In questi ultimi anni è letteralmente esploso il problema del verde, inteso non solamente sotto il profilo estetico-paesaggistico, bensì come espressione di un tessuto connettivo che lega l’uomo all’ambiente, con tutte le implicazioni di questo rapporto e quindi anche in quella particolare situazione nella quale si vuole ricostruire uno “scorcio di natura” nelle strutture urbane ed urbanizzate, per ricordare all’uomo la sua fondamentale “naturalità” sempre più mascherata, quando non oppressa, dall’atrificiosa civiltà industriale, del cemento e della macchina.
Il verde, di folgorante suggestione prospettica, è stato un tempo il frutto del genio, il genio nel campo della scienza acquisiva solitario le grandi verità fisiche, matematiche e biologiche.
Oggi il genio ha il sapore della mitologia; oggi esso deve correre sui binari di una società organizzata, divisa per competenze, che tanto più producono, quanto più si integrano.
Rendere più vivibile i luoghi di lavoro, rendere più umana la vita, rendere più socievoli gli uomini, anche attraverso un volto nuovo dell’ambiente, un volto nuovo che sia l’espressione di un nuovo spirito del vivere (e non del sopravvivere), devono considerarsi gli obiettivi prioritari di tale competenze.
Nel progettare il verde occorre tenere presente aspetti fondamentali che tengono conto dell’ambiente, della tipologia urbanistica, delle funzioni, della fruibilità, della dotazione vegatazionale che caratterizza i luoghi, della tipologia strutturale delle opere progettate per realizzare spazi a verde, della natura ed entità degli spazi e della vegetazione che caratterizza le aree limitrofe.
Nella società moderna il verde urbano e privato può avere funzioni estetiche, sportive, storiche, antirumore, ombreggiante, assorbimento delle polveri, paesaggistiche, antidilavamento, antinquinamento e di tutela del territorio.
In questi ultimi anni è letteralmente esploso il problema del verde, inteso non solamente sotto il profilo estetico-paesaggistico, bensì come espressione di un tessuto connettivo che lega l’uomo all’ambiente, con tutte le implicazioni di questo rapporto e quindi anche in quella particolare situazione nella quale si vuole ricostruire uno “scorcio di natura” nelle strutture urbane ed urbanizzate, per ricordare all’uomo la sua fondamentale “naturalità” sempre più mascherata, quando non oppressa, dall’atrificiosa civiltà industriale, del cemento e della macchina.
Il verde, di folgorante suggestione prospettica, è stato un tempo il frutto del genio, il genio nel campo della scienza acquisiva solitario le grandi verità fisiche, matematiche e biologiche.
Oggi il genio ha il sapore della mitologia; oggi esso deve correre sui binari di una società organizzata, divisa per competenze, che tanto più producono, quanto più si integrano.
Rendere più vivibile i luoghi di lavoro, rendere più umana la vita, rendere più socievoli gli uomini, anche attraverso un volto nuovo dell’ambiente, un volto nuovo che sia l’espressione di un nuovo spirito del vivere (e non del sopravvivere), devono considerarsi gli obiettivi prioritari di tale competenze.
Nel progettare il verde occorre tenere presente aspetti fondamentali che tengono conto dell’ambiente, della tipologia urbanistica, delle funzioni, della fruibilità, della dotazione vegatazionale che caratterizza i luoghi, della tipologia strutturale delle opere progettate per realizzare spazi a verde, della natura ed entità degli spazi e della vegetazione che caratterizza le aree limitrofe.
Nella società moderna il verde urbano e privato può avere funzioni estetiche, sportive, storiche, antirumore, ombreggiante, assorbimento delle polveri, paesaggistiche, antidilavamento, antinquinamento e di tutela del territorio.