitorio dove diventa il ddl C. 3638. Il testo è assegnato in sede referente alla commissione Bilancio, con relatore Gioacchino Alfano (Pdl-Campania). Richiesto il parere in sede consultiva a tutti gli altri gruppi di lavoro;
– 19 luglio 2010: la commissione Bilancio avvia la discussione, fissato per le ore 16 del 20 luglio il termine per la presentazione di emendamenti;
– 21 luglio 2010: parere favorevole di tutte le commissioni impegnate nell’esame in sede consultiva del provvedimento, a eccezione della Agricoltura che per dissidi sull’art. 40-bis (quote latte) non si esprime. La commissione Bilancio, sede referente, inizia esame degli oltre 900 emendamenti;
– 22 luglio 2010: la commissione Bilancio licenzia il provvedimento, senza modifiche.
– 27 luglio 2010: il governo pone la questione di fiducia sul testo così come approvato da palazzo Madama;
– 28 luglio 2010: l’Aula accorda la trentaseiesima fiducia all’esecutivo, posta sul provvedimento dal governo;
– 29 luglio 2010: via libera definitivo dell’Aula di Montecitorio.
Unione europea – quote latte: commissario Ciolos deluso da approvazione proroga pagamento multe e preannuncia “necessarie misure legali contro l’Italia”
“La Commissione europea è delusa di apprendere che l’Italia ha votato una misura che sembra essere contraria alle regole dell’Ue sul rimborso delle multe per il superamento delle quote latte”. Questo il commento del commissario europeo per l’Agricoltura Dacian Ciolos in merito al via libera definitivo, giunto questa mattina dalla Camera dei deputati, al disegno di legge di conversione del decreto legge sui conti pubblici, che prevede, all’articolo 40-bis, la proroga al 31 dicembre 2010 per il pagamento delle multe per gli allevatori che hanno sforato le quote e che avrebbero dovuto invece saldare il proprio debito entro il 30 giugno scorso. Ciolos ha aggiunto che la Commissione “esaminerà sotto il profilo giuridico il testo votato e non esiterà a intraprendere l’azione necessaria contro l’Italia se la misura non è conforme alle regole Ue”. Il commissario romeno ha poi precisato che l’Unione europea è pronta a “intraprendere le necessarie misure legali contro l’Italia” se sarà verificato che le norme approvate contrastano la legislazione comunitaria.
Del resto la sua direzione generale aveva nei giorni scorsi già “avvisato” l’Italia, inviando una lettera al governo per chiedere di essere tempestivamente informata circa le norma in approvazione. Mentre lo stesso Ciolos aveva chiarito, il 12 luglio scorso a margine della riunione dei ministri dell’Agricoltura europei, che sulla questione “non c’e’ spazio per negoziati”, ricordando di aver già risposto con una lettera a una richiesta di parere del titolare dell’Agricoltura Giancarlo Galan sull’ipotesi di un rinvio del pagamento delle multe al 31 dicembre prossimo. In quella lettera, aveva spiegato Ciolos ai giornalisti al termine del Consiglio agricoltura a Bruxelles, è stato sottolineato come “la legislazione sia molto chiara e che l’Italia deve rispettarla: spero che l’Italia prenda tutte le misure necessarie, altrimenti dovrò agire”.
Governo – in corso Ufficio di presidenza Pdl: i finiani Bocchino e Granata deferiti a collegio Probiviri. Primo no alla manovra dal Tar Lazio su pedaggi autostrade e Gra
È iniziata da pochi minuti la riunione che potrebbe portare alla scissione definitiva tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera dei deputati e cofondatore del partito Gianfranco Fini, ma le prime notizie iniziano a circolare: secondo un lancio di agenzia, i deputati finiani Italo Bocchino (eletto in Campania) e Fabio Granata (Sicilia) sarebbero stati deferiti al collegio dei Probiviri del partito, che giudicherà del rispetto delle norme statutarie da parte loro. Nel frattempo, già nel pomeriggio circolavano voci sulla possibile formazione di un nuovo gruppo parlamentare alla Camera (con una trentina di deputati) e al Senato (12 senatori), a iniziativa di Italo Bocchino, per anticipare eventuali espulsioni da parte del premier dal partito di maggioranza.
Non è questo l’unico tema al centro della discussione in corso tra Berlusconi e i suoi fedelissimi: si approssima l’ipotesi di un rinvio a settembre della discussione alla Camera del disegno di legge sulle intercettazioni, eventualità strettamente correlata al possibile divorzio tra i fondatori del Pdl. Fini ha infatti convocato per questa sera alle 20.30 la Conferenza dei capigruppo a Montecitorio, che deciderà sull’organizzazione dei lavori e l’eventuale rinvio.
Intanto, dopo appena poche ore dall’approvazione definitiva alla Camera, arriva il primo stop alla manovra di correzione dei conti pubblici: il Tar del Lazio ha infatti sospeso, accogliendo le richieste della Provincia di Roma, del Comune di Fiano Romano e della Provincia di Pescara, il decreto che ha disposto l’aumento dei pedaggi autostradali previsti nel decreto legge.
30 luglio
Camera – apicoltura, Rainieri (Lnp): monitorare spreco di risorse Emilia Romagna nel contrasto alla moria delle api
La problematica della scomparsa delle api, che il governo e il Parlamento stanno affrontando già dalla fine del 2008, necessita di azioni coordinate, da attuare nell’ambito di una strategia unitaria. Il ministero delle Politiche agricole ha dato il via a una serie di progetti di studio e ricerca per scoprire la causa della moria degli insetti, tra cui Apenet, la rete per il monitoraggio dei fenomeni di spopolamento e mortalità degli alveari in Italia. Dai risultati dei vari studi condotti, è emerso che una delle cause potrebbe essere l’impiego in agricoltura di prodotti fitosanitari a base di neonicotinoidi, agenti chimici utilizzati per la concia del mais. Tuttavia, è anche emerso che si tratta di un fenomeno complesso, influenzato dall’andamento climatico, dall’inquinamento ambientale, dalle tecniche agronomiche e dalle patologie apistiche. È quindi necessario concentrare le risorse disponibili, ed evitare sprechi e duplicazioni di azioni a livello locale a opera delle Regioni. È questa la denuncia di Fabio Rainieri (Lnp-Emilia Romagna), che ha presentato ieri un’interrogazione a Montecitorio, indirizzata al ministro Giancarlo Galan, per chiedere conto di una delibera della Regione Emilia Romagna, che avrebbe assegnato fondi statali ed europei, stanziati per fronteggiare l’emergenza dello spopolamento degli alveari, al pagamento di consulenze, studi e ricerche. Si tratta, ad avviso di Rainieri, di una somma superiore ai 2 milioni di euro, dei quali resterebbero solo 21mila (per il periodo 2010-2013) per il ripopolamento delle api. Il deputato evidenzia poi che la giunta emiliana, di centro-sinistra, avrebbe assegnato queste risorse all’Osservatorio del miele, in Provincia di Bologna, presieduto da Giancarlo Naldi, esponente politico del Partito democratico, consigliere provinciale di Bologna e direttore della rivista della Regione. Giudicando l’operazione attivata dall’Emilia Romagna censurabile e inopportuna, il deputato leghista chiede a Galan di verificare l’esattezza delle informazioni e di accertare se tra le azioni messe in atto con queste risorse vi siano duplicazioni di quanto già fatto dal governo.
Camera – (C. 3472) Programma nazionale sviluppo rurale: commissione Agricoltura conclude esame emendamenti. Bocciata proposta 1.5 di Oliverio (Pd) su Piano nazionale interventi straordinari settore primario
Si è concluso, durante la seduta di ieri nella commissione Agricoltura di Montecitorio, l’esame degli emendamenti riferiti alla proposta di legge, a firma del presidente del gruppo di lavoro Paolo Russo (Pdl-Campania), sull’adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale.
In particolare, sono stati respinti gli emendamenti 1.5 di Nicodemo nazzareno Oliverio e 1.01 di Giuseppe Ruvolo (Udc-Sicilia), finalizzati a riscrivere completamente il provvedimento che mira a individuare uno strumento che assicuri l’utilizzo delle risorse finanziarie per lo sviluppo rurale già stanziate dall’Unione europea per il periodo 2007/2013 e, di conseguenza, scongiurare il disimpegno automatico delle somme non utilizzate.
Il deputato del Pd, con la sua proposta di modifica, intendeva coinvolgere attivamente la Conferenza Stato-Regioni nel processo decisionale e introdurre un Piano nazionale di interventi straordinari per sostenere e accelerare il pieno utilizzo delle risorse stanziate nei diversi Piani di sviluppo rurale (Psr) delle Regioni che preveda anche la semplificazione amministrativa.
Inoltre, con il proprio emendamento Oliverio proponeva l’inserimento di un ulteriore articolo sulla formazione di una delegazione, istituita dal ministero delle Politiche agricole e dalla Conferenza Stato-Regioni, per negoziare in sede europea la possibilità di aumentare dal 75 al 90% la quota erogabile dagli organismi pagatori senza completare i controlli prescritti e spostare, negli anni finali della programmazione 2007-2013, una quota, pari a quanto non speso al 31 dicembre 2010, delle risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) assegnate alle Regioni.
La modifica proposta da Ruvolo, invece, riguardava l’inserimento di un articolo aggiuntivo per garantire l’erogazione delle somme da parte dell’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per le annualità del 2009 e del 2010.
Sono stati approvati, invece, tutti gli emendamenti della relatrice Sabrina De Camillis (Pdl-Molise) e del presidente della commissione Russo che, di fatto, con la proposta 1.1 ha riscritto il secondo comma dell’articolo uno del provvedimento.
In pratica, la novità prevede che spetta al ministero delle Politiche agricole, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, stabilire, entro l’anno in corso, le assegnazioni finanziarie per la copertura delle dichiarazioni di spesa delle Regioni che eccedano la dotazione finanziaria stabilita da ciascuna decisione della Commissione europea, individuando le somme non utilizzate.
Ricordiamo che il testo risultante dall’esame degli emendamenti sarà ora trasmesso alle commissioni competenti, in sede consultiva, per l’espressione dei pareri previsti.
Background
– 12 maggio 2010: Paolo Russo (Pdl-Campania), presidente della commissione Agricoltura della Camera, presenta, insieme ai rappresentanti di tutte le componenti politiche del gruppo di lavoro, la proposta di legge sull’adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale 2007/2013;
– 25 maggio 2010: la relatrice Sabrina De Camillis (Pdl-Molise) illustra i contenuti del provvedimento;
– 22-23 giugno 2010: si delibera l’audizione informali dei rappresentanti di Agea, Ismea;
– primo luglio 2010: audizioni Agea e Ismea, le Regioni trasmettono documento sul testo evidenziano la sostanziale inutilità della creazione di un programma nazionale sui Psr;
– 6-7 luglio 2010: termine presentazione emendamenti, richiesta di posticipare il termine per recepire osservazioni della Conferenza delle Regioni (prevista giovedì 8 luglio).
Politica – Fini: Berlusconi illiberale, resto. Nasce Futuro e libertà per l’Italia
“Ieri sera sono stato, di fatto, espulso dal partito, una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana”. Con queste parole Gianfranco Fini sferra il contrattacco al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che con il documento politico approvato ieri sera aveva “sfiduciato” il presidente della Camera e deferito i suoi fedelissimi Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio ai probiviri del partito. Non ha nessuna intenzione di dimettersi dal suo ruolo istituzionale, né di uscire dalla maggioranza con la quale è stato eletto, ma offrirà al premier un appoggio condizionato: “Berlusconi – ha dichiarato – ha una concezione non propriamente liberale della democrazia, e il presidente della Camera è tenuto al rispetto del regolamento e all’imparziale conduzione dell’attività della Camera, non a garantire la maggioranza che lo ha eletto”.
Per contrastare una visione giudicata “aziendale” delle istituzioni, quindi, Fini ha presentato questo pomeriggio, all’Hotel Minerva a Roma, il nuovo gruppo parlamentare, “Futuro e libertà per l’Italia”. La nuova componente politica, che conterà 35 deputati alla Camera e 10 senatori a palazzo Madama, rimarrà comunque all’interno della maggioranza, assicurando il proprio sostegno al governo, attraverso l’appoggio condizionato “alle scelte che saranno prese nel solco del programma elettorale”, ma contrastando “quelle lesive dell’interesse generale”.
Il gruppo parlamentare, ufficializzato in giornata con la deposizione delle firme e del nome (gli appartenenti in allegato, capogruppo a Montecitorio sarà Giorgio Conte, eletto in Veneto), non metterebbe dunque a rischio il governo, che tra l’altro, annovera al proprio interno un ministro (alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi) e diversi sottosegretari (tra cui il viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, all’Agricoltura Antonio Buonfiglio e all’Ambiente Roberto Menia) fedeli all’ex leader di Alleanza nazionale e aderenti al nuovo gruppo. Né si prevedono sconvolgimenti e rimpasti da parte del presidente Berlusconi all’interno della compagine governativa, che ieri in serata aveva assicurato che “gli amici di Fini lavorano bene, non ho ragione di modificare la squadra di governo”. Va tuttavia precisato, a questo proposito, che il governo non ha, oggi, figure di rilievo per poter rimpiazzare gli eventuali posti vacanti, né è ancora riuscito a sostituire il dimissionario Claudio Scajola allo Sviluppo economico, delega detenuta tutt’oggi ad interim dal presidente Berlusconi, e che si ipotizzava sarebbe stata affidata durante il Consiglio dei ministri di questa mattina al viceministro Paolo Romani, ipotesi smentita dal titolare dell’Economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione dell’esecutivo.
Qualche preoccupazione in seno al Pdl, tuttavia, la nuova componente politica potrebbe causarla: alla Camera i 35 nomi dei finiani potrebbero creare notevoli difficoltà al governo. Il Pdl conta ora 271 deputati, che con la diaspora dei finiani diventano 236. La maggioranza, composta dai gruppi Pdl e Lega (59 componenti) arriverebbe quindi appena a 295 deputati, non sufficiente per raggiungere la maggioranza assoluta di 316 richiesta a Montecitorio. Meno problemi a palazzo Madama, dove la maggioranza richiesta è di 162 senatori, ma che richiederebbe comunque una presenza costante da parte della componente Pdl-Lega, senza spazio per assenze. Infatti, i 14 senatori in fuga con Fini ridurrebbero il gruppo Pdl a 131 membri, che sommati ai 26 leghisti sfiorano il quorum (157). Tra i nomi illustri di palazzo Madama anche quello della senatrice Adriana Poli Bortone (eletta in Puglia) che abbandonerebbe quindi la componente politica Io Sud, e un senatore dell’Mpa, Giovanni Pistorio (Sicilia). Senza contare, poi, la necessaria riorganizzazione dei capigruppo nelle commissioni parlamentari. Tra i senatori del nuovo gruppo parlamentare ci sono infatti personaggi del calibro di Maurizio Saia, capogruppo Pdl per la commissione Bilancio.
Tuttavia, in vista dell’appoggio condizionato alla maggioranza e al governo, potrebbero essere scongiurate, almeno per il momento, le elezioni anticipate ripetutamente minacciate dal premier e temute anche dalle altre componenti politiche. Si staglierebbe all’orizzonte, tutt’al più, un Berlusconi-bis su nomina del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Palazzo Chigi – Consiglio dei ministri: sì definitivo a dlgs su proprietà intellettuale. Rafforzata tutela prodotti Dop e Ipg. Salta nomina ministro Sviluppo economico
Sarà pubblicato nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale il decreto legislativo con le modifiche al Codice della proprietà industriale (Dlgs n. 30/2005) previste dalla delega fissata dalla legge (collegata alla Finanziaria 2009) su energia e sviluppo (n. 99/2009). La revisione del Codice, è stato precisato in comunicato stampa del ministero dello Sviluppo, si è resa necessaria “per armonizzare l’ordinamento italiano a quello europeo ed internazionale, colmando preesistenti lacune, per disciplinare in modo più dettagliato importanti settori, come le biotecnologie, e introducendo procedure più snelle per i brevetti”. In questo modo l’esecutivo intende stimolare lo sfruttamento industriale delle invenzioni brevettate, per “incidere sul sistema produttivo nazionale e, a ricaduta, sulla competitività dell’intero Paese”. Introdotta una specifica norma che permetterà ai Comuni di ottenere il riconoscimento di un marchio da utilizzare per valorizzare commercialmente il patrimonio culturale, storico, architettonico ed ambientale del proprio territorio. Semplificati poi le procedure e gli adempimenti amministrativi a carico di cittadini o imprese che intendano ottenere un titolo di proprietà industriale. Sarà inoltre più agevole la traduzione delle domande internazionali di brevetto, la trascrizione e la possibilità per un singolo di depositare un brevetto in comunione e nell’interesse di più soggetti. Il provvedimento stabilisce poi specifiche disposizioni in fatto di tutela e protezione delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine (art. 15), incrementando la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane e rafforzando quanto già previsto dall’articolo 30 del Codice. Inasprite poi le norme anticontraffazione e antipirateria previste dal dlgs 30/2005: modifiche sono state infatti apportate all’articolo 129 del testo per disciplinare contemporaneamente sia la descrizione che il sequestro di beni contraffatti. Questo per far sì che la descrizione possa assumere la natura di misura cautelare di istruzione preventiva, autonoma rispetto alla consulenza tecnica preventiva disciplinata dall’articolo 128. Rafforzate infine le norme dettate dall’articolo 144 con riguardo alla definizione di atti di pirateria (art. 67 dello schema di dlgs). L’articolo 145 del provvedimento è stato modificato riproducendo le disposizioni fissate dalla legge 99/2009 sull’istituzione del Consiglio nazionale anticotraffazione, di cui si attende ancora il decreto ministeriale istitutivo.
Nel corso della riunione di oggi, il governo ha poi approvato in via definitiva il decreto legislativo di attuazione della 2008/48/CE sui contratti di credito al consumo e sulle modifiche al Testo unico bancario (Tub) con riguardo alla regolamentazione delle attività di mediazione creditizia e finanziaria.
A differenza di quanto annunciato la scorsa settimana dal premier Silvio Berlusconi, nella riunione di oggi il Consiglio dei ministri non ha nominato il nuovo responsabile dello Sviluppo economico che continuerà quindi a essere guidato ad interim dal Cavaliere. Ricordiamo che in pole position per la poltrona di Via Veneto continua a essere dato l’attuale viceministro con delega alle Tlc Paolo Romani.
L’esecutivo ha poi dato il via preliminare a un disegno di legge che ottimizza il sistema del finanziamento al cinema apportando le modifiche che si sono dimostrate necessarie soprattutto in relazione alla qualità dei prodotti cinematografici. Il provvedimento, su cui sarà chiesto il parere della Conferenza Stato Regioni, introduce inoltre la nuova soglia dei 10 anni (oltre a quelle già previste di 14 e 18 anni) per il nulla osta alla visione di film. Sul testo verrà anche chiesto il parere della Conferenza Stato Regioni.
Approvato infine in via preliminare il nuovo regolamento di organizzazione del ministero della Salute, che persegue le razionalizzazioni e i risparmi di spesa richiesti dalle recenti norme e dal programma del governo. Sul provvedimento saranno acquisiti i pareri delle commissioni di Camera e Senato. Licenziato invece in via definitiva il decreto legislativo che dà attuazione alla delega conferita al governo a rendere concorrenziale il mercato del gas naturale, mentre sarà inviato al Parlamento per l’acquisizione dei previsti pareri lo schema di decreto legislativo che fissa le sanzioni per le violazioni degli obblighi imposti dal Regolamento europeo n. 924 del 2009 a carico di imprese e persone fisiche impegnate in operazioni di pagamento transfrontaliero. Lo schema verrà trasmesso alle Commissioni parlamentari per il parere.
Per rendere operativo il Piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario della Regione Calabria, il Consiglio ha nominato Commissario ad acta il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. Da registrare invece la decisione del ministro dell’Economia Giulio Tremonti di non firmare il Piano di rientro dal deficit sanitario presentato dalla Puglia. Nel corso della conferenza stampa tenuta oggi a palazzo Chigi, il responsabile del Mef ha spiegato la sua decisione sottolineando che la Puglia “è su una via pericolosa, di amministrazione non responsabile e non vogliamo che con quella legislazione che segue una logica non responsabile, la Puglia finisca come la Grecia”. Alle parole di Tremonti ha replicato il governatore della Regione Nichi Vendola e leader di Sinistra, ecologia e libertà, accusando il governo di boicottare la Puglia e annunciando l’intenzione di chiedere l’intervento del presidente della Repubblica su quanto accaduto.
Si segnala infine che il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ha illustrato al Consiglio i contenuti del Piano triennale per il lavoro “Liberare il lavoro per liberare i lavori”.
Background
Iter dlgs di modifica Codice proprietà industriale
– 13 aprile 2010: il testo, messo a punto in attuazione della delega prevista dalla legge 99/2009, ovvero il collegato alla Finanziaria 2009 su sviluppo ed energia, è esaminato dal pre-Consiglio dei ministri. Per l’elaborazione del testo il ministero dello Sviluppo economico si avvale di una commissione tecnica di esperti e della cooperazione dell’Ufficio italiano brevetti e marchi e dei rappresentati delle categorie interessate. L’obiettivo è rendere più stringenti le norme a tutela dei marchi e della proprietà industriale contro il fenomeno della contraffazione e di operare un complessivo aggiornamento e snellimento delle disposizioni in materia, anche alla luce degli aggiornamenti della legislazione comunitaria;
– 16 aprile 2010: arriva il primo via libera dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento viene trasmesso al Consiglio di Stato, alla Conferenza Stato Regioni e alle competenti commissioni parlamentari per l’acquisizione dei rispettivi pareri;
– 25 giugno 2010: il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito presenta il provvedimento (atto di governo n. 228) alle Camere;
– 29 giugno 2010: il testo viene assegnato alle commissioni Attività produttive di Montecitorio e Industria di palazzo Madama. Il termine per l’espressione del parere è fissato al 20 luglio;
– 13 luglio 2010: il X gruppo di lavoro della Camera, relatore Stefano Allasia (Lnp-Piemonte), avvia l’esame in sede consultiva del testo;
– 20 luglio 2010: il presidente della commissione di Montecitorio rinvia l’espressione del parere in attesa che si pronunci la Bilancio sugli aspetti di sua competenza;
– 27 luglio 2010: la commissione Industria di palazzo Madama esprime parere favorevole con osservazioni;
– 28 luglio 2010: via libera, con osservazioni, anche dalla commissione Attività produttive di Montecitorio;
30 luglio 2010: via libera definitivo dal Consiglio dei ministri.
31 luglio
Gazzetta ufficiale – è in vigore la manovra finanziaria: pubblicato ddl di conversione decreto legge conti pubblici
E’ entrato in vigore, con la pubblicazione sul supplemento ordinario della Gazzetta ufficiale in edicola oggi (del 30 luglio, serie generale n. 176) il disegno di legge di conversione del decreto legge (n. 78 del 2010) che contiene la manovra correttiva sui conti pubblici per il triennio 2011-2013, licenziato in via definitiva dalla Camera il 29 luglio.
L’entità complessiva dell’intervento correttivo, inteso come saldo netto finale da finanziare – che comprende cioè le riduzioni di spese sommate a maggiori e minori entrate tributarie e contributive – è di ben 55,4 miliardi di euro per il triennio di riferimento.
Con il passaggio al Senato la stima complessiva dei tagli previsti dalla manovra è leggermente cresciuta dai 24,9 miliardi ai 25,06 miliardi anche alla luce del fatto che in base ai chiarimenti forniti dal governo a palazzo Madama sull’impatto macroeconomico del decreto, la manovra produrrà una minore crescita del Pil pari a 0,1% nel 2010 e a 0,2% nel 2011 e 2012.
Camera – etichettatura agroalimentare, Oliverio (Pd): assicurare tutela consumatori e sostenere iniziative normative in materia
L’inganno del falso made in Italy a tavola, dovuto alla vendita in Italia di prodotti alimentari pagati come italiani ma di origine straniera, costa al nostro Paese 4,2 miliardi. Questo avviene per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta anche delle materie prime utilizzate. Prendendo ad esempio il recente scandalo delle mozzarelle contagiate dal batterio pseudomonas fluerescens, il deputato del Partito democratico Nicodemo Oliverio (eletto in Calabria) chiede all’esecutivo, con un’interrogazione presentata ieri in Aula, di consentire una vera tracciabilità, oltre all’intensificazione dei controlli, che riguardi anche i prodotti lattiero caseari derivati (yogurt, latticini, formaggi) e non solo il latte fresco. A questo proposito, Oliverio chiede al governo di attenersi all’Europa, che in questi mesi ha avviato l’esame di un regolamento sulla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori per i prodotti agricoli, di assicurare una più efficace tutela dei consumatori e di sostenere il disegno di legge in materia di etichettatura di origine (C. 2260 sulla competitività agroalimentare), da tempo fermo alla Camera, che risolverebbe molte delle problematiche in materia.