Riscoprire l’importanza della prevenzione

News

20.000 ettari, secondo le previsioni più ottimistiche. Significa che 200 milioni metri quadrati di terreno sono stati completamente distrutti. Aziende scomparse, macchia mediterranea bruciata e il conteggio del bestiame perduto che si potrà fare solo nei prossimi giorni. Lasciano sgomenti le immagini e le testimonianze dei colleghi agronomi e forestali che raccontano la devastazione provocata dal vasto incendio divampato nella provincia di Oristano, afferma la nota del CONAF.

Nel Comune di Cuglieri, almeno il 90% della superficie olivetata è andato distrutto. Nel Comune di Sennariolo, il 95% delle superfici sono bruciate. Ci vorranno parecchi decenni per ripristinare la condizione del suolo e la sua fertilità, ristabilire gli equilibri ecosistemici e la complessità della macchia mediterranea. Ora che il vento si è placato, gli uomini hanno maggiori possibilità di intervento, ma la situazione non è ancora risolta definitivamente, anche perché gli ulivi bruciano per molti giorni.
Abbiamo visto un enorme dispiego di forze impegnate a spegnere l’incendio. Dobbiamo essere grati ai vigili del fuoco, agli addetti del corpo forestale e a quelli della protezione civile, alle compagnie barracellari, ai dipendenti dell’agenzia regionale Forestas e ai tanti volontari. E un grazie va anche a Francia e Grecia per la solidarietà internazionale, poiché hanno mandato in soccorso i loro Canadair” – dichiara Corrado Fenu, Consigliere CONAF e agronomo oristanese – “C’è però una riflessione da fare. Come dottori agronomi e dottori forestali siamo abituati a studiare e pianificare prima di intervenire. Ma in questo caso vediamo che lo sforzo di gran lunga maggiore è lasciato all’intervento. Poche cose sono state fatte per prevenire: chi guarda al futuro, invece, deve capire che è necessario ribilanciare l’impegno, lavorando molto sulla prevenzione e meno sull’intervento emergenziale che lascia strascichi per decenni.”

L’incendio di queste ore ha mostrato, ancora una volta, come troppe superfici sono state abbandonate dai proprietari, che non trovano remunerazione adeguata per occuparsi delle proprietà. Invece, per contrastare gli incendi, si deve riscoprire la cura del territorio.
Come dottori agronomi e dottori forestali siamo vicini alla popolazione, ai colleghi, a tutti coloro che vivono quest'emergenza.” – dichiara Sabrina Diamanti, presidente CONAF – “Come ordine vogliamo impegnarci affinché queste situazioni non si verifichino più. Urgono piani antincendio, coordinati con la corretta pianificazione territoriale delle aree boscate a macchia mediterranea. Si devono prevedere e realizzare le giuste infrastrutture antincendio, essenziali nella prevenzione, fondamentali durante l’intervento di spegnimento. Si deve incentivare il presidio del territorio e disincentivare l’abbandono del bosco, ricordando agli imprenditori agricoli il ruolo di sentinelle, consentendo loro di svolgere serenamente le attività rurali e zootecniche, compreso il pascolamento in bosco. Sono interventi che si possono fare con raziocinio e con sapere scientifico. Per questo motivo, mettiamo a disposizione le nostre competenze e la puntuale conoscenza del territorio per prevenire questi disastri.”

Roma, 26 luglio 2021

20.000 ettari, secondo le previsioni più ottimistiche. Significa che 200 milioni metri quadrati di terreno sono stati completamente distrutti. Aziende scomparse, macchia mediterranea bruciata e il conteggio del bestiame perduto che si potrà fare solo nei prossimi giorni. Lasciano sgomenti le immagini e le testimonianze dei colleghi agronomi e forestali che raccontano la devastazione provocata dal vasto incendio divampato nella provincia di Oristano, afferma la nota del CONAF.

Nel Comune di Cuglieri, almeno il 90% della superficie olivetata è andato distrutto. Nel Comune di Sennariolo, il 95% delle superfici sono bruciate. Ci vorranno parecchi decenni per ripristinare la condizione del suolo e la sua fertilità, ristabilire gli equilibri ecosistemici e la complessità della macchia mediterranea. Ora che il vento si è placato, gli uomini hanno maggiori possibilità di intervento, ma la situazione non è ancora risolta definitivamente, anche perché gli ulivi bruciano per molti giorni.
Abbiamo visto un enorme dispiego di forze impegnate a spegnere l’incendio. Dobbiamo essere grati ai vigili del fuoco, agli addetti del corpo forestale e a quelli della protezione civile, alle compagnie barracellari, ai dipendenti dell’agenzia regionale Forestas e ai tanti volontari. E un grazie va anche a Francia e Grecia per la solidarietà internazionale, poiché hanno mandato in soccorso i loro Canadair” – dichiara Corrado Fenu, Consigliere CONAF e agronomo oristanese – “C’è però una riflessione da fare. Come dottori agronomi e dottori forestali siamo abituati a studiare e pianificare prima di intervenire. Ma in questo caso vediamo che lo sforzo di gran lunga maggiore è lasciato all’intervento. Poche cose sono state fatte per prevenire: chi guarda al futuro, invece, deve capire che è necessario ribilanciare l’impegno, lavorando molto sulla prevenzione e meno sull’intervento emergenziale che lascia strascichi per decenni.”

L’incendio di queste ore ha mostrato, ancora una volta, come troppe superfici sono state abbandonate dai proprietari, che non trovano remunerazione adeguata per occuparsi delle proprietà. Invece, per contrastare gli incendi, si deve riscoprire la cura del territorio.
Come dottori agronomi e dottori forestali siamo vicini alla popolazione, ai colleghi, a tutti coloro che vivono quest'emergenza.” – dichiara Sabrina Diamanti, presidente CONAF – “Come ordine vogliamo impegnarci affinché queste situazioni non si verifichino più. Urgono piani antincendio, coordinati con la corretta pianificazione territoriale delle aree boscate a macchia mediterranea. Si devono prevedere e realizzare le giuste infrastrutture antincendio, essenziali nella prevenzione, fondamentali durante l’intervento di spegnimento. Si deve incentivare il presidio del territorio e disincentivare l’abbandono del bosco, ricordando agli imprenditori agricoli il ruolo di sentinelle, consentendo loro di svolgere serenamente le attività rurali e zootecniche, compreso il pascolamento in bosco. Sono interventi che si possono fare con raziocinio e con sapere scientifico. Per questo motivo, mettiamo a disposizione le nostre competenze e la puntuale conoscenza del territorio per prevenire questi disastri.”

Roma, 26 luglio 2021