Prevedere l’impatto dei cambiamenti climatici per aiutare l’olivicoltura

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I cambiamenti climatici sono un fenomeno acclarato e già in atto. Il loro impatto sull’ambiente si farà sentire a lungo e quello che è certo è che l’agricoltura è uno degli àmbiti più vulnerabili, per cui sarà necessario sviluppare modelli previsionali e strategie agronomiche per mitigarne l’impatto. E l’olivicoltura del bacino Mediterraneo, come si è già potuto constatare, sta già vedendo i primi effetti negativi.
Parte da questa riflessione la giornata organizzata da CONAF, CREA-AA e CNR-Ibimet per presentare i risultati del progetto di ricerca europeo FACCE-JPI OLIVE-MIRACLE.

A livello di campo, l’olivicoltura è sottoposta a importanti avversità biotiche, come la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), mentre si stanno diffondendo fitopatie come la “lebbra” (Colletotrichum gloeosporioides), e fitofagi secondari come la Cecidomia suggiscorza (Resseliella oleisuga), il tripide (Liothrips oleae) e la margaronia (Palpita vitrealis).
In più, con sempre maggiore frequenza si riscontrano riduzioni del peso dei frutti e della resa in olio, con alterazioni dei principali indici di maturazione e della composizione analitica e sensoriale dell’olio.

Nel caso dell’olivicoltura i cambiamenti climatici possono incidere sulla qualità dell’olio, sia direttamente, ad esempio in stagioni particolarmente secche l’olio può assumere difetti dal punto di vista organolettico, ma anche indirettamente, attraverso lo sviluppo di fitopatie e/o insetti dannosi.  La mosca dell’olivo ad esempio, certamente una delle principali avversità per la coltura, si sviluppa in stretta correlazione con l’andamento delle variabili meteorologiche, per cui in alcuni areali l’innalzamento delle temperature medie potrebbe determinare un aumento del numero di generazioni, con evidenti effetti negativi per la produzione.” – ha dichiarato Alberto Giuliani, dottore agronomo del CONAF – “In questo contesto è evidente, quindi, che si debba correre ai ripari. Il mondo agricolo ha bisogno di monitorare e controllare dati meteorologici, fenologici, fitopatologici, ha bisogno di avere modelli previsionali che supportino le decisioni per gli interventi alle colture. Fondamentale è il ruolo del fattore umano: i dati vanno sempre interpretati da un esperto, un dottore agronomo per esempio, solo così è possibile trasformare i dati in decisioni funzionali a un’agricoltura resiliente, sostenibile e magari capace di cogliere le opportunità nuove che il cambiamento climatico offre.”

Il progetto Olive Miracle racconta ai professionisti del settore le novità più interessanti in olivicoltura, ci offre riflessioni sul perché del calo di produzione a cui già assistiamo e propone alcune soluzioni possibili.” – Carmela Pecora, consigliere nazionale CONAF – “Il Conaf ha firmato due protocolli di intesa con il CREA, uno che parla di innovazione e uno di formazione. Questo perché riteniamo che ci debba essere un legame permanente tra professionisti e istituzioni di ricerca, e in questa relazione i dottori agronomi possono essere le sentinelle che raccolgono in campo dati e informazioni utili al mondo della ricerca e poi restituiscono agli imprenditori agricoli i risultati dei diversi studi”.

Il Progetto OLIVE-MIRACLE
Progetto di Ricerca Europeo FACCE-JPI OLIVE-MIRACLE (“Soluzioni modellistiche per migliori e resilienti strategie gestionali per l’olivicoltura contro i futuri cambiamenti climatici”) è coordinato da CNR-IBIMET e vede coinvolti istituti di ricerca italiani (CREA-OFA, CREA-AA) e stranieri (Università di Cordoba – Spagna, Agricultural Research Institute – Cipro, Institute of Olive Tree, Subtropical Plants and Viticulture – Grecia).
http://olivemiracle.eu/

I cambiamenti climatici sono un fenomeno acclarato e già in atto. Il loro impatto sull’ambiente si farà sentire a lungo e quello che è certo è che l’agricoltura è uno degli àmbiti più vulnerabili, per cui sarà necessario sviluppare modelli previsionali e strategie agronomiche per mitigarne l’impatto. E l’olivicoltura del bacino Mediterraneo, come si è già potuto constatare, sta già vedendo i primi effetti negativi.
Parte da questa riflessione la giornata organizzata da CONAF, CREA-AA e CNR-Ibimet per presentare i risultati del progetto di ricerca europeo FACCE-JPI OLIVE-MIRACLE.

A livello di campo, l’olivicoltura è sottoposta a importanti avversità biotiche, come la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), mentre si stanno diffondendo fitopatie come la “lebbra” (Colletotrichum gloeosporioides), e fitofagi secondari come la Cecidomia suggiscorza (Resseliella oleisuga), il tripide (Liothrips oleae) e la margaronia (Palpita vitrealis).
In più, con sempre maggiore frequenza si riscontrano riduzioni del peso dei frutti e della resa in olio, con alterazioni dei principali indici di maturazione e della composizione analitica e sensoriale dell’olio.

Nel caso dell’olivicoltura i cambiamenti climatici possono incidere sulla qualità dell’olio, sia direttamente, ad esempio in stagioni particolarmente secche l’olio può assumere difetti dal punto di vista organolettico, ma anche indirettamente, attraverso lo sviluppo di fitopatie e/o insetti dannosi.  La mosca dell’olivo ad esempio, certamente una delle principali avversità per la coltura, si sviluppa in stretta correlazione con l’andamento delle variabili meteorologiche, per cui in alcuni areali l’innalzamento delle temperature medie potrebbe determinare un aumento del numero di generazioni, con evidenti effetti negativi per la produzione.” – ha dichiarato Alberto Giuliani, dottore agronomo del CONAF – “In questo contesto è evidente, quindi, che si debba correre ai ripari. Il mondo agricolo ha bisogno di monitorare e controllare dati meteorologici, fenologici, fitopatologici, ha bisogno di avere modelli previsionali che supportino le decisioni per gli interventi alle colture. Fondamentale è il ruolo del fattore umano: i dati vanno sempre interpretati da un esperto, un dottore agronomo per esempio, solo così è possibile trasformare i dati in decisioni funzionali a un’agricoltura resiliente, sostenibile e magari capace di cogliere le opportunità nuove che il cambiamento climatico offre.”

Il progetto Olive Miracle racconta ai professionisti del settore le novità più interessanti in olivicoltura, ci offre riflessioni sul perché del calo di produzione a cui già assistiamo e propone alcune soluzioni possibili.” – Carmela Pecora, consigliere nazionale CONAF – “Il Conaf ha firmato due protocolli di intesa con il CREA, uno che parla di innovazione e uno di formazione. Questo perché riteniamo che ci debba essere un legame permanente tra professionisti e istituzioni di ricerca, e in questa relazione i dottori agronomi possono essere le sentinelle che raccolgono in campo dati e informazioni utili al mondo della ricerca e poi restituiscono agli imprenditori agricoli i risultati dei diversi studi”.

Il Progetto OLIVE-MIRACLE
Progetto di Ricerca Europeo FACCE-JPI OLIVE-MIRACLE (“Soluzioni modellistiche per migliori e resilienti strategie gestionali per l’olivicoltura contro i futuri cambiamenti climatici”) è coordinato da CNR-IBIMET e vede coinvolti istituti di ricerca italiani (CREA-OFA, CREA-AA) e stranieri (Università di Cordoba – Spagna, Agricultural Research Institute – Cipro, Institute of Olive Tree, Subtropical Plants and Viticulture – Grecia).
http://olivemiracle.eu/